È strano ammetterlo ma l'atmosfera è paradossale, fantascientifica, quasi apocalittica. Sembra di vivere in un romanzo di fantascienza, dove si narrano le vicende del genere umano in uno scenario post post industriale. 

Ci si aspetta che uno come Iena Prinsky salvi il capo del governo, Ethan Hunt salvi il genere umano lottando contro il cattivo che invece lo vuole distruggere tramite una pandemia. 

Invece, niente supereroi, solo uomini che navigano a vista, senza competenza, investiti di molto potere che lo esercitano con incopetenza. 
Il susseguirsi di informazioni su come fronteggiare la situazione di emergenza causata dal coronavirus più che spiegare alle persone come le istituzioni intendono risolvere la situazione, genera il caos, panico, pura irrazionalità istintiva, o comportamenti maniacali che sfiorano la nevrosi collettiva.

Chi l'avrebbe mai detto che uno starnuto avrebbe messo in crisi il nostro sistema calcistico? 

Eppure a livello nazionale stiamo vivendo questo.

A livello di AC Milan la dirigenza sta delirando ma non per colpa del virus, ma per le ossessioni personali di Gazidis. Che dovrebbe essere isolato per altri motivi e non per timore del contagio. 

L'Ad rossonero non vuole Ibrahimovic al Milan, ma Boban e Maldini lavorano lo stesso per portarlo in casa Milan. Ci riescono e Ibra, insieme a Pioli, rivitalizza il Milan e facendo appassionare i tifosi. Gazidis avvalla l'operazione Ibra controvoglia sperando in un nuovo fallimento delle bandiere del Milan, così come si era concluso l'esperimento Giampaolo. Invece ciò non accade e il Milan recupera posizioni in classifica arrivando ad oggi al sesto posto. 

La paura allora prende il sopravvento e Gazidis fa uscire su alcuni prestigiosi organi d'informazione sportiva europea come l'Equipe e il Bild che il Milan è interessato a Rangnick. La sua strategia è quella di destabilizzare lo spogliatoio rossonero per evitare che il Milan possa continuare sulla strada positiva indicata da Boban e Maldini. Ecco che appena arriva la richiesta di chiarimento da parte di Boban sulle motivazioni che hanno spinto Gazidis a prendere decisioni sul futuro della società senza consultare i responsabili dell'area tecnica, l'ad rossonero licenzia Boban.

Nel Milan non è un corso una rivoluzione, ma una vera e propria epurazione. La mossa di Gazidis è volta a dimostrare chi comanda in casa Milan. E il massimo dirigente greco non vuole rivali, infatti ha già stato delineato l'enturage che lo affiancherà la prossima stagione. Tutti sui fedelissimi. 

Rangnick è uno di questi. E la Gazzetta riporta che l'ex allenatore Lipsia e attuale dirigente del gruppo sportivo della Redbull è stato il motivo di discordia tra i dirigenti dell'Arsenal e lo stesso Gazidis. Lui voleva dargli l'incarico di allenatore dei Gunners dopo Wenger, mentre i dirigenti no. Alla fine prevalse la loro idea e scelsero Emery. Gazidis lasciò l'Arsenal e venne ingaggiato dal Milan. Ora in casa rossonera si ripropone la stessa telenovela, Gazidis che vuole Rangnick a tutti i costi e lo impone con un atto di forza all'AC Milan destituendo Boban e Maldini, bandiere gloriose del Milan. 

Sulle pagine dei maggiori quotidiani per far digerire la pillola Rangnick che l'allenatore è un estimatore di Sacchi e che la sua filosofia di gioco si ispira a lui. Ciò non basta a dimostrare il valore di Rangnick, primo, perché Rangnick non ha vinto quanto mister Sacchi, secondo, perché Sacchi aveva una squadra di tutto rispetto. Giovanni Galli, Van Basten, Gullit, Raikard, Ancelotti, Virdis, Galderisi, Massaro, Donadoni furono giocatori allenati da Sacchi, ma comprati da Berlusconi. Inoltre Sacchi non si sognò di mandare via Baresi, Maldini, Costacurta, Tassotti, Filippo Galli. Ma fu capace di creare un'amalgama tra vecchia guardia e nuovi talenti. 

Berlusconi non fece piazza pulita quando arrivò al Milan. E infatti creò qualcosa di indimenticabile. 

Dico queste cose non perché sono un nostalgico che guarda al passato, ma le affermo perché sono uno sfrenato futurista pieno di speranza con lo sguardo rivolto all'avvenire, convinto che le miglori strategie coniugano esperienza e innovazione, perché i grandi manager sanno che l'una non esclude l'altra altrimenti nascono squadre zoppe.

Il licenziamento di Boban comporta anche il mancato rinnovo dei contratti di Bonaventura, Ibrahimovic, Donnarumma. Tutti giocatori gestiti da Raiola. Non è che dentro casa Milan si stia consumando lo scontro tra Infantino e Raiola e la cordata dei superprocuratori, per quanto riguarda i compensi dei mediatori. E dunque la riforma di Infantino passa anche da casa Milan?

Il Milan contro la Juventus in Coppa Italia e la Fiorentina in campionato ha subito arbitraggi scandalosi. Questa potrebbe essere imputato a Gazidis che teme che il Milan possa raggiungere obiettivi soddisfacenti per non essere screditato sotto il profilo dei risultati determinato da un possibile piazzamento in zona Europa.


In questo tempo particolare dove siamo segregati in casa senza calcio non ci resta che pensare, riflettere e fantasticare e da Milanistaconvinto perdonate se in questo tempo di ozio forzato per il coronavirus la mia immaginazione si è lasciata trasportare.