Il FFP non basta più. Non funziona bene e questa non è una novità. Lo ha parzialmente ammesso anche Ceferin, presidente UEFA, in una intervista pubblicata oggi da "L'Equipe" in Francia.

Ma quindi in che modo limitare lo strapotere dei "superclub" in Europa? In che modo garantire una competività equilibrata nel panorama calcistico europeo?

Partiamo dal presupposto che una superlega chiusa è una bestemmia per lo sport così come viene storicamente inteso in Europa, si rischierebbe di buttare per aria storia e tradizioni delle leghe nazionali per arricchire le solite potenze, che magari non hanno il merito di ottenere importanti risultati sportivi, ma solo la "fortuna" di avere un brand di richiamo in campo internazionale.

Dove guardare quindi? Da dove prendere spunto per migliorare il nostro sport? Sicuramente dagli USA.

Se l'idea americana di una lega chiusa è da scartare a priori, non lo sono i vari sistemi che vengono utilizzati oltreoceano per evitare di creare predomini di alcune squadre per periodi troppo lunghi.

Prenderò ad esempio la NBA, perchè è la lega che seguo più da vicino anche se in maniera marginale (sono un "tifoso" dei 76ers, ma meglio non dirlo in giro...): in che modo la lega più famosa al mondo garantisce l'equilibrio competitivo?

Non entrando troppo nel merito poichè la materia è veramente complessa ed eliminando i discorsi relativi al Draft poichè in Europa non esiste un sistema sportivo-scolastico minimamente paragonabile a quello americano possiamo ridurre il tutto a due strumenti principali: il salary cap e la luxury tax.

Come funzionano? Cercherò di spiegarlo nella maniera più semplice possibile.

Il salary cap altro non è che un tetto salariale che viene imposto ad ogni franchigia. Ciò significa che tutte le squadre, indipendentemente dalla capacità finanziaria, dovranno avere lo stesso monte ingaggi massimale. In NBA si calcola tenendo in considerazione i profitti conseguiti dalla lega e stimando quelli che verrano conseguiti nella prossima stagione. In seguito vengono tracciate la luxury tax line, cioè la somma massima di denaro che un team può impegnare negli ingaggi per non essere oggetto di luxury tax e la cosidetta luxury tax apron oltre la quale non solo la franchigia sarà obbligata al pagamento della luxury tax, ma avrà anche delle limitazioni sul mercato dei giocatori.

La luxury tax come avrete intuito è una tassa che le franchigie più "spendaccione" sono obbligate a versare alla lega per non aver rispettato i paletti del salary cap. Queste somme di denaro restano per il 50% a disposizione della lega per lo sviluppo e la crescita dell'attività della stessa e la restante parte viene ridistribuita alle franchigie "virtuose" cioè quelle che non hanno sforato il salary cap. La luxury tax ha un sistema a scaglioni. Riportiamo adesso le penali da versare se si supera il salary cap in NBA:

  • da 0 a 4.999.999,99$ di sforamento si pagherà 1,5$ in più per ogni dollaro sforato
  • da 5.000.000,00 a 9.999.999,99$ di sforamento si pagherà 1,75$ in più per ogni dollaro sforato
  • da 10.000.000,00 a 14.999.999,99$ di sforamento si pagherà 2,5$ in più per ogni dollaro sforato
  • da 15.000.000,00 a 19.999.999,99$ di sforamento si pagherà 3,25$ in più per ogni dollaro sforato
  • oltre i 20.000.000,00 di sforamento si pagherà 3,75$ in più per ogni dollaro sforato con un incremento di 0,5$ in più ogni 5.000.000,00 di dollari.

In oltre il sistema prevede sanzioni più gravi per le squadre recidive cioè per le squadre che si trovino in regime di luxury tax per la terza volta nelle ultime quattro stagioni.

Ecco, ora che abbiamo un'idea un po' più chiara di come funziona il sistema americano cerchiamo di trovare soluzioni simili che siano compatibili con lo sport europeo.

Partendo dal presupposto che in Europa non esistono (per ora) leghe chiuse come la NBA cerchiamo di capire attraverso l'introduzione di quali strumenti sia possibile rendere le nostre competizioni più competitive:

  • SALARY CAP: è un modo per frenare l'accalappiamento dei top player da parte dei club più potenti. Permetterebbe a tutti di poter avere in rosa giocatori qualitativamente migliori e anche di essere competitivi dal punto di vista degli ingaggi.

Esempio concreto: poniamo di avere un salary cap pari a €100.000.000,00 e di essere il Barcellona. Ora poniamo di garantire a Lionel Messi, la nostra superstar, un ingaggio netto di €50.000.000,00 a stagione. Avremo ancora a disposizione "solo" ulteriori 50.000.000,00 di euro per costruire il resto della nostra rosa. Capite bene dunque come sia impossibile creare un superteam di campioni e questo potrebbe significare una più equa di distribuzione di top player all'interno dei vari campionati e delle varie squadre. Ciò significherebbe anche dare maggiore importanza ai settori giovanili i quali sarebbero chiamati maggiormente in causa dai rispettivi club per garantire buone prestazioni con ingaggi contenuti.

  • TRANSFERS CAP: accanto quindi al salary cap inseriremmo anche un tetto ai trasferimenti, cioè non sarà più possibile per una squadra spendere più di una certa cifra per creare la rosa della prossima stagione. Magari con la possibilità di aumentarlo con una percentuale derivante dalle vendite stesse dei cartellini. Esempio: transfers cap fissato a €70.000.000,00 ciò vuol dire che una società non potrà spendere più di questa cifra per la compravendita dei cartellini durante la stagione. Ma una società X vende un cartellino per € 50.000.000,00 la società può aumentare il proprio transfers cap del 50% della cifra della vendita del cartellino del calciatore. Quindi per quella stagione la società potrà investire €70.000.000 + €25.000.000 nella costruzione della nuova rosa.
  • LUXURY TAX: le squadre che supereranno questi tetti saranno impegnate a versare penali più o meno importanti (a questo ci dovrà pensare la UEFA) e verranno sanzionate anche in materia di trasferimenti con blocchi di mercato e/o riduzioni del salary cap e transfers cap. I soldi pagati dalle penali verranno in questo modo ridistribuiti all'interno del sistema per cercare di rendere competitivi anche i club più piccoli.

Quali sarebbero i vantaggi di un sistema così adoperato? Maggiore competività, maggiore equilibrio, campionati meno scontati in cui anche la più piccola squadra se lavora bene può ambire ai primi posti. Tutto questo si traduce in maggiore appetibilità del prodotto sia dal punto di vista televisivo che dal punto di vista delle sponsorizzazioni. Quindi maggiori profitti e crescita equilibrata dell'intero panorama calcistico.

La vera problematica sta nel cercare di equilibrare e bilanciare un sistema così delineato all'interno dei sistemi di promozione e retrocessione tipici dello sport europeo, ma queste sono e restano delle semplici idee per migliore il nostro sport preferito.

Tutti noi ci siamo emozionati, esaltati a guardare le imprese sportive di formazioni come Lipsia e Atalanta che hanno dimostrato al mondo come il lavoro e la competenza possono garantire risultati importanti anche con risorse limitate. Immaginate creare un sistema dove questo non accada solo di rado, ma durante ogni stagione. Starà poi alla bravura di ogni dirigenza quella di creare i presupposti giusti per vincere o perdere. Non è forse questa l'essenza dello sport?