Dopo avervi svelato la partita terminata 149-0 del Madagascar, oggi vi porto a conoscere una storia ancora più incredibile, quella di un calciatore che è stato parte del calcio ma che non ha mai messo piede in campo, il suo nome è: Carlos Henrique Raposo.
Nato a Rio Pardo (Brasile) il 2 aprile 1963, e fin da bambino la famiglia lo spinge a scegliere il calcio, ma nelle movenze che nel giocare palla al piede sembra che questo sport non faccia per lui. A dieci anni è nelle fila del Botafogo, e già guadagnava più del collettivo della sua famiglia, che lo spingeva a continuare a giocare per portare a casa quei soldi che servivano tanto.
La sua adolescenza la passa su i terreni di gioco, ma a lui non piaceva giocare al calcio, però sfutta la conoscenza di tanti giocatori che giocano nelle fila della squadra del Flamengo e non solo anche di gente come; Renato Portaluppi, Rocha, Bebeto, Romario, alcuni di loro erano cresciuti nella sua zona, quindi pian piano, riesce ad entrare nelle file delle giovanili del club carioca. Grazie agli allenamenti oltre che agli allenatori, che lo trasformano in un attaccante, a soli 17 anni si fa notare dalla squadra del Puebla, squadra messicana, che resta ammaliata dal suo essere un prospetto per il futuro. Carlos si trasferisce in Messico non ancora maggiorenne, e firma un contratto di tre anni, in poco tempo gli viene affibbiato il soprannome di Kaiser, per la somiglianza al campione tedesco Franz Bekembauer. Nei tre anni messicani però, causa anche infortuni che il giocatore accusava spesso, Carlos non riesce mai ad esordire in prima squadra, così che al termine del contratto viene svincolato. Per oltre un anno non trova nessun accordo, quando nella stagione 1982-83 entra tra le fila del Botafogo, ma anche in questo caso dopo aver firmato il contratto, non riesce mai a mettere piede in campo, la causa? Infortunio.
Dopo un'altra stagione fermo, grazie alla conoscenza di un ex compagno delle giovanili del Flamengo, trova un accordo con la squadra rossonera per due anni, addirittura viene annunciato come la spalla ideale per l'altro attaccante, un certo Bebeto. Ma anche in questo caso, dopo una presentazione da grande star, Carlos Henrique Raposo detto Kaiser non metterà mai piede in campo. A fine stagione 1985-1986 all'età di 25 anni, trova un nuovo contratto, stavolta tra le fila dei francesi dell'Ajaccio, accolto da uno stadio pieno zeppo di tifosi, ma anche in quella stagione, accusa un infortunio dopo pochi giorni dal suo arrivo, un infortunio interminabile, tanto che lo porta a fine stagione a non giocare una partita.

Questa storia però non smette di stupire, quando a fine stagione si trasferisce alla Fluminense con un ricco contratto, con la squadra che nella stagione 1987-1988 si aggiudica il suo secondo campionato nella storia, ma anche in questo caso Carlos non metterà mai piede in campo. La stagione termina e viene ceduto al Vasco Da Gama per volontà del presidente, ma conclude la stagione senza la considerazione dell'allenatore, che non lo farà mai esordire. Stagione 1990-1991 si trasferisce negli USA al El Paso Sixshooters, anche in questo caso causa infortunio, non scenderà mai in campo. Decide di ritirarsi dal calcio all'età di 29 anni, senza aver mai messo piede in campo in 13 anni di carriera, ma percependo ingaggi in tutte le squadre dove aveva militato. Dopo essersi sposato nel 1992, con testimone di nozze l'amico e Djalminha, ex Deportivo La Coruna, e un decennio lontano dal calcio, nel 2002 all'età di 39 anni, si ripresenta in una società sportiva, il Guarany Camaqua in Brasile, ma anche in questo caso non mise mai piede in campo, ritirandosi definitivamente nel 2003. 

Anni dopo si venne a sapere che il giocatore, per la maggior parte delle volte, era stato coperto da molti compagni di squadra e personale staff medico, perchè questi in cambio di infortuni falsi, questi portava a far conoscere delle donne di facili costumi a loro. Pur non giocando nemmeno un secondo, Raposo vinse un campionato con la Fluminense 1986-1987 e una Taca Guanabara nel Vasco Da Gama nel 1988. L'anno che passo all'Ajaccio in Francia, come racconta lo stesso Carlos tanti anni dopo fa capire molte cose "...fui catapultato in uno stadio pieno zeppo di tifosi, come si dovesse giocare una partita. Pensavo che avrei dovuto solo fare una corsetta per salutarli, ma in campo c'erano anche dei palloni ed ho capito che avrei dovuto palleggiare. Sono diventato nervoso temevo che dal mio primo allenamento avrebbero capito che non sapevo giocare. Ho iniziato a raccogliere tutti i palloni e a lanciarli verso i tifosi. Nel frattempo salutavo e mandavo baci. La folla era impazzita, alla fine sul campo non c'erano più palloni".

Ma ancora più stravagante fu il ritorno al Vasco Da Gama, dove costretto a scendere in campo, prima della gara prese per buono un insulto di alcuni tifosi per i suoi capelli, per scavalcare la recinzione e far scattare una rissa, venne espulso prima che la partita ebbe inizio.
Nel 2019 nelle sale cinematografiche uscì il film intitolato 'Il Più Grande Truffatore Della Storia Del Calcio' dedicata proprio a Carlos Henrique Raposo, che aveva guadagnato tanti soldi in una carriera mai giocata.