Quando il Milan è sceso in campo al "Bentegodi", alle ore 15 di domenica scorsa, vedeva un futuro pieno di incognite. Aveva una caterva di giocatori indisponibili e si preparava a fronteggiare un avversario pericoloso, per giunta in uno stadio pieno di ricordi fatali. Il Verona, infatti, era stata fin lì la migliore e più convincente fra le inseguitrici delle prime 7 in classifica, capace pochi giorni prima di fermare la Juventus sul pareggio, facendola perfino tremare nel finale. La squadra di Juric, inoltre, aveva mostrato di sposare la tigna dell'Udinese con la manovra brillante, anche se poco efficace, del fumoso Sassuolo. In sostanza, i rossoneri si trovavano costretti a fare punti in emergenza proprio nella fatal Verona dove, nel 1973 e nel 1990, avevano perso lo scudetto, sconfitti proprio dagli scaligeri. La franca vittoria del Bentegodi, invece, ha non solo scacciato qualche brutto fantasma del passato, ma ha predisposto il terreno per chiarire, dopo Inter-Atalanta di lunedì sera, gli obiettivi rossoneri.

Diciamo subito che, vincendo contro il Verona, i rossoneri hanno guadagnato 3 punti su due autorevoli avversarie per la qualificazione alla Champions League ovvero Atalanta e Lazio. Hanno mantenuto, inoltre,  il vantaggio su altre pericolose inseguitrici: Juventus, Roma e Napoli. Nulla di decisivo, ma almeno il Diavolo ha evitato di essere risucchiato dal gruppo. Certo, a prima vista, la giornata dovrebbe essere considerata negativa in ottica scudetto, perché l'Inter ha mantenuto il vantaggio in classifica sbrigando la pratica Atalanta, che il Milan dovrà affrontare proprio all'ultima giornata. La Beneamata (non da me, ovviamente) è avanti di 6 punti in classifica, con il Milan che non potrà più contare sugli sconti diretti, nei quali è oltretutto in svantaggio in caso di arrivo a pari punti 

A proposito di Inter e scudetto, tuttavia, ho l'impressione che interisti e interofili si sentano meno sicuri di quello che vogliono far credere.
Lo zelo di dover ribadire, dopo ogni giornata favorevole ai nerazzurri, che l'Inter ha ormai blindato lo scudetto, nasconde un senso di insicurezza abbastanza evidente. Il problema non è la rosa dell'Inter, di grande qualità, né la conduzione tecnica, in quanto Conte è un allenatore di spessore. Il punto sta nella situazione societaria, con una proprietà che ha già chiuso i battenti nel calcio cinese, proprio quello di casa propria, e che non riesce a trovare un acquirente per la società nerazzurra. Si è parlato del principe ereditario saudita, che avrebbe dovuto acquistare la minoranza delle azioni nerazzurre, il tutto per avere il piacere di pagarne i debiti, senza avere voce in capitolo. Questa storia mi ricorda tanto Mr. Bee, che avrebbe dovuto spendere una fortuna per il pacchetto di minoranza rossoneri, condividendone l'indebitamento senza poter comandare il vapore. Per carità, tutto può essere, ma mi sembra che l'unico vero acquirente, al momento, sia BC Partners, che fa offerte al ribasso contando sulle difficoltà del gruppo Suning e sulla sua necessità di trovare liquidità nelle prossime settimane. Nel futuro, l'Inter non potrà contare neppure sullo sponsor storico Pirelli, mentre si ritrova sul tavolo un'offertina di una ventina di milioni da parte di un sito britannico per adulti. E il campanello di allarme lo ha suonato proprio Conte, nervosissimo lunedì sera per tutto l'incontro, quando in conferenza stampa ha dichiarato che vorrebbe avere qualche euro in tasca. Il messaggio alla società era chiaro ovvero che il tecnico sta tenendo unito il gruppo e alta la tensione agonistica, ma se la squadra non dovesse percepire la luce in fondo al tunnel, allora potrebbe esserci il tutti a casa di un certo 8 settembre 1943. Non è detto che accada, anche perché l'Inter è un brand di valore che dovrebbe finire per attrarre qualcuno serio, ma è una lotta contro il tempo e i nerazzurri sono sì saldi in testa alla classifica, ma come chi corre sul filo di una lama. Ci sono ancora 36 punti da assegnare e, se l'Inter dovesse giocare con la ferrea applicazione di lunedì sera, non dovrebbe avere problemi, ma se il gruppo dovesse distrarsi o rilassarsi, le cose potrebbero ancora finire diversamente. Ora, il Milan:

1) Con la partita di Verona, ha consolidato la sua posizione in ottica Champions;

2) nonostante la vittoria dell'Inter contro l'Atalanta, continua a essere in corsa per lo scudetto;

3) proprio grazie alla vittoria dell'Inter, però. resta decisamente sfavorita;

4) il non godere dei favori del pronostico potrebbe scaricare i rossoneri dal peso di responsabilità eccessive.

In sostanza, l'esigenza del Milan di guadagnarsi la Champions aiuterà i rossoneri a mantenere alto il livello della tensione, ma ormai, visto il vantaggio nerazzurro, se i rossoneri dovessero arrivare solo nelle prime quattro senza vincere il campionato, nessuno potrebbe rimproverargli più nulla. Il Milan può. quindi, attendere nell'ombra un eventuale crisi nerazzurra, senza esporsi o scoprirsi, lasciando che lo stress di blindare lo scudetto sia dell'Inter e di tutti coloro che ogni domenica si sentono in dovere di ribadirlo. E' chiaro che, allo stato attuale delle cose, è difficile che tale crisi si verifichi. Ma non è impossibile e tanto il Milan deve comunque giocare per mettere insieme più punti possibile, no? Non mi sembra una situazione sfavorevole per il Diavolo.

Lo stesso Diavolo contro il Man-U potrà fare a cuor leggero turn-over (anche obbligato dagli infortuni), in vista del difficile incontro contro il Napoli
. Dopo la Stella Rossa, Pioli ha fatto capire che l'input societario è uno solo ovvero qualificarsi alla Champions, con il conseguente ricco afflusso di soldi. L'Europa League dà accesso alla Champions League solo in caso di vittoria, per cui Pioli non può rischiare il tutto per tutto in questa manifestazione. L'affermazione in questo momento è corretta... badate bene, in questo momento. Quando, infatti, i rossoneri hanno giocato contro la Stella Rossa, affrontavano un avversario, la squadra serba, di medio livello. Il Milan non poteva uscire contro la squadra di Belgrado senza una grave perdita di immagine e di autostima. Dopo il superamento del turno, però, il Milan ha fatto 7 punti contri avversari non banali, quali Roma, Udinese e Verona, consolidando la posizione nella corsa alla Champions. L'avversario di domani, del resto, è uno di quelli dai quali non è vergognoso essere eliminati, visto che il Man-U è ben piazzato in Premier e ha sconfitto il City, uno dei candidati alla vittoria in Champions. Insomma, si può fare un buon turn-over in scioltezza senza rimpianti e senza stress eccessivo.

Del resto, come si è visto a Verona, il problema non è la rotazione in sé, peraltro obbligata in una stagione lunga e fitta di impegni, ma come lo si fa. Se gli uomini che schieri sono in buone condizioni fisiche e hanno gamba, puoi cambiare tutta la squadra e vincere come è successo a Praga contro lo Sparta. Se chi schieri è pronto solo a infortunarsi o è in forma pietosa, come Mandzukic a Belgrado, allora non ha senso ruotare neanche un paio di persone. Il Milan di Verona ha dato l'impressione di poter fare un turn-over dignitoso ed efficiente, quindi questa volta è giusto che lo faccia. 

E ora prepariamoci a vivere una sfida che sa di antico e glorioso. Il Milan deve riabituarsi al calcio che conta e i Red Devils lo sono.