L'Ajax è la tipica squadra ispirata al taylorismo calcistico, ovvero a quella corrente di pensiero che applica al calcio le idee dell'ingegner Taylor, l'inventore del metodo scientifico di organizzazione del lavoro.
Per i tayloristi del calcio, una squadra è un meccanismo fatto di ingranaggi i cui elementi sono i giocatori, che  devono compiere esattamente i movimenti loro richiesti, affinché tutto non si inceppi. Fra gli esempi migliori di squadre tayloriste, possiamo citare la stessa Ajax nell'epoca di Michels e quella di Van Gaal, ma non dobbiamo dimenticare il Milan di Sacchi e la Dinamo Kiev di Lobanowsky.

Le squadre tayloriste hanno il merito di non far capire nulla agli avversari, quando tutto gira al meglio, dando un'impressione di invincibilità. Dal canto loro, i filosofi calcistici tayloristi portano a esempio le espressioni migliori del taylorismo calcistico per indicare che ciò che conta è il gioco. Queste squadre sono però esposte, più delle squadre costruite in maniera artigianale, ai cali di condizione atletica e alla saturazione psicologica dei giocatori.
E' vero che le squadre tayloriste faticano meno degli altri, in quanto ogni giocatore ha il suo posto e i suoi compiti da eseguire, cosa che, se fatta bene, comporta meno spreco di energie.
I movimenti, tuttavia, devono essere rapidi, in quanto sono sempre gli stessi, per cui quando viene meno la brillantezza, le suqadre tayloriste diventano prevedibili. E proprio perchè i movimenti sono sempre gli stessi, può accadere che i giocatori di indole più creativa vadano in saturazione diventando gli anelli deboli della catena. Entrambi questi fattori penalizzarono il Milan di Sacchi in campionato, manifestazione di lunga durata. Lo stesso Milan di Sacchi vide la crisi di rigetto di Marco Van Basten, che nel campionato 1990-91 dette l'impressione di essere completamente stufo del suo tecnico. Quando la squadra taylorista va in crisi, i sostenitori del calcio artigianale sostengono che il calcio è una cosa semplice, con pochi schemi base e valorizzazione dei singoli. Questa diatriba, comunque, come tutte quelle ideologiche, mi coinvolge poco.

Di certo la Juventus ha incontrato l'Ajax nel momento peggiore, cioè quello attuale. Gli olandesi sono, infatti, in forma fisica smagliante e, soprattutto, talmente entusiasti per aver superato la fase a gironi, da non essere ancora saturi. Se ne era già accorto il Real. L'Ajax, inoltre, è una novità, troppo recente, perchè qualcuno abbia già potuto individuare il punto debole dell'ingranaggio e Allegri non ci ha davvero capito nulla.
La Juventus, in sostanza, ha pescato la carta peggiore del mazzo. Se giochi con Barcellona, Tottenham, City, Liverpool o lo stesso United, quando vinci ti portano in trionfo, ma se perdi... oh, hai perso con uno squadrone quotato eh! Se perdi con l'Ajax, che magari vale quantomeno le altre, hai perso contro un outsider.

Ho sempre in mente l'immagine di Allegri dopo Jeddah, che sorrideva a 32 denti per una vittoria come quella ottenuta in Supercoppa, quasi fosse Giulio Cesare dopo Farsalo.
Insomma, non mi ha ispirato, non mi ispira tuttora e non può ispirarmi simpatia. Ma ieri sera è incappato in una di quelle bestie calcistiche contro cui aveva solo da perdere e niente da guadagnare. Non è dalla partita di ieri che si può dedurre la sua dimensione di allenatore. Prima o poi l'Ajax sarà sgamata e quel giorno l'allenatore dell'altra squadra guadagnerà fama e onore.

Al limite si può dire che, dal punto di vista fisico, la Juventus si tiene su con la classica sputazza, come aveva dimostrato 10 giorni fa contro il poco irresistibile Milan. Forse la voglia di vincere in anticipo lo scudetto per dedicarsi alla volata per la Champions ha giocato un brutto scherzo ai bianconeri, sortendo l'effetto contrario di spremere la squadra, ma su questo potrebbe aprirsi un discorsi più ampio, che non coinvolge solo Allegri.

Per concludere, Ronaldo è un davvero signor giocatore, ma il calcio è realtà troppo complessa per dire:

1) ho una squadra forte;

2) compro il miglior giocatore del mondo;

3) vinco la Champions.

Fosse così semplice!