Alla vigilia dell’incontro dei dirigenti dell’AC MILAN con la Commissione UEFA, per la determinazioni delle sanzioni a carico della Società rossonera da irrorare a seguito del mancato rispetto del FPF nel triennio 3014-2017, ci appare opportuno effettuare alcune precisazioni.

Infatti appare incredibile come sulla questione abbiamo avuto modo di leggere di tutto: il Milan sarebbe oggetto dei provvedimenti più fantasiosi, multe, mercato bloccato per una o più sessioni, penalizzazione sulla classifica del girone UL, esclusione dalle liste UEFA dei giocatori acquistati a gennaio, squalifica del campo, squalifiche ai dirigenti, revoca della partecipazione alla CL se qualificato, etc.

Ebbene non c’è nulla di attendibile nella quasi totalità dei provvedimenti anzidetti.

a) Innanzitutto il Milan perviene alla Commissione forte di una sentenza TAS che lo ha riammesso alla partecipazione alla Europa League e già questo assume un valore rilevante nella decisione della Commissione che non può non sentirsi ora condizionata dalla bocciatura subita. Per dirla in parole povere il Tas ha stabilito “UEFA hai esagerato” difficile quindi che ora la stessa adotti provvedimenti eccessivamente severi.

b)  le motivazioni che hanno indotto il TAS a revocare le precedenti sanzioni. 

Il Tas asserisce che la UEFA ha esagerato perché,  l'ultimo business plan firmato Fassone con l'abbattimento dei fantomatici introiti da 'China business' conteneva una serie di scenari e analisi alternativi tutti con la previsione di raggiungere i parametri del Fair Play Finanziario tra il 2018 e il 2021 in linea con le richieste di un possibile settlement agreement.

Inoltre il Tas ha indotto lo stesso rappresentante UEFA presente al dibattimento ad ammettere chiaramente che su uno dei punti più controversi della vicenda (le garanzie sul rifinanziamento del debito di Li e del Milan con Elliott in scadenza nell'ottobre 2018) la Uefa avrebbe forse "preso una decisione differente basandosi sulla nuova situazione (il cambio di proprietà e l'uscita di scena di Li ndr)" piuttosto che su quella di maggio. ( ndr. fonte Panorama in corsetto).

Chiaro ed evidente che tale ammissione deresponsabilizzando l’attuale proprietà, indurrà l’UEFA a comminare una sanzione a definitiva “chiusura della questione”; quindi una sanzione che non abbia strascichi nel tempo. Anche qui per semplificare diciamo che la UEFA riconosce ora che - con Elliot nuovo proprietario  e  col senno di poi - avrebbe facilmente accolto il Voluntary agreement inizialmente richiesto dal Milan, quindi in tal caso non sanzionandolo... 

Partendo quindi da queste indiscutibili logiche, il Milan non ha nulla da temere se non una multa e un rinvio alla presentazione di un credibile piano di risanamento delle perdite e a chi teme (auspica?) un provvedimento restrittivo sul mercato di gennaio, rammentiamo che “le uscite non devono superare le entrate” non è una sanzione, bensì l’essenza del FPF cui tutte le società -non solo il Milan- sono obbligate a sottostare.