Era il 6 agosto 1998, esattamente 18 anni orsono. ZEMAN, sull'Espresso, denuncia pesantemente la presenza del doping nel calcio Italiano segnatamente alla Juve. L'esplosione muscolare di Vialli, Del Piero e compagni, secondo il Boemo, sono assolutamente innaturali e non possono che essere frutto di pratiche " da farmacia" che la Juve osserva costantemente alterando i risultati sportivi. Scoppia il finimondo. Denunce, querele. Poi, come tutte le cose italiane, finisce a tarallucci e vino. In seguito oltre al doping farmaceutico, una archiviazione, ma solo per prescrizione dei termini, per il medico sociale della Juve dott. Agricola, anche quello "amministrativo" che segnerà la fine della "trimurti" bianconera che rivaluto', con italico ritardo, le "follie" del maestro praghese. Zeman, l'emarginato. Il Vate visionario di un calcio di altri tempi, mai troppo dimenticato per le sue battaglie perse e per il suo straordinario calcio di attacco. Oggi, a diciotto anni da quelle dichiarazioni, mai così vere, scomode e penalizzanti per la sua carriera, ci pare giusto ricordare chi, come il Boemo, ebbe il coraggio di scoperchiare un mondo che l'omertà' di tutti serbava nascosto. Un grazie "postumo" Maestro