Contro ogni mia previsione, l’Inter, che davo come anti-Juve nel 2019, si è sfasciata da sola come cenere al vento.
Ovviamente in vista derby siamo alla solita pantomima della resurrezione di Lazzaro Brozovich che ieri era ad un passo dalla lettiga della Croce Rossa e invece resuscita in vista Milan.
Ma questi sono i vecchi giochini di Spalletti, nemmeno troppo originali, stile anni ‘70 per intenderci. Per ora il risultato è impietoso: fuori dall’EL.

E veniamo al tecnico appunto, che ritengo il primo responsabile della tragicommedia interista: sbaglio o era lui un mese fa a fare la voce grossa coi “direttori” per il rinnovo di Icardi? Come mai dopo due giorni è tornato con la coda tra le gambe e gli ha pure tolto la fascia? Sperava forse di farsi amici il clan dei croati? O i “direttori” gli hanno dato una bella scaldata al fondoschiena e lui ha realizzato che i più forti sono loro? Non ritenendo il tecnico toscano ne’ un cuor di leone, ne’ un messia della tattica, vale probabilmente tutto e il suo contrario.

Non si può rimanere in eterno sotto lo scacco dei coniugi Icardi? Questa la domanda da rivolgere a Marotta, e la risposta è sicuramente no. Ma proprio perché è di Marotta che parliamo, non affronti così la questione a febbraio! La fai scivolare a giugno per dare il benservito ad entrambi. Diciamolo: errore sesquipedale, anche se fosse accaduto il finimondo negli spogliatoi.

Al di là delle analisi sulle disgrazie altrui, Timeo Danaos te dona ferentes: la crisi dei nerazzurri sembra al suo apice, ma la loro forza fisica e le qualità tecniche mi fanno stare tutto fuorché tranquillo in vista di domenica. Il derby è una vetrina mondiale che triplica le energie anche di chi rema contro, magari in prospettiva di una bella offerta in estate dalla Premier (vedi la resurrezione in tempo record di Brozovic).

Il Milan, e qua torno ai limiti di casa nostra, dovrà scordarsi di fornire le pietose prestazioni delle recenti partite. Gattuso dovrà mostrare di infondere coraggio (e schemi) anche per attaccare l’Inter alla giugulare.
Ed ha un solo modo di farlo: circondare il formidabile Piastolero di gente capace di fornirgli assist a ripetizione, non uno sporco. A queste caratteristiche, oggi, non corrispondono né il nome di Jesus Suso né quello di Hakan! E non mi si venga a dire che le alternative non ci sono! L’ottimo Allegri ha avuto il coraggio di far partire Emre Can e Spinazzola terzini per annientare l’Atletico.
Il calabrese è sufficiente che “veda” Conti e Castillejo come ali a ridosso di Piatek. Altrimenti sarà sempre la solita miriade di passaggi a Donnarumma.