Ad una prima disamina il mercato di Petrachi può apparire un po’ “piatto”, senza guizzi e colpi d’intuito su giocatori poco noti (salvo forse per il giovane centrale turco arrivato pochi giorni fa), nonché un tantino xenofobo, ma a modesto avviso dello scrivente era ciò che serviva.

L’unica cosa buona fatta da Monchi è stata quella di cominciare con Zaniolo, Pellegrini, Cristante una rifondazione basata su giovani nazionali italiani e la cosa è continuata quest’anno con i vari Spinazzola, Mancini, Zappacosta e forse Rugani.
A questi si aggiungono un giovane portiere che contende a Kepa e De Gea la porta della Spagna, due giovani esterni offensivi di grande talento come Under e Kluivert e due centrocampisti come Diawara e Veretout che vanno a colmare un vuoto atavico in rosa.
Insomma, è stata finalmente allestita una squadra con un nocciolo duro di giocatori tra i 20 ed i 26 anni, prevalentemente Italiani e quasi tutti stabilmente nelle rispettive nazionali, con esperienza internazionale ed in Serie A.

Tutti disposti a firmare contratti lunghi per stipendi compresi tra i 2 ed i 3 milioni netti l’anno, compatibili con le nostre casse. I trattamenti uniformi evitano di fare figli e figliastri e creano coesione. Non è un caso che nelle recenti interviste dei nostri molti parlino di clima nuovo e positivo nello spogliatoio. Questo è stato fatto pur a fronte dell’impossibilità di piazzare decentemente i tanti flop ereditati da Monchi.
Quanto al bomber, probabilmente l’intenzione, anche per ravvivare la piazza, di far arrivare a Trigora un colpo ad effetto come il Pipita c’era davvero, senonché Petrachi si è accorto di avere in rosa uno Dzeko in grande spolvero che sembra nato per il gioco di Fonseca e che, sentendo Roma come la sua casa, era ben disposto a tornare sui suoi passi.

Il dietrofront è stato un atto di buon senso dettato anche dalla condivisibile volontà di avere in squadra giocatori contenti di indossare la nostra maglia. La piazza resta fredda ma non è detto che sia un male. Il miglior inizio di campionato degli ultimi anni è partito dalla dura contestazione al raduno a Trigoria successiva alla nota finale di Coppa Italia persa contro tutti sanno chi.

La Roma è una malattia che non passa e con i risultati l’entusiasmo tornerà.
Dopodiché si spera che i soldi risparmiati con questa mossa vengano impiegati per completare la squadra.

Rugani ora viene svalutato perché alla Juventus è divenuto un esubero, ma visti gli altri quattro centrali juventini non mi sembra un dato così significativo.
Resta ad oggi uno dei principali candidati a raccogliere l’eredità di Bonucci e Chiellini in Nazionale, nonché, a dispetto della giovane età, un centrale tecnico e veloce con esperienza sia internazionale che in serie A. Il suo arrivo a Trigoria sarebbe oro colato, oltre che coerente con la filosofia di cui sopra. Detto questo non vuol dire che si debba necessariamente condividere tutte e in tutto le scelte di Petrachi, ma qui il discorso si fa più complesso ed ho già scritto un papiro. Mi limito solo ad evidenziare come, storicamente, pochi dei giovanissimi di belle speranze si dimostrino poi in grado di compiere il salto e diventare protagonisti nel calcio dei grandi.

Luca Pellegrini ha sicuramente talento, ma da una parte se non giocava titolare nel suo ruolo neppure nella nazionale Under 20 un motivo c’era, dall’altra il suo sacrificio è servito per arrivare a Spinazzola, giocatore forte, protagonista della rimonta della Juve contro l’atletico, già pronto e sicuramente in grado di giocare per molti anni ad alti livelli in serie A. Possibile che il giovanissimo Luca diventi anche più forte, ma ad oggi si tratta di una mera speranza, mentre noi abbiamo preso una certezza, comunque con tanti anni dic arriverà davanti, spendibile da subito.

Così se alcune giovani contropartite ci consentiranno di arrivare a Rugani non mi sbilancerei sino a dire che così rinunciamo al nostro futuro. Lo stesso Rugani, ventiquattrenne, rappresenterebbe un chiaro investimento sul futuro più del mantenimento in rosa di giovani prospetti.
I discorsi che ora si fanno per Celar vennero fatti in passato ad esempio in occasione della cessione di Nico Lopez all’Udinese. Rammento che detta cessione ci consentì di prendere Benatia che quell’anno fu il migliore centrale del campionato, mentre “el Conejo”, a dispetto delle attese, è uscito da anni dal calcio europeo che conta e per i friulani fu un pessimo affare.

Oppure Tumminello, ceduto per 5 milioni all’Atalanta nell’affare Crostante ed ora speranzoso do rilanciarsi in serie B col Pescara. E questi non sono certo gli unici bomber ad aver brillato nella primavera giallorossa per poi essersi persi nell’anonimato (Sadiq, Soleri, Tallo solo per citarne alcuni).

Forse un discorso diverso può essere fatto per uno come Riccardi che, oltre ad essere romano e romanista, appare, quantomeno per precocità, un talento puro fuori dall’ordinario. Però anche qui che il giocatore possa affermarsi nel calcio dei grandi è tutta da vedere, mentre Rugani appare già uno su cui puntare con decisione da quest’anno e per i campionati a venire.

Se poi l’utilizzo di giovanissimi come contropartite potrà servire a mettere a segno un ultimo colpo in attacco da affiancare a Dzeko al posto del probabile partente Schick ben venga.

Più che banalità, ridimensionamento o mancanza di coraggio a me sembra un sano esercizio di buon senso, ciò che è mancato negli ultimi mercati.


Sempre Forza Roma