Il frutto di progetti mirati, di organizzazione, di capacità di gestione e relativa fortuna (che aiuta sempre gli audaci), sono state le basi per costruire un futuro roseo a livello calcistico per le nazionali che saranno protagoniste nella prossima finale di Coppa d'Asia, ovvero il Giappone e il Qatar. 

Ma questo successo qatariota è veramente l'esempio.Quando i mondiali del 2022 vennero assegnati al Qatar c'era scetticismo su tutto, partendo dalle condizioni climatiche alle strutture scarse o pressochè inesistenti e soprattutto sulla nazionale di calcio del Qatar...e che l'aveva mai vista?!

E' nata molto tardi rispetto alle altre nazionali, infatti fu attiva dal 1970 e tutto nacque, però, negli anni '50, dove degli europei che lavoravano nei giacimenti di petrolio giocavano a calcio nel tempo libero, tanto da creare tornei amatoriali, che venivano montati su attraverso lettere scritte o passaparola(immaginate il tempo per organizzarlo) e la cosa suscitava sempre più clamore perchè nessuno aveva mai giocato a calcio. Dopo due lustri di tornei amatoriali, nel 1960 fu fondata la federazione calcistica del Qatar (QFA) e il calcio si espanse a macchia d'olio in tutto il Paese.
Già da qui nacquero basi importanti, perchè la nazionale sfiorò la qualificazione al mondiale italiano del 1990 e visse anni straordinari con risultati importanti,come il secondo posto nella Coppa del Golfo nel 1990 e nel 1996 e guadagnò il 51° posto nel ranking Fifa, la più alta posizione della storia del calcio qatariota.
Gli anni duemila sono tragici, tante sconfitte fanno retrocedere il Qatar fino al 113° posto e la squadra scende decisamente di livello, sebbene presenta diversi giocatori di chiara origine europea ma con cittadinanza acquisita ma la svolta era dietro l'angolo: dal 2004 esiste un accademia, chiamata Aspire Academy, costruita dai sceicchi e dedicata ai giovanissimi talenti sportivi qatarioti di tutti gli sport, ma la maggioranza degli atleti sono calciatori.
Dopo aver posto delle basi con un buon gruppo di calciatori, nel 2006 Felix Sanchez,attuale CT del Qatar, fu nominato commissario tecnico di questo giovane gruppetto. Felix Sanchez all'eta di ventuno anni allenava le giovanili del Barça, per le mani gli sono passati ragazzi come Messi e Iniesta e Xavi, è veramente capace ed è anche molto giovane, profilo adatto a questo ruolo.
Nel 2010 allena l'under14 e allena giocatori presenti anche nell'attuale rosa della coppa asiatica,come Akram Afif, Al Hajri,Salman e Almoez Ali,  il miglior giocatore della squadra. I risultati stanno arrivando, la pianta sta crescendo ed ora i frutti sono solamente da raccogliere: nel 2014 Sanchez passa nell'under 19 e trionfa nella competizione asiatica dedicata agli under 19 appunto e nel 2017, come allenatore dell'under23, termina terzo nella AFC-U23 Championship e quest'anno sono in finale di Coppa d'Asia, contro ogni pronostico.
Pareva ad interim l'incarico di Felix Sanchez ed invece l'allenatore catalano sta plasmando quella che è la nazionale del Qatar, ha cresciuto tanti enfant prodige e sta raccogliendo i frutti di un lavoro semplicemente straordinario, scrivendo pagine importanti per il movimento calcistico del Paese.
Prima della competizione asiatica, Xavi Hernandez, non ha bisogno di presentazioni, ha pronosticato la vittoria del team allenato da Felix Sanchez alla Coppa d'Asia perchè sa c'è un lavoro pazzesco dietro e anche se il Qatar non alzerà la Coppa al cielo non importa, è comunque un successo raggiungere tale obiettivo, oltretutto senza aver mai subito gol e aver sbranato gli Emirati Arabi Uniti per 4 a 0 in semifinale. Al mondiale del 2022, probabile capitolo finale di questa favola e di questo progetto e chissà, magari anche dell'avventura di Sanchez, il Qatar è pronto a impressionare il mondo. Intanto è stata invitata, o si è auto-invitata, alla prossima edizione della Copa America per confrontarsi anche con le compagini del continente sudamericano e per i ragazzi di Felix Sanchez è come un Mondiale, anzi è un test decisamente impegnativo ma la voglia di impressionare e di crescere è talmente ampia da affrontare ogni ostacolo con tenacia e voglia, comunque vada per il Qatar è un successo.

La nazionale di calcio del Giappone esiste dal 1917, ma non è mai stato seguito con particolare interesse, anche perchè molto prima dell'anno citato, si parla di 1873, il calcio lo vedevano raramente grazie a dei marinai inglesi che si fermavano per giorni sulle coste nipponiche e trascorrevano il tempo dando dei calci ad un pallone. Un gruppo di ragazzi giapponesi provò ad imitarli e il football ha messo piede nel territorio giapponese ma era più facile trovare oasi nel deserto che persone che volevano correre e calciare una palla.Alle edizioni dei giochi dell'estremo oriente del 1917 debutta ufficialmente la nazionale di calcio del Giappone,composta da studenti delle scuole superiori, prendendo 5 reti dalla Cina e ben 15 dalle Filippine.
Si crea un discreto, ma migliore, gruppo di calciatori che ad ex-equo vince, assieme alla Cina, l'oro nei giochi dell'Estremo Oriente del '30 e partecipa alle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove vince sorprendentemente al debutto con la Svezia per 3 a 2 ma perde malamente contro i campioni del mondo del 1934, la bella Italia allenata dal grande Vittorio Pozzo, per 8 a 0. Il periodo post seconda guerra mondiale vede momentaneamente scomparire dal calcio i nipponici, salvo poi ripresentarsi alle qualificazioni mondiali per Svezia 1958, senza buoni risultati. Il fermento per questo sport cresce,quasi a pari passo col sumo, con il wrestling e con il baseball e nel 1965 venne a crearsi il campionato giapponese, originariamente composto da 8 squadre. Il vertice della popolarità del calcio e l'esplosione del movimento calcistico si deve a Yoichi Takahashi e ad un suo manga,divenuto cartone animato, intitolato Capitan Tsubasa, conosciuto meglio come Holly e Benji, apprezzato tutt'oggi e ispirazione per tanti giovani giapponesi a diventare calciatori, sognando, come nel fumetto, la vittoria del mondiale con la maglia dei samurai.

Tornando ai giorni nostri, per la nazionale del Giappone il discorso è abbastanza simile, hanno sviluppato dei settori giovanile ottimi e puntano soprattutto sulle nuove leve, che emergono già in giovane età nella J1 League ma anche nel calcio europeo e diversi talenti sono fiore all'occhiello della compagine nipponica, come il centrale difensivo Tomiyasu, gioca nel Sint-Truiden e Minamino, eccelso giocatore di proprietà del Salisburgo ma non sono gli unici. Tendenzialmente consideriamo che tutto ciò che sia lontano dall'Occidente sia arretrato o comunque non al passo con le forze europee, magari ci possono essere esempi anche accettabili ma il Giappone è decisamente avanzata in moltissimi settori e desiamente all'avanguardia e ha già vissuto l'esperienza del Qatar, ovvero ha fatto si che al mondiale del 2002 arrivasse con una più che buona squadra per dimostrare al mondo che i giapponesi ci sanno fanno col pallone, anche se il sogno i spense agli ottavi contro la più forte Turchia di sempre.

Nella finale di domani, due avanzati e ben strutturati movimenti calcistici si daranno battaglia per conquistare l'egemonia del calcio asiatico, lo spettacolo sarà assicurato ed entrambe, chiunque vincerà, saranno viste con occhi diversi da tutto il mondo, perchè sarà solo l'inizio di un lungo cammino.

Fortunato Coppola