Può sembrare un paradosso, ma non lo è: il timore di avere problemi, spinge a crearne di gratuiti. Se state attenti a quello che accade nella vita di tutti i giorni, vedrete che è così, come accade a chi, per paura dei ladri, smarrisce le cose, magari perché dimentica il posto in cui le ha nascoste.

Prendiamo il caso di Cutrone. Il ragazzo è regolarmente entrato nell'ultima parte dei secondi tempi per rilevare Piatek, quando il polacco ha segnato, ma è rimasto fuori e non ha giocato un secondo, proprio quando avrebbe fatto comodo, nella giornata in cui un ottimo Acerbi ha letteralmente annullato centravanti titolare. E posso capire che, essendo previsto un solo centravanti, sia consigliabile non provare mai le due punte, per evitare che, vincendo, qualcuno dica che non se ne può fare a meno (l'ex-presidente Berlusconi, le cui opinioni hanno, per ragioni storiche, sempre il loro peso). In tal senso, comprendo Gattuso che non tenta l'esperimento, anche se sa che questa soluzione, in circostanze particolari, gli potrebbe cavare le castagne dal fuoco. Ci sarebbe sempre qualcuno, in sostanza, che spingerebbe per renderla definitiva. Martedì scorso, tuttavia, il cambio Piatek/Cutrone sarebbe stato sacrosanto, almeno a partire dal quarto d'ora del secondo tempo, e non sarebbe stata una bocciatura per Piatek, visto i 7 gol realizzati fin qui, ma avrebbe fatto sentire Patrick Cutrone parte integrante del progetto. Ed è poi quello che il ragazzo chiede, no?

Cutrone è un giocatore sempre in bilico fra l'eredità di Inzaghi, nei giorni buoni, e quella più scomoda dello Sciagurato Egidio Calloni, nei giorni neri. Calloni era un buonissimo centravanti con una perniciosa idea fissa, quella di battere in porta sempre al volo, cosa che nel calcio, forse, non è concessa neanche ai fuoriclasse (e Calloni non lo era). Si è così portato dietro una fama, immeritata, di bidone, visto che nel corso della sua permanenza in rossonero segnava al ritmo di quasi un gol ogni 3 partite in campionato, senza considerare i gol in Coppa Italia e nelle Copper Europee. Patrick, tuttavia, ha tolto le castagne dal fuoco alla sua squadra in diverse occasioni, come contro la Sampdoria in Coppa Italia, ma ha pure fatto vedere le streghe alla Juventus a Gedda, risultando quasi immarcabile quando ha centrato la traversa a portiere battuto o è stato fermato per un fuorigioco ridicolo, mentre si involava da solo in porta.

Il problema è che ci sono state dichiarazioni del procuratore di Cutrone non certo amichevoli verso la società, unite a voci sull'interessamento da parte di club come Atletico Madrid, Tottenham e Torino. Elementi che non possono essere trascurati per cercare di capire cosa può aver causato l'inspiegabile decisione di Gattuso che, contro la Lazio, ha dato la netta e chiara impressione di aver messo il ragazzo "in castigo" dietro la lavagna. Direi anzi che, la volontà di dare un messaggio chiaro al giocatore e al suo entourage sia stata evidente o quantomeno sia la spiegazione più logica di quello che è accaduto.

Il problema è che certi messaggi possono rivelarsi un'arma a doppio taglio, nel senso che, come centravanti veri, di ruolo, il Milan ha i soli Piatek e Cutrone e non so se convenga mettere fuori dal progetto il secondo per dare lezioni. Credo, anzi, che ignorare certi malumori, sarebbe una prova di sicurezza da parte della società o dell'allenatore. Solo in caso di prestazioni apertamente rinunciatarie da parte di un giocatore, quando appare chiaro l'intento ricattatorio verso la società, diventerebbe inevitabile reagire. Inevitabile, aggiungo, perché a tenerlo in campo ci sarebbe solo da perdere.

Direi quindi che, spinti da una sorta di pericolosa Sindrome di Tafazzi, i rossoneri si stiano creando un problema che non avevano solo per la paura di averne in futuro. Speriamo che ragione prevalga, da entrambe le parti ovviamente.

Un altro potenziale problema sono le critiche al rendimento di Suso, che non vengono dalla società, ma dall'ambiente e che potrebbero creare pressioni alla società stessa. Se fosse vero che Suso ha la pubalgia, starebbe giocando fin troppo bene, visto che so di gente che ha smesso di fare sport, per la predisposizione a questo tipo di dolorosa infiammazione. Suso, anche quando non riesce a sfondare, per il suo particolare gioco costringe in marcatura 2-3 avversari, cosa che  alleggerisce la pressione sui compagni. Del resto, lo stesso Castillejo, ora sugli scudi, fino a 2 settimane fa era considerato una palla al piede che stava giocando male. Non solo, Suso martedì si è ritrovato relegato in un angolino, cosa che lo ha reso prevedibile, perché Paquetà è stato spostato nella sua zona.  Non creiamoci quindi anche il problema di Suso, che perfino con la pubalgia resta una risorsa importante, ma diamogli più tempi di respiro, magari provando Paquetà nel suo ruolo, senza perà sovrapporlo allo spagnolo nella stessa partita.

E' un buon periodo, perché farci del male da soli?