Questa sera il Milan rischia seriamente di ritrovarsi come la carcassa rinsecchita di un leopardo congelato fra le nevi del Kilimangiaro, monte keniota che contende il record di Vetta d'Africa al Monte Stanley dell'altopiano del Ruwenzori. E come nel famosissimo racconto di Ernest Hemingway, "Le nevi del Kilimangiaro", probabilmente saremo tutti lì a chiederci cosa ha spinto il leopardo-Milan a spingersi tanto in alto da rimetterci la ghirba per il freddo. La logica, a dispetto dei sogni, spinge in quella direzione.

In realtà il Milan attuale, animale di pianura ovvero di modesta classifica, non cerca nulla di speciale. In cuor suo Pioli spera di uscirne con onore per ricominciare a fare punti a partire dalla ripresa del campionato dopo la platonica (per la nazionale italiana, già qualificata) pausa per le nazionali. Il tecnico rossonero vorrebbe solo tornare a casa con un'onorevole sconfitta di misura, risultato che, a onor del vero, è quello con cui il Milan è stato battuto negli ultimi anni, mai davvero travolto dai bianconeri.

Si può ipotizzare una sorpresa? Il leopardo-Milan tornerà bel bello a Milano con quel che cercava tra le zanne? Arduo rispondere affermativamente, senza il rischio di essere sbeffeggiati dal tifo juventino, ma vediamo se, comunque, l'equazione presenta incognite dalle quali possa scaturire un risultato non sfavorevole al Milan.

Contro la Lazio i rossoneri sono apparsi meno opachi che con Roma e Spal. In effetti, nella settimana appena trascorsa potrebbero aver finalmente acquistato la brillantezza necessaria per tenere il ritmo delle altre squadre. E questo non guasterebbe, visto che il calcio richiede movimento, per cui il fattore atletico è fondamentale quanto quello tecnico. In tal senso, un po' di stanchezza la Juventus potrebbe mostrarla, visti gli impegni ravvicinati in Champions.

La consapevolezza di aver già perso, classifica alla mano, potrebbe, in un certo senso, anche liberare i giocatori dalla paura di sbagliare... be' non è che ci conti molto, ma nella vita tutto può aiutare, sommato ad altri fattori.

A mio avviso, l'incognta principale è Pioli, l'autentico leopardo fra le nevi del Kilimangiaro. Capello sostiene che un allenatore non conta più del 20%, ma il 20% non è affatto poco e, in certi casi, può costituire una percentuale decisiva ai fini del risultato. Pioli, infatti, aveva fatto centro con la formazione del primo tempo contro la Lazio, ma poi ha rovinato tutto retrocedendo Chala in mediana al posto di Paquetà e affidando il ruolo del turco a Leao, che ha caratteristiche molto diverse da Chala. In sostanza, Pioli non deve perdere la Trebisonda, porto del Mar Nero famoso per il suo faro, che indicava un approdo sicuro ai marinai quando infuriava la tempesta, quale sarà per il Milan la partita di oggi. Il tecnico del Milan deve partire dall'idea di aver già perso e che, se l'impostazione che sceglierà questa sera, si rivelasse buona, deve pensarci 1000 volte prima di alterare un assetto che funziona. Il cambio azzeccato può proiettare verso un buon risultato, quello sbagliato può fare andare in tilt la squadra.

Il problema è che, purtroppo, quanto sopra potrebbe rivelarsi del tutto inutile In primo luogo perchè, al di là della classifica, c'è un marcato divario fra le formazioni, non certo facile da colmare. In secondo luogo, perchè il massimo che può fare il Milan è portare gli avversari sul piano dell'equlibrio instabile, suscettibile di essere infranto in qualsiasi momento da qualsiasi fattore avverso. Un esempio di fattore avverso che potrebbe alterare l'equilibrio instabile del match? Al momento non me ne vengono in mente.

Se non altro, nella saletta del VAR dovrebbe esserci, se non sono informato male, Mazzoleni. Una decisione che costituisce una garanzia al 100%. Mi sento così garantito che sto verificando cosa danno al cinema questa sera.

Cerdo che farà molto freddo questa sera per il leopardo fra le nevi del Kilimangiaro.