Il Calcio è la cosa più importante, fra le meno importanti. 
Un punto di inizio fondamentale per capire il significato di ciò che vado ad esporre.  
Lo splendido gioco del calcio ha sempre fatto parte della mia vita e mi è difficile, se non impossibile, pensare di rinunciare a vederlo, tante sono le emozioni che mi ha regalato, alterando il mio umore a seconda dei risultati sportivi ottenuti, specialmente dalla squadra che tanto amo, il MILAN. 
All'alba dei 65 anni, soffro o gioisco ancora, come quando ho visto la prima partita di calcio. Quasi 60 anni, assistendo a cose belle e brutte, in campo e fuori. In un percorso fatto anche di cambiamenti epocali, con il business che si è impossessato dello sport in modo visibile ed anche non, forti di un interesse mondiale e della possibilità di movimentare centinaia di milioni, anche attraverso le scommesse, quelle lecite e logicamente quelle non.
Sopra la nostra passione si è autorizzata la costruzione di cose sempre più gravi, con la malavita organizzata entrata nelle curve, per vendere droga o guadagnare sui biglietti, o ancora peggio, nel tentativo di condizionare i risultati sportivi, per proprio guadagno, o interferire su cambi di proprietà. Quanto vale pilotare un risultato, anche solo per il primo tempo? Tantissimo. Sufficiente certamente per migliorare molti dei bilanci, fin troppo in rosso, a cui devono fare fronte le Società. Non c'è da stupirsi poi se, cercare di falsificare una cittadinanza, sembra una normalità. L'uso di plusvalenze gonfiate è diventata prassi. Non è un mistero dover evidenziare che la linea dell'onestà, sia giuridica che sportiva, è stata più che oltrepassata, cancellata a proprio piacimento.

Serve forse ricordare che si è permesso ad un club di vincere lo scudetto usando giocatori comprati, ma senza averli pagati alle scadenze concordate? Oppure, non pagare gli stipendi confidando in apposite deroghe dei termini, al punto di trarne guadagno, a beffa di chi rispetta i regolamenti, dovendo rinunciare alla propria competitività. Una gestione dei tamponi sospetta, per non dover rinunciare a giocatori. Oppure la Giustizia sportiva usata a proprio piacimento, così da aprire una inchiesta per un gesto "goliardico", avendo esibito la maglia di un avversario ai propri sostenitori, mentre una lite in diretta televisiva, di pessimo gusto, viene sanzionata con una multa.
Ancora, dove si fa un protocollo, concordato fra  le squadre, ma sono le ASL a decidere chi può giocare e quando.
È il campionato nel quale il VAR viene usato in modo diverso in ogni partita, così come lo stesso regolamento è diventato incomprensibile. Insomma, da calciopoli in poi non possiamo certo affermare che il calcio abbia puntato sulla legalità e trasparenza per sgombrare ogni dubbio a fin troppo facili illazioni, nel tentativo di ampliare il numero di spettatori ed appassionati, nel mondo. Il goffo espediente per falsificare la nazionalità di un giocatore e l'archiviazione di indagine e reato è solo la dimostrazione di quanto poco rispetto ci sia, da parte di chi dovrebbe DIFENDERE e TUTELARE uno sport così bello e seguito...

In questo panorama, lo sbaglio dell'arbitro Serra non solo diventa irrilevante, ma dà forza a quell'aspetto "umano", che tanto si vuole eliminare dai campi di gioco, per consegnarlo ad una "falsa tecnologia", manovrata da uomini. Lo "sbaglio" dell'arbitro.
Per quanti anni abbiamo condiviso la nostra passione con questa fin troppo cruda realtà. Tutto ha sempre ruotato intorno alla ricerca di poter definire la volontarietà o meno, della decisione. Oppure quel "rispetto dovuto" alle grandi squadre, che induceva l'arbitro, voglioso di fare carriera, di non danneggiare i club più importanti.
Un rituale non solo italiano. Chi ha voluto scomodare l'episodio purtroppo indimenticabile di Muntari, a mio parere sbaglia. In quel caso fu un'offesa alla sportività, con il portiere anche della Nazionale a compiacersi di trarre in inganno, arbitro, avversari, appassionati, ma specialmente la più importante e basilare fra tutte le regole, l'onestà sportiva.
Questo caso, per quanto grave, è ben diverso. Sbagliare è umano. Che non ci fosse malafede è stato subito evidente, non solo per quelle mani alzate ad ammissione dello sbaglio commesso, ma specialmente perchè pur circondato e aggredito verbalmente, in un rituale fin troppo in uso nei campi italici, non ha fatto ricorso ad alcun cartellino, consapevole della gravità dell'episodio e che avrebbe solo aggravato la situazione. Certamente da tifoso mi son sentito penalizzato e derubato di una vittoria importantissima, ma quanti sbagli hanno commesso gli attaccanti che tanto adoro? Un episodio, per quanto grave, inserito nel contesto generale di una partita, ancor di più, in un campionato, merita così tanta attenzione oppure è meglio dare ogni colpa al SINGOLO ARBITRO per mascherare un sistema che è fin troppo lacunoso, per non usare un termine sgradito: marcio? La rabbia dei tifosi milanisti, da oltre dieci anni costretti ad assistere quasi inermi alle vittorie delle squadre rivali, o degli scommettitori, privati di vincite già quantificate, per quanto comprensibili, non giustificano rimostranze superiori ad esempio al rigore sbagliato da Theo. Chi poi arriva a criticare la Dirigenza del Milan per la linea adottata o chi pretende urla e dimostrazioni nella ricerca di chi sa quali vantaggi, non fa altro che peggiorare una situazione che ha bisogno di tutt'altro. 

In questo contesto, ha fatto bene la Dirigenza del Milan a mantenere la calma, proseguendo in quel percorso ben preciso, nel quale non alzare i toni, confrontarsi e dialogare nell'interesse proprio del calcio, dovrebbe essere un insegnamento utile a molti. Specialmente a chi fa "il falso onesto", a chi "usa i mezzi di comunicazione" a proprio vantaggio, a chi cerca la vittoria a qualsiasi prezzo. Solo uscendo da questo modo di agire, lo sbaglio, ribadisco "umano", dell'arbitro Serra, per quanto grave e di risonanza addirittura mondiale, in ambito calcistico, poichè si presume che l'utilizzo della tecnologia dovrebbe azzerare ogni sbaglio (cosa totalmente falsa), potrebbe essere la prima pietra su cui posare il Calcio del Futuro. Il dramma è che nella realtà non interessa a nessuno, o a pochissimi dei protagonisti. Sembrerà strano, ma gli sbagli di arbitri o var, servono per giustificare anche l'ingiustificabile. Perchè senza regole precise, in molti sperano di salvarsi da situazioni debitorie di cui non percepiamo la gravità. Perchè se acquisti e cessioni fossero solo a fronte di prestiti o pagamenti reali, l'immobilismo sarebbe quasi totale. Milan, Spezia finisce 1 a 2, l'arbitro ha sbagliato, SI', in buonafede ma ha fatto una valutazione totalmente sbagliata della situazione, specialmente in un calcio moderno che può avvalersi della tecnologia. Eppure lo sbaglio umano, proprio perchè tale, merita comprensione oltretutto poichè è evidente che non c'era alcuna premeditazione.
Cosa viceversa incomprensibile nel gol annullato a Kessie, contro il Napoli, per un fuorigioco, inesistente, di Giroud steso e fermo a terra, quello si decretato con l'utilizzo della tecnologia e con una decisione non di campo che definire cervellotica è semplicistico.
Poi, in questo panorama di cui non troverete alcuna traccia in nessun quotidiano sportivo, troppo interessato ad oleare meccanismi finalizzati al solo scopo di garantire la "pagnotta" per tutti, ci sono i "saputelli", quelli che liquidano l'episodio con la più classica delle ovvietà: "più forti dell'arbitro e delle giustizie", peccato che siano i primi a piangere se non viene assegnato un calcio d'angolo a proprio favore... e con questo posso concludere.