Le ultime disposizioni in materia hanno sicuramente incrementato la confusione. Quando si è cominciato a parlare di aumento del volume corporeo ci si è avventurati in campo assolutamente discrezionale: non è infatti possibile stabilire,né tanto meno valutare, fin dove ci si può spingere e dove invece si entra nell'intervento falloso. Due arbitri diversi concederanno o negheranno un rigore in casi perfettamente analoghi, ma addirittura lo stesso arbitro, che non dimentichiamolo deve giudicare in tempi ristretti, può sanzionare in maniera opposta la stessa azione. Il vecchio metro di giudizio si basava sul fatto che fosse il pallone ad andare verso la mano o viceversa e proponeva una valutazione di maggior buonsenso, anche se a volte poteva punire ugualmente un intervento nettamente involontario. Negli ultimi tempi si sono visti rigori, a mio avviso, assurdi. Ho sentito ex arbitri (meno male che non sono più in attività) ed ex giocatori affermare che erano giusti certi rigori assegnati contro chi cadendo toccava il pallone: vorrei vedere questi signori gettarsi a terra senza riparare la caduta con le mani! Anche chi ha semplicemente "dato due calci" a calcetto, in una partita tra scapoli ed ammogliati, sa che le braccia sono essenziali per l'equilibrio del corpo mente si compie un gesto atletico. Qualsiasi centometrista o saltatore in alto o in lungo otterrebbe dei risultati molto inferiori se dovesse eseguire le sue performance con le braccia legate, tutto ciò concede uno svantaggio troppo grande al difensore perché mentre lui deve corricchiare in equilibrio precario con le braccia dietro la schiena l'attaccante può sfruttare tutto il suo potenziale, tanto poi se la palla finisce su un braccio per l'attaccante si tratta solo di una punizione che interrompe l'azione, per il difensore di un calcio di rigore. Questa regola fa anche male al calcio perché fomenta polemiche a non finire. Non sfugge a nessuno il fatto che quando la palla sfiora accidentalmente un braccio o un gomito tutto lo stadio insorge e i giocatori in campo si lasciano andare all'isterismo più sfrenato; questo finisce per condizionare anche gli arbitri che a forza di sentir vociare finiscono poi per assegnare dei rigori senza il massimo della convinzione. Sarebbe bene che si aprisse un dibattito serio e senza interessi di parte (il Milan oggi recrimina forse giustamente o forse no, ma in altri casi ha ottenuto vantaggio da queste interpretazioni) perché più le regole sono certe e definite più si è sereni anche nella sconfitta.