Ieri sera col pareggio tra Romania e Francia, abbiamo assistito all'ennesimo clamoroso fallimento del calcio italiano a livello europeo e mondiale.
Ieri leggevo i commenti dei tifosi sui social che parlavano di biscotto, ed ho scritto sulla mia pagina di calcio, che l'Italia, il paese delle combine, delle cosiddette "pastette", degli accordi taciti sottobanco, delle partite come Fiorentina-Genoa di fine campionato, senza un tiro in porta, e di tutto quello che succede da sempre nel nostro calcio, noi italiani dovevano solo stare zitti e fare mea culpa.
Il biscotto lo avrebbe fatto pure l'Italia, anzi sicuro, è il paese del calcioscommesse da sempre, per non parlare di tutto ciò che succede nella B e C italiana, rovinata dalla politica nel calcio, dalla incompetenza di gente messa là senza competenze, di gente che prende lauti stipendi e è capace.

Il pareggio di ieri, è legittimo, lo avrebbero fatto tutti per eliminare i padroni di casa, anche perché l'Italia è un'ottima squadra, non era inferiore a nessuna delle altre, e lo ha dimostrato battendo la Spagna. Gli italiani dovrebbero solo essere più intelligenti, a dire che la colpa è solo nostra, perché se perdi in casa con la modesta Polonia, poi travolta dalla Spagna, devi solo prendertela con te stesso e con il tuo allenatore.
Già, l'allenatore, Di Biagio, l'allenatore confermato dopo tutti i fallimenti precedenti, l'allenatore che aveva già fallito i precedenti europei, e non aveva portato l'Italia alle Olimpiadi, l'allenatore che è stato un buon calciatore, ma è stato messo là, senza esperienze in panchina. Il calcio italiano prende un'altra batosta, l'ennesima, sembra oramai routine, perché il calcio italiano non vince nulla di nulla dal 2010, l'anno dell'Inter del triplete, l'Inter che però in campo aveva undici stranieri su undici, ed i protagonisti si chiamavano Milito, Cambiasso, E'too, Julio Cesar, e tutto il resto della squadra.
Il calcio italiano prende batoste nelle coppe europee sempre, e non vince l'Europa League da quando si chiamava ancora Coppa Uefa, ed esattamente dal 1999, dal successo di Malesani col grande Parma.

L'Italia ieri ha perso ancora, pesantemente in casa, ed è una dura sconfitta per tutto il movimento calcistico italiano, perché senza programmi, intuizione, non si arriva da nessuna parte.
Il tifoso italiano, spesso pecca di presunzione, ma dovrebbe prima imparare a capire che il calcio di una volta è lontanissimo, ed il calcio italiano, spesso paga le colpe di una nazione allo sbando.
Di Biagio si è fatto da parte, ma il problema resta.