Con l'acquisto di Jordan Veretout si è conclusa la prima fase del mercato giallorosso e la nuova Roma di Fonseca e Petrachi inizia a prendere forma. Mai come quest'anno il nome dell'allenatore e quello del direttore sportivo possono essere accomunati nelle strategie societarie perché tutti gli acquisti effettuati da Petrachi derivano da indicazioni di Fonseca o almeno risultano funzionali al tipo di gioco praticato dal tecnico portoghese. Sarebbe ingeneroso mettere a confronto il lavoro svolto a Trigoria da Walter Sabatini e quello di Monchi, considerato che il primo, nonostante alcuni errori, ha messo a segno dei colpi di mercato straordinari mentre il secondo ha invece dilapidato un patrimonio tecnico costruito ed accresciuto in sette anni di proprietà americana.

Resta però il fatto che sia Sabatini sia Monchi si considerassero dei solisti della trattativa e che le loro operazioni, pur rispettando i vincoli del fair play finanziario, fossero più il frutto di intuizioni e valutazioni personali che figlie di un piano concordato con l'allenatore. Probabilmente Eusebio Di Francesco non diventerà mai un tecnico di caratura internazionale ma di sicuro Monchi gli ha sistematicamente proposto calciatori  inadeguati al suo modello di gioco.

Con Fonseca e Petrachi si è cambiato registro: gli acquisti effettuati sono funzionali alla visione di calcio dell'allenatore ed inoltre si è puntato su giocatori magari giovani ma di già sperimentata affidabilità. La rosa costruita finora non può puntare al titolo e nemmeno  contenderlo fino alla fine a Juventus e Napoli; ma la Roma di oggi è una squadra solida e di prospettiva. Mancano sicuramente ancora un difensore centrale, un esterno offensivo ed infine  un grande centravanti, uno di quelli che può incendiare la piazza. Se la Roma indovinerà questi tre acquisti, la prossima stagione potrà davvero essere quella della rinascita.