Difesa a tre, di cui un solo centrale di ruolo e due terzini adattati (non che i centrali mancassero, Mukiele e Orban erano in panchina). Contro l'Atletico Madrid, che non sarà la squadra più offensiva del mondo, ma sulla carta avrebbe avuto tutte le carte in regola per mettere in difficoltà la squadra di Nagelsmann. Il Lipsia ha vinto in tutto e per tutto. Determinazione, aggressione di avversari e spazi, qualità nel possesso. Ma soprattutto giocatori giovani, gli over 25 erano 3. Giocare la palla, attaccare e cercare di fare sempre un gol in più. Anche se ti trovi in campo gente che spacca la partita, che sia in campo aperto che negli spazi stretti fa male, Joao Felix e Morata su tutti (inseriti troppo tardi, a mio giudizio, da Simeone). Negli ultimi anni però (e qui cito il buon Adani di Sky) vince chi dimostra di essere più forte sul campo, non chi specula sul risultato, difendendosi e cercando di sfruttare le palle gol che derivano dai contropiedi. Anche perchè se davanti ti trovi una squadra che sa benissimo dove vuoi andare a parare e adotta le giuste contromisure, fai la figura del pollo. Come troppe volte è successo alla Juventus, ad esempio.

I vari Upamecano, un vero muro invalicabile, Angelino, una freccia, Poulsen, stoico nel sostituire Werner come riferimento offensivo, hanno mostrato una magnifica realtà e ci hanno permesso di assistere ad una grande partita. Nel quarto di finale in gara secca di Lisbona, il Lipsia ha messo in campo il futuro, ma soprattutto uno splendido presente, che mi auguro possa solo essere di successo (e spettacolo) ma che dovrebbe far riflettere chi troppo spesso punta su giocatori già affermati trascurando magari qualche giovane talento di troppo e impedendone l'esplosione. Il connubio giovani-calcio propositivo meriterebbe più fiducia, per amore del calcio e per la sopravvivenza dello stesso.