Buongiorno a tutti,
ho deciso di scrivere questo blog per puro esercizio mentale, lungi dal sentirmi un'autortà in materia, semmai uno che per anni ha dedicato la sua vita ed il suo tempo ad insegnare ai giovani, e che oggi ha un po' di nostalgia di quei momenti. Devo dire, però, che ogni volta che discuto di calcio con chi ha veramente giocato, e parlo di amici che hanno giocato con me, oppure chi ha avuto la possibilità di avere giocato tra i professionisti, rilevo che le opinioni coincidono, difficilmente si ha una visuale diversa, possono esserci comunque esperienze più premianti.
Quello che mi lascia perplesso è vedere in televisione giocatori professionisti che fanno errori secondo me ingiustificabili. E non parlo di sbagli nel controllo della palla, o di tiri sbagliati, ma di approccio tecnico di base e di movimento sul pallone. E forse è proprio questo improvviso depauperamento delle capacità interpretative e la carenza di allenamento adatto sono la causa della differenza tra noi e il calcio estero. E per calcio estero, intendo le squadre che vanno per la maggiore come Inglesi, Tedesche, Spagnole. 

Vorrei partire con la conoscenza dei fondamentali del calcio, che sono sette. Il primo è il calciare la palla, poi lo stop o ricevimento della palla, la conduzione stessa del pallone (con finta), il contrasto (tackle), il colpo di testa, la rimessa laterale e la tecnica del portiere.
Come si calcia la palla? Bisogna già fare una premessa, oggi il pallone è più leggero di qualche anno fa, pesa circa 400 grammi, contro i 640 di trent'anni fa. E storicamente, in Inghilterra dagli anni sessanta c'erano palloni più piccoli e meno pesanti rispetto ai nostri, completamente bianchi, che creavano problemi alle nostre squadre che giocavano partite di coppa in terra di Albione. Bsogna anche dire che i materiali, dal campionato del mondo del  Messico in avanti, erano cambiati, sostituendo il duro cuoio con materiali plastificati meno traumatici nell'impatto con le parti del corpo scoperte. Questo consente al pallone di non cambiare di peso in caso di pioggia, vero problema di quando giocavo nelle giovanili(cinquant'anni fa), soprattutto se dovevo colpire di testa, perché il pallone arrivava a pesare anche un Kg.  Il pallone va calciato in tantissimi modi, innanzitutto si deve capire quale modalità di gioco si esegue: un passaggio corto, un passaggio lungo, un cambio di gioco, un passaggio filtrante, un tiro in porta o, spesso inguardabili, cross dal fondo. Poi c'è il tiro al volo, il rinvio, l'incontro di piatto per respingere. Sono tutti modi che hanno sempre un presupposto iniziale: la posizione del corpo. Questo perché se il corpo assume la giusta posizione, il tiro diventa efficace, bene indirizzato e in grado di raggiungere lo scopo di destinazione finale. Il passaggio, si deve effettuare dando la giusta forza al pallone, se è corto, si colpsce di piatto, ovvero la parte interna del piede dando una rotazione in avanti, se il passaggio è lungo, si deve usare il collo del piede, colpendo sotto il pallone e lasciando andare la gamba, se si deve alzare, altrimenti di deve valutare il colpo di collo sopra il pallone oppure se non è troppo distante, un  mezzo interno tra piatto e collo.
Ci sono poi passaggi d'élite, ovvero i filtranti, che richiedono un colpo di mezzo esterno con rotazione a frenare la corsa del pallone, o per i "fuoriclasse" il lancio rasoterra di effetto a girare dietro ai difensori, consentendo di ricevere il pallone in corsa e sorprendendo gli avversari. Il "cross" dal fondo è il "casus belli" di molti giocatori. Come si effettua? Una volta insegnavano che, arrivati in fondo al campo, si ruotava attorno al pallone, si metteva il corpo verso il centro dell'area e si colpiva di collo mirando il dischetto del rigore. Se si era più bravi, si correva in rotazione, si colpiva di mezzo collo interno, eseguendo con maggiore velocità il traversone, con traiettoria spesso insidiosa per le difese.  Il tiro in porta, si può effettuare in diversi modi. Se si è dentro l'area e si vuole" incrociare", si colpisce di mezzo collo o anche piattone, e si indirizza nell'angolo voluto, avendo cura di posizionare il corpo nella direzione dell'angolo. Se si è troppo vicino alla porta, si può calciare di piatto, a volte anche in sospensione, avendo cura di tenere basso o ad altezza di impatto la sfera. Se si vuole colpire di collo al volo, bisogna sempre aspettare la fase discendente del pallone, colpire con collo disteso in basso (piede), così il pallone se anche si impenna tende a seguire una rotazione discendente, un pò come il "top spin" del tennista. Per i tiri da fuori area, il collo del piede è sempre l'arma migliore, avendo sempre cura di calciare, e continuare la corsa verso la porta, per evitare di alzare troppo il pallone e tenendo il corpo ben bilanciato al terreno. Con i palloni di oggi, i tiri da fuori area sono un bel problema per i portieri, soprattutto se si colpisce con il collo esterno, così spesso le traiettorie sono indecifrabili, con direzioni spesso difficili da parare. Se arriva il tiro al volo, ebbene, bisogna anche qui ragionare come  un tennista, ovvero inclinare  il corpo, alzare la gamba ad altezza del pallone, ed eseguire una rotazione parallela al terreno di gioco. Questo è come si deve giocare di base, ma come in tutte le situazioni, ci sono giocatori in grado di ottenere ottimi risultati nel tiro usando una propria tecnica particolare. E' un dono, spesso del campione, è come se si guarda un tennista famoso e si dice che fa cose che farebbero inorridire un maestro di tennis: ma il risultato è che il campione fa cose che neanche un maestro di tennis può fare. E così è nel calcio. Mi è capitato di avere giocatori con grande capacità di calciare la palla, eppure non mi sembravano perfetti nell'approccio, ma siccome segnavano ed erano efficaci, perchè correggerli? Avrei causato del danno, perchè erano più bravi di me! Le doti naturali non vanno mai corrette, e da qui il detto: "il migliore allenatore è quello che fa meno danni possibili".

Passiamo al ricevimento o stop del pallone. Anche qui l'essenziale è sempre come si agisce con il corpo. in realtà è sempre il corpo che ci aiuta a controllare la palla in ricezione, adeguando il movimento con rotazioni, assorbendo la forza dell'impatto e mai irrigidendosi. Questo sia che si riceva di piede, di coscia o di petto. Il fermare semplicemente il pallone, non ha alcuna utilità, infatti se è possibile, si deve sempre fare il controllo orientato, in modo di proteggere immediatamente il pallone oppure effettuare subito lo smistamento successivo. Il mettersi subito in movimento consente sempre di essere più difficilmente marcabili, e di prepararsi eventualmente al tiro, guadagnando un tempo di gioco, infatti si dice sempre che il primo controllo è quello che consente la buona riuscita dell'azione voluta. Il mio stop preferito è quello frontale, con il pallone che scende, si controlla di suola in avanti, anticipando il rimbalzo e spesso si ha la facilità di calciare in porta  sorprendendo gli avversari. Uno stop a seguire. Se non ci si fossilizza sul modo di stoppare un pallone, allora si hanno grandi soluzioni, come con la coscia, lo stinco in corsa, il petto in salto(quello preferito di Pelè), insomma la fantasia può aiutare. E qui si può aprire un capitolo a parte, ovvero come si riceve il pallone? Molto spesso vedo che il pallone viene ricevuto con le spalle all'avversario, e questo è sempre un guaio, se poi non si viene bene incontro, i problemi aumentano. Si deve sempre cercare di ricevere il pallone in posizione laterale e parzialmente girati nella zona di campo  di ricezione e se si è in movimento, in rotazione a coprire con il corpo, mettendo in difficoltà il marcatore. Per i giocatori di fascia, avere sempre le spalle rivolte vero la linea laterale, avendo così la visuale del campo per intero e determinare l'azione voluta con ampio respiro.

La conduzione della palla, se in corsa, deve essere sempre eseguita con il tocco di esterno, perchè consente di tenere attaccato il pallone e disporre velocemente ed a testa alta le soluzioni di gioco, compreso il dribbling improvviso, non consentendo l'entrata facile agli avversari. E' sempre importante effettuare finte o simulazioni di calcio, che fermano gli avversari, o ne rallentano l'entrata. Si dovrebbe anche allenare molto la velocità di conduzione palla, molto utile, soprattutto tenendo la testa alta, per potere sempre scegliere la soluzione migliore di gioco. Se poi si vuole  "dribblare " l'avversario, si deve fare un movimento improvviso, veloce nel controllo, possibilmente a distanza di almeno un metro dal marcatore, in mdo che possa "bere" la finta e rendere più difficile l'intervento fisico, obbligandolo al fallo vistoso, ma spesso eludendo l'entrata.

Il contrasto, è uno dei fondamentali più ricorrenti nel calcio odierno. il segreto è sempre in alcuni accorgimenti che si devono usare. Le differenze di fisico contano, ma qui si può essere più veloci, anticipare l'entrata dell'avversario, entrare sempre con forza e mai con piede leggero, (per evitare infortuni), sbilanciare l'avversario con movimenti di contatto del corpo, insomma essere sempre vigili e a tempo. Coprire sempre la palla se si è in difficoltà.

Il colpo di testa, è uno dei fondamentali più difficili da insegnare, ed è comprensibile. La maggior parte dei bambini chiudono gli occhi e ci danno di testa piena,  alcuni addirittura si spostano per paura. Bisogna avere pazienza, e quando sono più scaltri gli si insegna che per prima cosa si deve colpire con la fronte, che è una parte dura e meno soggetta a danni al cervello. Poi come si salta, scegliendo il tempo e se possibile l'anticipo. Per i più avvezzi, saltare con il petto sull'avversario e colpire la sfera dietro la loro testa. Per chi vuole ottenere migliori risultati, c'è la possibilità di saltare con il "terzo tempo", mutuato dal Basket, che altri non è che saltare dopo rincorsa battendo su di un piede e consentire un'elevazione notevole. Era la specialità di Simeone padre, che segnava molte reti così, soprattutto su corner. Ci si può specializzare molto sul colpo di testa, e non è detto che vince sempre il più alto. Spesso è il più tempista, che salta meglio o è più agile nei palloni bassi(ad esempio in tuffo). Avevo a volte insegnato come saltare sui rinvii lunghi, ponendo i giocatori sempre lateralmente, senza dare appoggio al difensore e saltando con rincorsa laterale, "spizzando" con la nuca se necessario, per anticipare l'avversario. Così a fine carriera, le prendevo quasi tutte. Se si salta per segnare, bisogna sempre incrociare l'altro angolo, cercando di schiacciare il pallone, altrimenti si rischia di alzare la sfera oltre la traversa della porta. Se si rinvia dall'area, sempre indirizzare  lateralmente, e questo anche se si rinvia di piede, perché il rinvio centrale è pericoloso, mettendo gli avversari in grado di tirare verso la porta con grave pericolo per il portiere. 

La rimessa laterale, come si effettua? La regola dice: sempre con i piedi paralleli, fuori dal campo di gioco e con entrambe le braccia effettuare una rotazione continua, senza interruzioni prima del rilascio della palla. Anche qui ci sono giocatori dotati di un lancio notevole, che se in zona d'area, diventano come dei calci d'angolo. E' comunque ammesso effettuare una rincorsa e poi lanciare la palla, prima di entrare nel campo.

Per la tecnica del portiere, potrei dire molte cose, ma non essendo stato un estremo difensore, lascerei la questione in mani più esperte. Vorrei però continuare su  alcune  puntualizzazioni residue in determinate situazioni  di giocatori di movimento. Ad esempio come si marca, e qui molti errori li vedo. Innanzitutto si deve sempre studiare l'avversario, vedere se è destro o mancino, allora portarlo sempre sul piede debole. Se si marca lateralmente, mettersi sempre di traverso, con il petto verso l'esterno, dove deve essere posizionato l'avversario, sempre esterno all'area propria. In questi casi, si ha possibilità di potere accompagnare l'avversario e non essere immediadatamente saltati. Se si marca a centrocampo, cercare di anticipare con marcature preventive gli avversari, oppure stabilizzarsi davanti denza mai farsi saltare o portare fuori dall'azione, e guardare sempre la palla. Per i difensori, molti pensano che ci si debba sempre appiccicare all'avversario, ma se l'avversario è di fisico lo sbaglio più grosso è lasciargli l'appoggio, mentre è sempre bene non dargli punti di riferimento rispetto alla propria posizione, potendo così anticiparlo sia da un lato che dall'altro, girandogli  attorno. Dentro l'area, ci si deve avvicinare sempre, controllandolo anche fisicamente, cercando di non farsi bloccare o peggio causare rigori. Molto spesso vedo giocatori che quando arriva l'avversario palla al piede indietreggiano esageratamente, in quei casi, si deve mandare lateralmente l'avversario e chiudergli sempre più gli spazi. Un buon difensore sa sempre usare bene il corpo, per spingere e mettere in difficoltà gli avversari nel controllo del pallone. Cosa dire ancora? Che il movimento e l'occupazione degli spazi è importante, sia in attacco che in difesa. 

Non si finisce mai di raccontare come si sta in campo, ricordando un elemento semplice, bisogna sempre mettersi tra l'avversario e la porta, per poterlo sempre ostacolare  e proteggere il portiere. Insomma, spero di avere fatto comprendere bene il mio "vedere il calcio", semmai un giorno ritornassi ad allenare, spero di ricordarmi tutto, ma spesso si hanno tante idee, ma chi va in campo ne adotta altre. Ad majora.