Neanche 12 mesi fa si parlava del colpo di mercato dell'anno. Il più inaspettato, il più inatteso.
La bandiera della Juve Leonardo Bonucci passava ai rivali del Milan grazie  ad una trattativa lampo di pochi giorni. Qualcosa era successo negli spogliatoi in quella maledetta notte di Champions, qualcosa era successo con Allegri, qualcosa era successo con i compagni.
Ma questo non bastava a giustificare uno sgarro così grande. Non bastava a giustificare lo sfaldamento di quel muro difensivo che era stato la colonna portante dei successi Juventini. Non bastava a consolare i tifosi Juventini che  si vedevano portare via uno dei pilastri di quella squadra che sembrava indistruttibile. Non solo: vedevano in poco tempo Bonucci diventare simbolo di un nuovo Milan, indossare la fascia da capitano ed ergersi quasi con aria di sfida a paladino di una rabbiosa risalita dei rossoneri verso il calcio che conta, ma più per una vendetta personale che per l'ambizione per un nuovo progetto. La tensione era alta, e tutti aspettavano l'inizio del campionato per capire da che parte gli ormai famosi "equilibri"si fossero spostati: se dalla parte del Milan, dato per favorito ad inizio campionato, o da quella della Juve ancora una volta, ancora di più. 

Beh è passato un anno e sappiamo tutti come è andata a finire:gli equilibri non si sono mai spostati, nemmeno di una virgola. 
La Juve è stata la solita cannibale in Italia, conquistando campionato e coppa, come ormai accade da 4 anni, il Milan ha terminato la sua corsa sulle montagne russe riuscendo ad acciuffare per poco l'Europa ( ancora  per niente certa).Nonostante i grandi proclami iniziali e la campagna acquisti faraonica ( nei numeri ma non nella qualità), il progetto made in China del Milan è stato un flop ed il caos ha regnato sovrano. Il povero Leonardo come gli altri è stato centrifugato nel pasticcio cinese, ma più di tutti è stato bersagliato dalla stampa e dal tifo, non tanto per gli innumerevoli errori di inizio stagione, quanto per la "spacconeria"con cui si era presentato, seguita poi da prestazioni mediocri e da errori marchiani. Nella mente dei tifosi del Milan rimangono  impressi  più i discorsi pre partita e i tweet motivazionali che le chiusure pulite, le marcature attente e i lanci precisi, presunto marchio di fabbrica del difensore.

Sicuramente  tutte le colpe del disastro Milanista   non si possono e non si devono addossare al povero Leo, che rimane comunque un discreto difensore. L'unica grave colpa dell'ex 19 della Juve è stata non tanto quella di aver voluto lasciare la Juve per un nuovo progetto, idea rispettabilissima e condivisibile per una giocatore della sua personalità, quanto quella di voler dimostrare che la Juve aveva bisogno di lui e non il contrario. Bonucci pensava di poter diventare leader altrove, e di poter fare la differenza in un altro club. Ma purtroppo non bastano le frasi motivazionali apprese da uno pseudo mental coach e le interviste con lo sguardo fisso all'orizzonte, e nemmeno la fascia da capitano per essere leader vero in mezzo al campo. D'altronde Maldini e Baresi non twittavano e neanche parlavano molto,ma la loro presenza in campo gelava avversari e infuocava compagni. Anche dal punto di vista strettamente tecnico non è il miglior difensore mai visto. Perché fai la differenza se sei Cannavaro o Nesta, ma Leo non è mai stato un fenomeno da difensore puro. Lento nello sprint, sempre in affanno nell'1 contro 1, non fortissimo di testa. Lacune nascoste nella difesa a 3 Juventina con i due baluardi ai fianchi.Anche la favoletta dei piedi da mediano trova il tempo che trova perché Benatia e Koulibaly sarebbero dei trequartisti a confronto. L'unica qualità che va riconosciuta a Leo è la voglia di migliorarsi sempre ( ricordiamo i primi anni disastrosi alla Juve)e quindi la grande concentrazione ed abnegazione nel lavoro che lo hanno portato a risultati forse più grandi di lui. Ma pur sempre a grandi risultati e di questo ne ha pieno merito, ma niente più.

Dopo questo annus horribilis il figliol prodigo è pronto a tornare. Voci di corridoio dicono che il suo agente Lucci si sia incontrato con Fabio Paratici a Milano per discutere di un suo ritorno alla vecchia signora. Per di più si parla di uno scambio con Higuain, cosa alquanto bizzarra e fuori da ogni logica se si pensa che il Pipita se pur chiuso da CR7 rimane comunque uno dei migliori attaccanti in circolazione.Ma davvero è pensabile un ritorno di Bonucci in bianconero? Come se nulla fosse? Come se tutto tornasse come prima? È come tentare di tornare con la propria donna dopo averla tradita senza rendersi conto che  il rapporto è ormai compromesso per sempre. Ma oltre alla ferita sentimentale c'è di più : ad oggi, riuscendo per un attimo a mettere da parte i rancori, quanto potrebbe servire un Bonucci alla Juve? Ad una Juve che è senza di lui ha preso meno gol dell'anno precedente. Ad una Juve che senza di lui è riuscita ad uscire dall'ultima prigione Contiana rappresentata dalla difesa a 3 che tanto provinciale la rendeva in Champions. Ad una Juve che sta cercando di pensionare pian piano i resti della mitologica BBBC con giovani innesti ( Caldara più di Rugani). La risposta è semplice e scontata: Non serve! 

Pertanto, Caro Leonardo, non credo che Marotta e Paratici saranno tanto misericordiosi con te da riaccoglierti a braccia aperte, a meno che non vogliano in un sol colpo stroncare l'euforia post CR7 commettendo un clamoroso autogol. 

Nessuno tra il popolo bianconero ti aspetta. Nessun vitello grasso verrà ucciso in tuo onore.