Una delle cose che subito salta all'occhio leggendo Un capitano è che probabilmente si parlava della fascia di capitano che sfoggia condò quando fa calcio a 6 con gli amici, perché è il suo stile (calmo, ironico, come un caminetto acceso con un brandy) a saltare fuori dalle pagine della biogr... ehm autobiografia, e non certo quello di Totti!

La prima parte potrebbe interessare solo un fan che rientra più nei ranghi di maniaco: dati e aneddoti su una puberta e pre-pubertà di una totale mediezza che non capisco come mai non siano stati tagliati, dato che comunque il libro sarebbe riuscito bello grosso mattone-like anche senza la storia di come Totti viene espulso da scuola per aver rubato (o preso in prestito?) un pallone insieme ad altri compagni o lui che rimane a casa solo mentre la mamma va a fare la speszzzz.

Sinceramente, pur essendo una fan della Roma (anzi forse proprio per questo, visto il racconto delle molteplici perdite, delusioni, partite con la Sampdoria etc. etc) la parte che più mi ha galvanizzato è stata quella dei mondiali: un bellissimo aneddoto su Riva che non spoilero è la ciliegina sulla torta, ma anche qua c'è una sorta di ufficialità al tutto, con pochi risvolti personali, per dire nel non eccelso e non seguito da giornalisti di spicco  come condò-alciato, per la basic-precisione - libro "la nostra bambina" di Cannavaro e tutta la squadra sul mondiale 2006 ci sono molte più storie, anche su e con Totti, che qua ad esempio non ci sono.

L'altra parte davvero bella e conseguenziale-logica (alcuni passaggi devo dire sembravano aggiunti in fase di stampa, come il modo in cui Totti perde la verginità) è tutta quella su Spalletti: vista in quest'ottica prendere le parti di francesco sembra ancora più facile, io che ad esempio ho sempre pensato che avessimo di fronte un allenatore  con già tanti problemi e in più alle prese con un mostro più grande di lui. e invece no. pare proprio di no. certo è sempre la sua versione di Totti contro quella dell allenatore toscano, ma  tutto sembra molto sensato.

In definitiva il libro è un compromesso tra l'idea di voler raccontare TUTTO Totti (ci sono giornate e giornate di campionati anche insignificanti per la Roma) e solo il Totti dalle vicende più note: per me, un idea "cretina" perchè Totti è noto per essere un comunicatore-anche se spesso incomprensibile- e non il classico calciatore che se scrive un libro in un modo o in un altro non cambia nulla. Totti ha una sua precisa identità: campione ma umile, milionario ma apparentemente ancora legato solo a due ristoranti-trattorie, tifoso e capitano, self proclaimed uomo molto permaloso.
Insomma, sarebbe come fare una bio su Baggio e parlare della sua religione o dell'amore per la caccia solo in alcuni tratti e livellare tutto allo stesso modo e dare ad ogni argomento la stessa importanza. e invece non dovrebbe essere così, anzi, non è così.