Contro il Sassuolo il Milan si troverà di fronte non solo un buon avversario, ma anche i fantasmi del suo recente passato: Ibrahimovic e Ancelotti. Le insidie che attendono i rossoneri non devono quindi essere trascurate.

Ibra, come peraltro prevedibile e come già chiaro da almeno una settimana, sta facendo il gioco delle tre carte: vengo, sì vengo, ok vengo, eccome che vengo, qua la zampa amico e... ops, lo svedese ritira la mano e si produce ridendo in una vecchia battuta: "Domani passa dall'ufficio!". E' probabile, questo sì, che la compagna del giocatore abbia veramente un debole per Milano, città di certo non romantica come Roma o Napoli, ma decisamente affascinante per il suo schietto e concreto dinamismo. Ibra, tuttavia, non si decide a concretizzare, dando quantomeno l'impressione di essere in attesa di altre offerte, magari da parte di squadre impegnate nelle coppe, competizioni che forse vuole ancora disputare prima del ritiro. Ora, non so se l'offerta del Milan sia insufficiente, congrua o addirittura troppo generosa, ma fatto sta che questo tira e molla rischia di essere un pericoloso fattore di distrazione per l'ambiente rossonero. I tifosi, infatti, nostalgici come tutti i tifosi, sono convinti di rinverdire i fasti dell'ultimo scudetto vinto dal Milan con lo svedese in campo. Molti, poi, sono davvero convinti, in buona fede che lo svedese senta nostalgia della maglia rossonera e di Milanello. Alcuni giocatori, inoltre, non sanno se a gennaio saranno di troppo o dovranno adattarsi a nuovi ruoli. E' un disturbo mica da poco. Personalmente ho l'impressione che, se Ibra non dovesse essere annunciato domani a sorpresa per festeggiare con un colpo ad effetto i 120 della società, non verrebbe annunciato più e la sua storia rossonera resterebbe ferma al 2012.

Un altro fattore di indubbio disturbo è, però, anche l'esonero di Ancelotti da parte del Napoli, che ha virato su Gattuso, il quale secondo le saghe degli aedi e dei menestrelli sarebbe una specie di terribile sergente Foley della panchina (il personaggio che in Ufficiale e Gentiluomo ringhiava contro i cadetti della scuola militare dando loro l'epiteto di checca). Ora, lasciamo da parte Gattuso, al quale non posso purtroppo augurare i migliori successi, in quanto il Napoli è una rivale del Milan e non posso che augurarmi che perda punti (posso risultare simpatico o antipatico, ma non sono un ipocrita). Ancelotti, però, sarà da ora in poi un evidente fattore di destabilizzazione, perchè al primo risultato negativo, i tifosi lo invocherebbero, non facilitando certo il lavoro di Pioli. Anche questo è un disturbo non da poco.

Speriamo che contro il Sassuolo tecnico, gruppo e spettatori mantengano il necessario equilibrio. Pioli, dal canto suo, sembra orientato a non stravolgere l'assetto consolidato negli ultimi due incontri. La squadra ruoterà, infatti, intorno ai piedi buoni di Bennacer-Chala-Bonaventura-Suso, per il solito pentagono che avrebbe in Piatek la punta di diamante. Sarebbe irrilevante se, come ho letto potrebbe accadere, fosse Chala a giocare interno e Bonaventura trequartista, dal momento che la filosofia di gioco resta identica e la mossa servirebbe solo a spremere meno Bonaventura, uno dei giocatori più incisivi della squadra.

Qui potremmo fermarci, ma vorrei fare alcune precisazioni tecniche, perchè ognuno la vede vede a modo suo, come è giusto, ma il calcio e la sua storia non sono un'opinione, bensì dati di fatto. Si continua a sostenere che il Milan giocherebbe col 4-3-3, perchè avrebbe Piatek e due ali di piede invertito, nel senso che il mancino (Suso) gioca a destra e il destro (Chala, forse domani Bonaventura) gioca a sinistra. Nella storia del calcio però le ali sono sempre state quelle come Garrincha o Jair o Chiarugi o lo scozzese Strachan, che giocavano sulla fascia corrispondente al piede preferito e andavano sul fondo per crossare oppure appoggiavano il centravanti come seconde punte (Chiarugi poi giocava più avanzato del falso nueve Bigon). L'esterno che gioca sulla fascia opposta al proprio piede di riferimento è, in sostanza, un trequartista, perchè è in posizione ideale per tirare da fuori o servire un passaggio filtrante, come Suso domenica scorsa ha fatto filtrando per Hernandez contro il Bologna. E' un trequartista, a maggior ragione, pensando che il lavoro di penetrare verso la linea di fondo, compito storicamente tipico dell'ala, è affidato a Conti e Hernandez.

E' corretto notare, invece, che Chala o Bonaventura, a destra, o Suso a sinistra, si accentrino di più che con Gattuso, ma ciò è una conseguenza obbligata della presenza di Hernandez e Conti al posti di Rodriguez e Calabria. I secondi sul fondo non ci arrivavano neanche se li si accompagnava con lo scooter, perchè al massimo arrivavano allo spigolo alto dell'area di rigore e la scaraventavano in area in diagonale. Per il resto, speriamo di vincere anche giocando con la bi-zona e il 5-5-5 di Oronzo Canà. Vista la classifica, non c'è altro che conti.