Ritorno di Champions fra Napoli e Milan, valido per il passaggio alla semifinale e sale la tensione, per entrambe le tifoserie, nella consapevolezza di quanto sia importante superare il turno.
Un'attesa lunghissima, emozionante, nella consapevolezza che avventurarsi in pronostici è pressoché impossibile. Certo, il Milan parte dal gol segnato da Bennacer a San Siro, ma sarà sufficiente per superare il Napoli che sarà sospinto da una tifoseria caldissima?
La formazione allenata da Mister Pioli ha a disposizione due risultati su tre, oltre alla sconfitta con un solo gol di scarto
, per decidere tutto con i calci di rigore, ma la squadra di Spalletti, sente il profumo della vittoria e vedersela sfuggire davanti ai proprio pubblico, nello stadio intitolato a Diego Armando Maradona, sarebbe troppo grave.

Pur nella consapevolezza che si tratta di uno splendido evento sportivo e non certo di una battaglia, il pensiero mi ha ricordato un film, bellissimo, del 1962. Il giorno più lungo, basato sull'omonimo racconto storico del 1959 di Cornelius Ryan, sullo sbarco in Normandia decisivo per l'esito finale della seconda guerra mondiale.
Il film, girato in bianco e nero, fu interpretato da un grande cast che comprendeva John Wayne, Edmond O'Brien, Kenneth More, Richard Todd, Robert Mitchum, Richard Burton, Steve Forrest, Sean Connery, Henry Fonda, Red Buttons, Peter Lawford, Eddie Albert, Jeffrey Hunter, Stuart Whitman, Tom Tryon, Rod Steiger, Leo Genn, Gert Fröbe, Irina Demick, Bourvil, Curd Jürgens, Robert Wagner, Madeleine Renaud, Paul Anka e Arletty. Alcuni di loro avevano realmente partecipato allo sbarco. Un film bellissimo, con interpreti bravissimi, ma di cui si conosceva perfettamente la conclusione, cosa ben diversa invece per la partita di martedì.

Allora come non ricordare quel 1° maggio del 1988, quando i rossoneri, allenati da Arrigo Sacchi, si presentarono al San Paolo di Napoli nel tentativo di vincere per superare i partenopei nella volata scudetto. Ricordo perfettamente quel pomeriggio, incollato alla radiolina. La gara fu sbloccata da Pietro Paolo Virdis, ma Maradona, all'approssimarsi dell'intervallo, con una delle sue magiche punizioni, riportò la partita in parità. Ma fu nella ripresa che il Milan riuscì nell'impresa di vincere. Ancora Virdis, di testa, su assist di Gullit e poi, il Cigno di Utrect, Van Basten per il 3-1 ancora su passaggio del "tulipano" Rud Gullit. Careca realizzò la rete del 3-2 ma il Napoli fu sconfitto, superato in classifica dal Milan, per il primo e unico scudetto del "Mago di Fusignano", irresistibile a livello internazionale.

Il terzo e ultimo ricordo, proprio in considerazione che siamo in ambito Europeo, è per la vittoria che amo maggiormente e che rappresenta il Milan non nella sua grandezza sportiva, riferita a molti anni gloriosi, ma a quella voglia di lottare, di vincere anche contro avversari più forti, di uscire dal campo, vincenti o sconfitti, ma con la consapevolezza di aver dato il massimo, di aver onorato la maglia e i propri tifosi.               
La sera del 16 maggio 1973 il Milan giocava la finale della 13ª edizione della Coppa delle Coppe UEFA allo stadio Ethniko Kaftanzogleio di Salonicco contro Leeds Utd. Arbitro dell'incontro il greco Christos Michas, su un campo reso pesante da un violento acquazzone abbattutosi sullo stadio poco prima della finale, si sfidavano il Milan, che sognava la conquista della "stella", e il Leeds dato per favorito.
I Rossoneri di Mister Nereo Rocco partirono forte trovando il vantaggio con un gol di Luciano Chiarugi; il resto dell'incontro fu un assedio alla porta del Milan con un Villiam Vecchi insuperabile e in grado di tenere la porta inviolata.
Gli inglesi reclamarono la mancata concessione di almeno due calci di rigore e la gara fu molto nervosa, con l'espulsione di Riccardo Sogliano e Norman Hunter per reciproche scorrettezze. Il Milan vinse così la seconda Coppa delle Coppe, regalando al popolo rossonero qualche giorno di festa poichè la domenica la "Fatal Verona" costò molte lacrime e alcune non sono ancora asciugate.

Tre ricordi, così diversi, ma ugualmente indelebile, così come sarà certamente questo 18 aprile del 2023, a prescindere dal risultato finale, che da milanisti ci auguriamo positivo. Vogliamo solo gustarci una serata di SPORT, gioiosa o dolorosa, senza eccessi, senza trasformarla in altro, poichè facendolo si rovinerebbe proprio quella magia che partite come queste, sanno regalare.