Gli Inglesi incominciarono a giocare al football con uno schema molto semplice, la cosiddetta piramide rovesciata 2-3-5 con il fuorigioco “A due” cioè l’attaccante per non essere in fuorigioco doveva avere due giocatori avversari fra lui ed il portiere. Con la modifica del fuorigioco, portando a uno solo il giocatore fra l’attaccante ed il portiere, aumentarono i goal a dismisura e quindi si pensò a limitare le falle in difesa sperimentando altre soluzioni. Chapmann, un allenatore con molta iniziativa escogitò il Sistema MW che diede ottimi risultati e che fu, per l prima volta adottato in Italia dal Grande Torino l quale ottenne ottimi risultati. Il Chapmann 3-2-2-3 fu trasformato in 3 – 4 – 3 in molte varianti, tra le quali quella adottata da Mr. Juric.
In figura è indicato a sinistra il modulo adottato da Mr, Juric e a destra come è stato costruito dal Sistema di Mr. Chapman.
L’immagine di destra dell’articolo rappresenta il tipico schema “Sistema” base, MW, inventato da Chapman. Su questo schema sono apportate in giallo delle varianti adottate da Mr. Juric.

Confrontando i due schemi è naturale cogliere le seguenti differenze:
il sistema classico ha una conformazione con il centrocampo formato da un quadrilatero, in cui operano due mediani centrocampisti e due mezzeali a supporto dell’attacco, formato da un centravanti e due ali.
Nel sistema Juric il centrocampo teoricamente si dispone in linea e le due ali arretrano, diventando trequartisti, a supporto dell’unica punta, mentre lo schema della difesa rimane invariato.
Nel Sistema Juric i due centrocampisti laterali (esterni), a seconda della fase di gioco (attacco o difesa) possono diventare degli attaccanti sulla rispettiva ala, in supporto dell’attacco o arretrare a sostegno della difesa, cioè giocano a tutto campo.
Gli altri due centrocampisti, in posizione centro-mediana, giocano davanti alla difesa e sono gli artefici della costruzione del gioco, sia in fase di attacco che di difesa.

Due prerogative del gioco di Mr. Juric sono di aver adottato una marcatura a uomo (tipica del Sistema) e di aver abbassato leggermente le due ali, con compiti non tanto di attacco, quanto di supporto all’unica punta e rinforzo del centrocampo. La squadra è compatta e corta anche per precludere le linee di passaggio e aumentare la precisione dei passaggi.
E’ curioso sapere che negli anni '40 il Grande Torino aveva adottato il Sistema come metodo di gioco, e nel '42-'43 era stata la prima squadra italiana a vincere lo scudetto con il Sistema. Adesso, dopo tanti anni si torna a parlare di una particolare applicazione del Sistema proprio al Torino. (Grande Torino 3 2 2 3 , Torino Juric 3 4 2 1 o, raramente, 3 4 1 2 come giocava Edmondo Fabbri nel 1971/72, o la Grande Ungheria e la Polonia). Come vedete il libero è scomparso.

Altre peculiarità sono il gioco del portiere che all’occorrenza cerca di ovviare alla mancanza del libero co uscite fuori area di piede o di testa, lo stesso ruolo che assume un difensore in copertura, in genere il più veloce, appostato a centrocampo per contrastare eventuali rimesse dell’avversario nel caso in cui questo riuscisse a uscire dall’attacco del Torino.
Il portiere del Torino, abile anche di piede, partecipa con disinvoltura alla manovra arretrata, talvolta fungendo da regista difensivo ed effettua lanci direttamente sugli attaccanti che spesso sorprendono la difesa avversaria, sono lanci più precisi e assecondati dagli uomini davanti che cercano di smarcarsi o di intervenire di testa. Si ricordi il goal di Sanabria quando, partendo dal portiere, in due passaggi verticali Sanabria si trovò solo davanti al portiere segnando un bellissimo goal, conquistando la profondità.
Un’altra variante fondamentale apportata dal Torino è quella di tenere il baricentro del gioco verso la porta avversaria, con un possesso di palla rapido e possibilmente molto preciso. Con il baricentro alto è possibile spostare molti uomini in area cosa che ha portato a dei goal con lanci nel cuore dell’area avversaria. Inoltre costituisce un filtro formidabile e fondamentale nel gioco di Mr. Juric in quanto riduce sensibilmente le azioni offensive dell’avversario, stroncandole sul nascere, con la conseguenza di diminuire i tiri in porta (le statistiche segnalano che il Torino subisce un bassissimo numero di conclusioni).
In caso di attacco è molto importante riuscire a conquistare con il pressing le seconde palle e quindi gestirle: possono permettere ripartenze veloci in fase difensiva o prevenire un nuovo attacco impedendo la ripartenza degli avversari. Con la conquista della seconda palla ben eseguita, non è raro osservare ripartenze con 3 – 4 uomini del Torino in superiorità numerica rispetto all’avversario.
Per praticare il Sistema di Juric occorre una predisposizione sia fisica che mentale per assimilare i concetti base prima e affinare poi la tecnica.
E’ evidente che per sostenere questo gioco per 90’ e per molte partite, occorre una condizione fisica ottimale ed un buon turn-over in quanto richiede un notevole dispendio di energie
ed un affiatamento notevole fra tutti, con quegli automatismi che permettono a qualcuno di sganciarsi senza lasciare varchi alle spalle che sarebbero subito riempiti dagli avversari, oppure tutti gli automatismi di raddoppi di marcatura e quelli molto veloci in fase di attacco.
Gli scambi tra i giocatori devono avvenire molto velocemente con i due tocchi e la palla bassa come intendevano gli inglesi battezzandolo carpet football, il "calcio sul tappeto", fondato sul possesso del pallone, sempre giocato rasoterra con numerosi e brevi passaggi ed una manovra costruita con perizia. Soprattutto, il centrocampo è la zona nevralgica nella quale si decidono le sorti della partita.
Un grosso vantaggio del Sistema con marcatura a uomo è obbligare ciascun avversario a giocare a specchio secondo lo schema del Sistema. Se l’avversario non riesce ad imporre il suo gioco e cade nella trappola, si mette a giocare come il Torino, facendone una brutta copia perché non è attrezzato a farlo e quindi giocando male.
Questa sera stiamo per assistere a Inter-Torino, una dura prova per il giovane Torino di Mr. Juric. Vedremo tutti i concetti tattici enunciati se funzionano anche contro la squadra attualmente migliore del campionato italiano. A dopo.

INTER 1-TORINO 0
E’ stata una bella
partita vinta dall’Inter con due minuti di distrazione del Torino.
Nella prima mezz’ora del primo tempo, l’Inter riusciva a dare pressione di non soffrire piu di tanto il gioco del Torino, riuscendo a spingere i granata nella propria metà campo. Il Toro reagiva, ma effettuava qualche passaggio tecnicamente sbagliato; ciò nonostante reggeva bene la pressione dei milanesi.
All’improvviso, al 30’ del primo tempo, una bella azione di Pieca sfiorava il goal. Il Torino rimaneva in fase di attacco, ma perdeva palla con un rimpallo e in quel momento non è stato in grado di riconquistare la seconda palla, l’Inter si è involato in contropiede ed i tre difensori non sono stati in grado di fermarli perché hanno perso la marcatura, in quanto l’azione era molto veloce e gli attaccanti erano molto larghi, così, arrivati in area con un forte tiro all’angolino basso hanno trafitto il portiere del Torino. Il primo tempo non diceva molto di più col Torino timido nel proporsi in avanti temendo forse altri contropiedi e continuando a sbagliare troppi passaggi.
Tutto il Torino marcava bene a uomo e nel secondo tempo per circa 20’ minuti costringeva l’Inter a difendersi. Sia Brekalo che Pieca, sapendo di aver a che fare con difensori molto duttili, hanno marcato bene i loro rispettivi avversari, per contro perdendo estro ed efficacia in attacco. Verso la fine entrava il giovane Warning portando un po di vivacità in attacco, ma non riuscendo a incidere piu di tanto.
In generale l’Inter ha accettato l’incontro con una squadra che giocava a uomo, ma ha saputo affrontarla conquistando tante seconde palle ed usufruendo di passaggi errati del Torino, il quale,però, non mollava fino al 94° e guardando i numeri della partita avrebbe, a mio avviso meritato il pareggio, per la sua efficacia e disciplinata tattica che non ha permesso all’Inter di giocare come voleva, anche se ha saputo adattarsi bene al gioco imposto dal Torino.

Dopo ill match Il Presidente Cairo ha parlato a lungo con Mr. Juric convenendo alla necessità di acquisire giovani atleti preparati atleticamente e tecnicamente per rafforzare la squadra.
Il Torino ha ampli margini di miglioramento, vedremo nel girone di ritorno.

FVCG
“Maroso”