In questo momento, per parlare del Milan, occorrerebbe più un esperto di traumatologia o di medicina dello sport, ma si può comunque tracciare un (parziale) bilancio tecnico di questa fase iniziale della stagione, peraltro ormai neanche più tanto iniziale.

Sono sempre stato un sostenitore di Gattuso e ho trovato giusto confermarlo dopo le buone cose fatte vedere nello scorso anno, ma ultimamente ammetto che il mio entusiasmo si è alquanto stemperato; nessuno ha mai pensato che Rino potesse già essere all'altezza di un Allegri, di uno Spalletti o di un Ancelotti, in fondo è anche lui un allenatore inesperto e che deve crescere, come molta della sua rosa, ma quando certi difetti della squadra non sembrano migliorare cominciano a venire dubbi non sulle capacità dell'allenatore, ma sulla sua abilità nel trasmettere conoscenze alla squadra. 

Allo stesso tempo, quando si vedono giocatori che non giocano quasi mai di prima o che non aiutano il compagno in possesso di palla, viene da chiedersi se è possibile che un professionista nel 2018 non sappia certi elementari concetti e abbia bisogno che sia il mister a inculcarglieli.
A tutto questo, si è aggiunta una situazione infortunati che mi fa venire in mente uno degli ultimi album di Jack White, "Lazzaretto"... A tal proposito, spero che Gattuso approfitti di tale emergenza perlomeno per valorizzare giocatori mai utilizzati finora, come Simic, Montolivo e soprattutto Halilovic, desistendo dal cambiare modulo o da utilizzare giocatori fuori ruolo (penso a Rodriguez centrale e sudo freddo) o dall'utilizzare giocatori acciaccati che magari si romperanno definitivamente.
Tutto questo, naturalmente, fino all'apertura del mercato di riparazione, Uefa permettendo, dal quale dovremo cercare di rimediare un centrale difensivo, se i tempi per Caldara si prospettassero eccessivamente lunghi, e un vice-Biglia per alternarsi nel mezzo con Bakayoko e Kessie (Fabinho, di cui si parla, sarebbe ottimo); l'ideale sarebbe anche un sostituto di Bonaventura (il miglior giocatore del Milan degli ultimi anni, uno che sarà ricordato anche in futuro come una delle poche note liete in questi anni bui) ma forse è il caso di non farci illusioni, visto anche il costo di chi occupa certi ruoli in campo. Inoltre bisognerà trovare una collocazione tattica a Paquetà, non sarà facile, ma chi lo ha visto all'azione sa che vale la pena di puntare su un talento così.

Capitolo Ibra: il Milan non ha necessariamente bisogno di lui, in fondo tutte le grandi in Italia hanno non più di 2 punte centrali in rosa, ma, vista la difficoltà della situazione e la (così sembra) sua disponibilità a non essere necessariamente un titolare fisso, un giocatore della sua classe ed esperienza può tornarci utile per alzare la qualità della rosa e portare a casa qualche punto nei match più complicati; comunque, ripeto, non è una priorità e sarebbe sbagliato porlo al centro del progetto di crescita tecnica del Milan.

Parliamo adesso di singoli. Buone e cattive notizie.
Donnarumma si conferma portiere dalle eccezionali qualità, ma sta purtroppo confermando anche una tendenza alla distrazione che incredibilmente era meno accentuata quand'era ancora minorenne; ritengo che sia in parte dovuto alla situazione ambientale nella quale si è trovato, ma un portiere con un tale immenso potenziale va ancora con decisione sostenuto. In difesa, Calabria ha personalità  e corsa, ma anche limiti tecnico-tattico sicuramente migliorabili, ma da quella parte io aspetto soprattutto il ritorno di Conti; Rodriguez, ahimè, è solo un buon terzino come tanti altri, ma non mi sembra giocatore da "grande", Laxalt non sarà mai un fenomeno, specie nella fase difensiva, ma può diventare un fattore in quella offensiva. Grazie al cielo capitan Romagnoli sta dimostrando di valere ben più di quanto pagato, dall'errore di Empoli non ha sbagliato più nulla e personalmente oggi non lo cambierei con nessun altro centrale al mondo.

Lì nel mezzo, dove si decidono le parite, Biglia si è rotto proprio quando aveva ingranato, mentre Kessié è ancora per me difficile da decifrare: potenziale campione, se solo impara a disciplinarsi di più in campo, o giocatore con limiti tecnici non compatibili con un altissimo livello, al quale il Milan deve aspirare a tornare? La prima opzione non è peregrina, a patto che Franck abbia l'umiltà di lavorare sodo specificatamente sulla tecnica individuale, non è un disonore neanche per un professionista essere costretto a farlo (in fondo anche CR7 al Manchester, da giovane, pare facesse le ripetute per migliorare il controllo di palla e questo quando già George Best lo considerava superiore a  se stesso!). La buona notizia è che Bakayoko sta lentamente tornando ai livelli simil-monegaschi, anche se certi passaggi un pò svagati al limite dell'area o peggio dentro non li vorrei più vedere.

In avanti Suso si sta confermando un grande giocatore, ma troppo prevedibile per diventare un fuoriclasse assoluto, Calhanoglu è perso fra problemi fisici e, forse, anche personali, ma deve svegliarsi in  fretta, visto che incombe un certo Paquetà, certo che sarebbe uno spreco se non sfruttasse appieno quelle doti; purtroppo, temo che i guai di Jack lo costringeranno a giocare defilato e fuori ruolo ancora per parecchio e questo certo non lo aiuterà. Cutrone sta confermando le sue (grandi) qualità, ma forse ci si entusiasma un po' troppo per un grande giocatore potenziale, ma che deve essere verificato da titolare per un numero più congruo di partite prima di proclamarlo il miglior centravanti italiano. 

Su Higuain ci sarebbe bisogno di un capitolo a parte, in sintesi si tratta di un giocatore fondamentale per la sua qualità per il Milan di ora, ma la sua tendenza a perdersi quando il livello si alza lo rende a mio avviso semplicemente sacrificabile quando l'asticella delle nostre ambizioni si alzerà.
Avete letto bene, ho detto quando, non se, almeno l'ottimismo ce lo volete lasciare a noi milanisti?