Quando l'urlo si alzerà tutto il Mondo tremerà!

Così in un lontano 1992 il croato di nascita ma serbo di nazionalità (iniziò nella Jugoslavia ancora unita) atterrò a Roma, il 23enne difensore centrale Sinisa Mihajlovic con una folta capigliatura riccia fresco di una Coppa dei Campioni vinta nella Stella Rossa, forse non immagina che da quel momento non lascerà più la penisola italiana ma vi formerà anche la sua splendida ed enorme famiglia di 5 figli più 1 nato da una precedente relazione e riconosciuto nel tempo.
La sua carriera sbocciata nella ex-Jugoslavia e divisa tra Roma in entrambe le squadre, Genoa nella Samp e Milano nell'Inter da giocatore l'ha portato nella storia anche del calcio italiano entrando di diritto negli almanacchi del calcio Mondiale.

Chi era Sinisa Mihajvic? In campo si ricordano ben due cose: Irruenza e Carattere con il quale era meglio non scherzare, anche perchè il buon Sinisa visto all'esterno del campo si trasformava appena indossava gli scarpini, e poi le sue strepitose punizioni con mancino che poteva essere 'Fero o Piuma': Ferro che in romano si dice con una R in meno era la potenza che sprigionava quando la palla si incontrava con il suo piede, mentre Piuma perchè nei calci di punizione riusciva a punnellare sempre sotto quel sette a togliere le ragnatele alla porta.
Il suo primo acuto è nella stagione 1999-2000 quando in maglia Lazio conquista il suo primo scudetto italiano e riporta in casa biancoceleste un trofeo che mancava dal 1974 con 26 presenze e 6 reti, seguito poi da quello del 2006 con l'Inter anche i nerazzurri non ne vincevano uno dal 1989 con 5 presenze e 1 rete intervallati da 3 Supercoppe Italiane e 4 Coppe Italia tra Lazio e Inter.
Dopo l'addio alla sua carriera calcistica ha tentato fin da subito quella da allenatore partendo nel lontano 2006 come vice di Roberto Mancini nell'Inter, passando per Bologna e Catania dove ci si è cominciati ad accorgere che in lui c'era del potenziale e ben presto il suo carattere deciso con l'arrivo del soprannome 'Sergente' che se lo porterà per tutta la sua vita.
E se a Roma trova la sua dolce metà Arianna Rapaccioni e si costruisce la famiglia, Bologna diviene una casa nel quale ha conosciuto gioie e soprattutto dolori. Infatti dopo il tram tram di panchine ben 10 il serbo era divenuto parte di quella città di quei tifosi e di quella squadra che sembrava non voler più lasciare.
Se dalla Milano interista dove si ritirò nel 2006 e iniziò la carriera da allenatore in seconda, a Catania esegui' le sue prime gesta che lo avrebbero portato a traguardi ancor più esaltanti. Con gli etnei nel 2009 subentrando a Gianluca Atzori non solo porta il Cartania a tornare a vincere in campi dove non si vinceva da tempo immemore ma batte anche club molto più blasonati come la Juventus a Torino, la Lazio all'Olimpico e poi l'Inter in casa. Mihajlovic poi ha proseguito con risultati minori sulla panchina della Fiorentina, per poi passare su una panchina prestigiosa quella della sua nazionale, la Serbia, ma non riesce nell'impresa di qualificarsi al Mondiale 2014 e poco dopo si dimette.
Passando per la Sampdoria sempre nel 2013 riesce a in due anni a far risalire la squadra blucerchata da una logorroica posizione nella classifica di destra ad una zona Champions nella successiva stagione, ma in quel caso il suo carattere irruento lo porta a commettere una errore; A fina gara del derby contro il Genoa entra in campo e oltre a redarguire il difensore Vasco Regini lo prende letteralmente per il collo per un errore che costò il pari alla sua squadra e quel gesto non passò inosservato alla società, alla fine ben consapevole di un possibile esonero a fine stagione si dimette con una lettera scritta e pubblicata dalla società doriana a campionato concluso.
Nel 2015 arriva la grande panchina, quella del Milan, dove il serbo lancia il giovanissimo Gigio Donnarumma appena 15enne e il suo intuito non tarda fatto sta che quel portierino nel giro di poche gare diviene subito d'interesse Mondiale, tutto sta che però il suo percorso in rossonero non dura tanto, gli bastano 5 risultati negati per essere sollevato dall'incarico. Tra Torino prima, record di punti all'andata con 29 e ritorno pessimo e Sporting Lisbona nemmeno il tempo di cominciare l'avventura che viene esonerato passano poco meno di una stagione e allora quale miglior piazza di quella di Bologna per ritornare agli albori?
E così nel 2019 eccolo di nuovo sulla panchina felsinea ed è subito amore con i tifosi; il Sergente, si dice abbia ricevuto qui tale soprannome, fa subito sul serio e in poco meno di due anni trasforma una squadra poco più che una salvatrice delle ultime giornate in una delle prime 10 squadre del campionato, ma poi in una conferenza stampa...

...Ho detto a mia moglie che avevo questa febbre perchè c'avevo da fare ulteriori esami e li ho fatti, li ho fatti alle tre e alle nove abbiamo avuto i risultati che praticamente è leucemia... sono rimasto due giorni in camera a riflettere, a piangere, ti passa tutta la vita...

Da quel momento i suoi occhi si riempiono di lacrime, la vita del campione comincia a cambiare nell'aspetto fisico, ma la sua testa resta ferma e decisa su ben due cose. Non sono lacrime di paura... no... io la malattia la rispetto, ma so che la vincerò... la affronto... come ho sempre fatto, con il petto di fuori e guardandola dritta negli occhi e vado avanti, io martedì vado in ospedale...prima comincio,  prima finisco...

La determinazione del tecnico è davvero da pelle d'oca e tutti anche quelli che lo avevano odiato 'calcisticamente' parlando si stringono intorno al tecnico serbo, e lui non fa mancare il suo apporto; chemio e 44 giorni di ospedale, poi il ritorno in panchina a inizio stagione 2019-2020 con il permesso dei dottori che gli danno il via libera oltre a prendersi gli applausi del pubblico che sia di fede felsinea oppure no, il suo corpo cambia e Sinisa si vede ogni volta sempre più magro, ma non stanco di combattere mentre accompagna il suo capo con un berretto per non far vedere la sua calvizie data dalla cura.

Tutto sembra proseguire nel meglio e se i tifosi di tutte le squadre gli mandano messaggi nel web, la squadra al completo si presenta sotto la sua finestra d'ospedale e gli dedica un attibuto con applausi al suo affacciarsi alla finestra...
Non vi aspettavo...e a Kevin Bonifazi gli dice...Kevin ma che ti sei vestito al buio? Portando tutti ad una risata generale, chiudendo con un...Vi Voglio Bene...accompagnato da delle lacrime di commozione del tecnico stesso.
E così parte il coro...Sinisa on fire....lalalalalala.....Sinisa on fire....tutto si chiude con il saluto del tecnico...ci vediamo presto! 
Sinisa rispetta la promessa e torna più e più volte in panchina, salvo lasciare la gara pochi minuti prima della chiusura per tornare in ospedale. L'addio al Bologna nella stagione corrente per molti fu figlia delle brutte prestazioni del club felsineo, mentre per altri l'aggravarsi delle condizioni fisiche ha portato società e allenatore a trovare un accordo in comune che poi passò per l'esonero. 

Cosa resta di Sinisa Mihajlovic negli occhi di chi l'ha visssuto? Tanto, perchè un giocatore come Sinisa ha portato a capire che un difensore centrale può anche essere il fulcro di una squadra e non solo un semplice difensore che picchia duro e nulla più, restano le sue punizioni che difficilmente si possono replicare, resta la sua faccia da cattivo con il cuore buono, resta quel sorriso in faccia alla malattia quando già sapeva che nulla l'avrebbe potuto salvare. 
Ciao Sinisa e che in cielo anche gli angeli, mettendosi in barriera, possano esclamare: "Occhio alla bomba di Sinisa!".
Buon Viaggio Gladiatore!