In queste prime giornate di campionato, abbiamo assistito a diverse situazioni riguardanti la concessione o meno di calci di rigore per falli di mano (che a questo punto sarebbe più correttamente denominare “falli di braccio”), in merito ai quali si sono sprecati commenti circa la corretta interpretazione o meno della regola relativa alla citata infrazione

Si renderebbe quindi opportuno fare un po’ di chiarezza ma, come tenterò di spiegare, in questo caso “chiarezza e “regola” viaggiano su binari assolutamente paralleli, che contribuiranno nel prosieguo del campionato ad alimentare polemiche in merito alle decisioni arbitrali sui vari episodi contestati.

La regola

La Regola 12 “Falli e Scorrettezze” del Regolamento del Giuoco del Calcio (aggiornato al 12 agosto 2019) recita quanto segue: “Il Fallo di mano. È un’infrazione se un calciatore:

  • tocca intenzionalmente il pallone con la mano o il braccio, compreso se muove la mano o il braccio verso il pallone.
  • ottiene il possesso / controllo del pallone dopo che questo ha toccato le sue mani / braccia e poi: - segna nella porta avversaria
  • crea un’opportunità di segnare una rete
  • segna nella porta avversaria direttamente con le mani / braccia, anche se accidentalmente, compreso il portiere

È di solito un’infrazione se un calciatore:

  • tocca il pallone con le mani/braccia quando:
  • queste sono posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo
  • queste sono al di sopra dell’altezza delle sue spalle (a meno che il calciatore non giochi intenzionalmente il pallone che poi tocca le mani / braccia)

Le suddette infrazioni si concretizzano anche se il pallone tocca le mani / braccia del calciatore provenendo direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) di un altro calciatore che è vicino.

Di solito non è un’infrazione se il pallone tocca le mani / braccia del calciatore:

  • se proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) del calciatore stesso
  • se proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) di un altro calciatore che è vicino
  • se mani / braccia sono vicine al corpo e non si trovano in posizione innaturale tale da aumentare lo spazio occupato dal corpo
  • quando un calciatore cade a terra e mani / braccia sono tra corpo e terreno per sostenere il corpo, ma non estese lateralmente o verticalmente lontane dal corpo.

Fuori della propria area di rigore, il portiere è soggetto alle stesse restrizioni degli altri calciatori per quanto riguarda il contatto tra pallone e mani / braccia. Se il portiere tocca il pallone con le mani / braccia all’interno della propria area di rigore, quando ciò non è consentito, verrà assegnato un calcio di punizione indiretto, ma non sarà assunto alcun provvedimento disciplinare”

Il caso De Ligt

Per la singolare circostanza che il giocatore bianconero si è reso protagonista nelle ultime tre partite di episodi riguardanti tocchi di mano/braccio, appare interessante verificare se e come i citati episodi possano essere stati interpretati sulla base delle varie fattispecie indicate nella regola.

Nel caso di Inter/Juventus, non penso possano sussistere dubbi sul fatto che l’intervento di De Ligt sia da sanzionare con il calcio di rigore, per effetto di quanto disciplinato nella Regola. Al limite, si potrebbe discutere sull’applicazione del primo capoverso (fallo intenzionale) o secondo (fallo di mano per posizionamento innaturale delle braccia) ma poco cambia.

Nella partita Juventus/Bologna, l’episodio necessita di un’analisi più approfondita, in quanto la mancata concessione del calcio di rigore è stata decisa per effetto del combinato disposto di quanto indicato nel terzo e secondo capoverso: di solito non c’è infrazione se il pallone, toccato con il braccio, proviene direttamente dal piede del calciatore (secondo capoverso) e le braccia del calciatore non sono posizionate in modo innaturale (terzo capoverso) o anche se le stesse fossero sopra le spalle (situazione che nel caso specifico non era peraltro configurata), perché il calciatore ha prima giocato (male) con il piede il pallone che poi ha toccato il braccio.

I due episodi citati sebbene “in crescendo” (chiarissimo il primo e chiaro il secondo ma con più precisazioni regolamentari) non generano particolari discussioni. Il terzo, però, è assolutamente incomprensibile.

In Lecce – Juventus, De Ligt tocca la palla con il braccio sinistro dopo che questa, proveniente in area da un traversone, schizza dalla coscia di un avversario, posizionato a meno di due metri dall’olandese. Esclusa l’intenzionalità, il fallo sarebbe da sanzionare con il rigore, per l’applicazione del secondo capoverso, ovvero se il braccio di De Ligt sia stato posizionato in modo “innaturale aumentando lo spazio del corpo” perché, ove così non fosse, il fallo non sarebbe sanzionabile per effetto di quanto indicato nel terzo capoverso (terzo interlinea: posizione naturale delle braccia).

Ora, sostenere che le braccia di De Ligt fossero posizionate in modo innaturale significa non aver mai giocato al calcio neanche nei tornei parrocchiali. Come tutti i calciatori – dalla categoria pulcini ai professionisti – le braccia di De Ligt erano in posizione del tutto normale lungo il corpo (ovviamente non sull’attenti perché non si era ad una parata militare), come peraltro quelle di tutti gli altri giocatori presenti in area. 

Se tale assurda interpretazione dovesse trovare seguito in circostanze analoghe, si avrebbero tutti i presupposti per la creazione di un nuovo ruolo nel calcio, ovvero il “cecchino”. 

Altro che esterni alti o bassi, centrali, falso nueve, etc.. il cecchino rivestirà un’importanza fondamentale. Il suo ruolo sarà quello di ricevere palla nei pressi dell’area avversaria, individuare i bersagli (mani e braccia dei difensori) e provvedere a colpirli con calci mirati, tanto basta che gli arti siano anche solo leggermente staccati dal corpo, per sanzionare il “fallo” con il calcio di rigore.

La strategia su De Ligt

Tenuto conto della particolare propensione del ragazzone olandese (già ribattezzato il Tiramolla più caro del Mondo”) a toccare il pallone con mani e/o braccia, pare che la società bianconera abbia già in fase avanzata di realizzazione una serie di accorgimenti che – con l’avallo federale – saranno in essere a partire dal girone di ritorno.

Di seguito alcune anticipazioni

La Adidas sta lavorando ad un prototipo di “camicia di forza” (indumento che stringe all'altezza del petto e delle ascelle, con le maniche bloccate in entrambe le estremità degli arti in modo da immobilizzare le braccia in una posizione incrociata) che De Ligt ha già iniziato ad usare durante gli allenamenti alla Continassa, con qualche difficoltà negli stacchi aerei.

I laboratori della Chicco hanno ormai pronto il "ciuccio multi sirena", che De Ligt dovrà imboccare durante la partita e che si attiverà ogni qualvolta il giovanissimo olandese dovesse allargare le braccia più del consentito.

Il Presidente Agnelli, per contro, ha deciso di rispolverare dal magazzino un paio di manette, che gli furono gentilmente donate da Massimo Moratti dopo Calciopoli, in segno di pace e di distensione tra le due società. Stranamente, Agnelli le aveva sempre lasciate in magazzino ma ora conterebbe di sottoporre ai tecnici la possibilità di farle provare a De Ligt durante le partite.

Ma è dal JMedical che giungono le notizie più interessanti, in quanto un consulto tra eminenti chirurghi convenzionati con la struttura di medicina d’avanguardia della società bianconera ha concluso che l’accorgimento da utilizzare per far rispettare la regola del fallo di mano a De Ligt deve essere più radicale e consistere nella semplice amputazione di entrambi gli arti. Pare però che l’olandese non abbia manifestato un grande entusiasmo per tale proposta e stia opponendo una particolare resistenza, tant’è che hanno iniziato a fargli indossare il prototipo della “camicia di forza” anche in ritiro.