Oggi, alle ore 21:00, i diavoli rossoneri cercheranno la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Non potranno permettersi il lusso dello 0-0, con il quale sarebbero eliminati, e non potranno schierare i 2 uomini più forti: gli squalificati Hernandez e Ibra. Per di più, i bianconeri, hanno una classifica molto migliore e sono la squadra più rispettata dagli arbitri italiani, i quali vivono col terrore di non ricevere l'abbraccio di Buffon o Chiellini a fine match. Quale conclusione se ne può ragionevolmente trarre? Semplice, che le possibilità del Milan di approdare alla finale sono puramente teoriche.
Certo, la storia del calcio è piena di sorprese, come l'eliminazione dell'Italia a opera della Corea nel 1966, ma anche come la sconfitta della Juventus contro l'Amburgo nella finale di Coppa dei Campioni del 1983 ad Atene. In entrambi i casi, tuttavia, lo 0-0 non penalizzava in partenza gli sfavoriti, che erano anche al completo, non lamentando assenze particolari.  L'unico svantaggio che io Milan non avrà, a dire il vero, è il fattore campo, visto che si giocherà a porte chiuse. Tutto il resto, però, condanna i rossoneri.
Pioli ha dichiarato di crederci e, a mio avviso, sta per craniare contro la dura realtà dei fatti. E', comunque, possibile che si tratti di un ottimismo di facciata, per evitare che i giocatori sbrachino. Il fatto che sia in campo Paquetà, uno degli uomini in cui Pioli ha mostrato di credere meno, sembra dirla lunga sulla rassegnazione del tecnico milanista, quasi che la preoccupazione princpale della società sia di mettere in mostra la mercanzia in vista del calciomercato.

C'è qualcun altro, comunque, che sembra volersi battere contro l'impossibile, novello Don Quixote de la Mancha alle prese coi mulini a vento. Questi è lo svedese Zlatan Ibrahimovic, il quale sembra non aver capito (o rifiutare di capire) di essere fuori dal progetto di Gazidis. L'amministratore delegato non lo vuole e non solo per l'età o per l'ingaggio, ma perché Ibra, ovunque vada, si comporta come il proprietario del club. E' fatto così, vive in preda ai mal di pancia.
Chiariamo, non arrivasse Jovic, anche Ibra a 39 anni farebbe comodo ai rossoneri, specie considerando che è un professionista serissimo, non ancora stanco di condurre vita da atleta. Non è un simpatico sbarazzino come Balotelli, insomma, ma uno innamorato del suo mestiere che soffrirà molto quando appenderà le scarpe al chiodo. Lo svedese è, tuttavia, un abito troppo bello da portare per una società che non può permettersi il lusso di fargli fare la squadra.
Il recente confronto fra Ibrahimovic e Gazidis, in effetti, è andato a tutto vantaggio del sudafricano
, che ha snobbato il centravanti svedese. Quella di Ibra è sembrata la scenata di gelosia di chi è stato mollato dal partner, né più né meno dell'identico sfogo di Maldini un mese e mezzo fa. In tutti i casi in cui viene affrontato a muso duro, infatti, Gazidis dimostra di non perdere mai la calma, lasciando agli altri la figura di coloro che sono sull'orlo di una crisi di nervi. Questo è un merito che dobbiamo riconoscere al manager sudafricano il quale, come sostengo da molto, è un autentico giocatore di poker. E' possibile che, dopo un confronto come quello avuto con Ibra, Gazidis vada nel suo ufficio e dia pugni al muro. Può anche darsi che, come Peter Finch in "Quinto potere", si affacci alla finestra e urli di essere incazzato nero. Non ve lo mostrerà mai, tuttavia, e quindi, se a fronteggiarlo ci sarete voi, creperete dalla rabbia di fronte alla sua imperturbabilità.

La campagna acquisti langue, al momento, perché Paquetà non è ancora stato ceduto e si attendono i 50 milioni per Bennacer. Se devo essere sincero, comunque, anche se ho criticato le prestazioni di Bonaventura da metà dicembre in poi, gli rinnoverei il contratto, perché è bravo, ha esperienza e sa stare in squadra senza farsi venire i mal di pancia. Poi, se arrivassero i 2 ragazzi della Stella Rossa di Belgrado, quelli seguiti di recente, e ci ritrovassimo in casa due nuovi Savicevic, sarebbe tanto di guadagnato. Vi pare di no?