Oggi a Verona col Chievo c'è stata l'Epifania della Juventus di Allegri. Quella che gli esperti (sic!) presentavano come una armata invincibile ha faticato incredibilmente contro una squadra che lo scorso anno si è salvata a fatica e che fino a qualche settimana fa era condannata a un campionato di sofferenza. Il solito dominio sterile fatto di possesso palla e di continui cambi di gioco, utili solo a mettere in mostra la "tennica" di qualche esterno.
La disperata solitudine del terminale offensivo, si chiami Higuain o, che Dio ci perdoni, Cristiano Ronaldo. I due centrocampisti che al primo calo fisico vengono travolti dal centrocampo avversario, sia esso il Lione, la Sampdoria, il Chievo o il Real Madrid. Un difesa inevitabilmente scoperta, che prende gol ad ogni primo affondo avversario. La folle insistenza sul talento inutile di Dybala, sempre più candidato al ruolo di più grande bluff della storia bianconera. E invece, dopo minuti estenuanti di sofferenza, i soliti guerrieri a salvare la baracca: il figliol prodigo Bonucci (ma che successe davvero un anno fa?) e soprattutto Mario Mandzukic, che soltanto la stoltezza di un'epoca molle può mettere in coda alle gerarchie di un attacco tutto fumo e niente arrosto.

Bisogna uscire al più presto dalla maledizione delle vittorie troppo facili in Italia, che non consentono una vera evoluzione di gioco di questa squadra. L'ostinazione di Allegri, che nonostante i cambi di interpreti serve da anni la stessa minestra, non fa presagire nulla di diverso dal film che vediamo da anni. L'unica soluzione è cambiare, facendo in modo che i tifosi juventini possano godere dello spettacolo offerto da uno degli atleti più meravigliosi che la storia del calcio ci ha regalato.