Sono passati pochi mesi da quel caldo giorno estivo che ha fatto impazzire i tifosi bianconeri, il giorno dell'annuncio di Cristiano Ronaldo alla Juve. Sono stati giorni di entusiasmo, giustificato, per l'arrivo in bianconero, e in Italia, di uno dei due giocatori più forti del mondo, che hanno dominato gli ultimi dieci anni il palcoscenico del calcio europeo. Un Ronaldo che sbarcato in Italia ha colpito tutti, per la sua "normalità" come persona. Disponibile con giornalisti e tifosi, sempre sorridente, ma soprattutto una macchina da guerra dal punto di vista dell'impegno in allenamento e disponibilità nei confronti di allenatore e compagni di squadra. Tutti da quel momento si sono sentiti in dovere di dare un qualcosa in più, Ronaldo ha anche il potere di alzare l'asticella delle prestazioni di chi lo segue. Di certo non ha il potere di vincere una Champions da solo, perché se bastasse un solo giocatore forte sarebbe facile, ma aiuta, o almeno dovrebbe. Da subito Ronaldo si è messo a disposizione della squadra e si è subito capito, qualora ce ne fosse stato bisogno, di che pasta è fatto il portoghese. Anche se non più giovane, e non più quello di cinque anni fa, comunque di un'altro pianeta. Ma ad un certo punto qualcosa si inceppa. In Champions, la casa di Ronaldo, il suo salotto, non gira come sempre, addirittura assapora la prima espulsione della sua carriera alla prima in Champions con la Juve, e non riesce ad incidere come abitudine. Anche in campionato, la. Juve cala di intensità e ritmo fino ai crolli con Atalanta e soprattutto quello di Madrid al Wanda Metropolitano. Quello che si evince dal comportamento in campo di Ronaldo è la sensazione che il marziano sia atterrato nel pianeta sbagliato. In campo sembra parli una lingua diversa da tutti quanti. Soprattutto di Allegri. Lo si vede in campo come un corpo estraneo, si agita, chiama i compagni ad essere propositivi, lo si vede con la mano chiedere ai suoi compagni di salire, e invece tutti stanno dietro. Non è questo il suo modo di giocare e lo fa capire benissimo a tutti. Sbuffa, scuote la testa. Forse pensa allo scorso anno con Marcelo al posto di Sandro, che ritengo uno dei giocatori più sopravvalutati di sempre, Benzema e Bale al posto di uno snaturato Dybala. Ma al di là dei giocatori, è proprio l'atteggiamento e la mentalità che sembrano non essere parte del suo mondo. Chissà come andrà a finire, chissà se rimarrà anche il prossimo anno con questi presupposti. Intanto Manchester chiama.....