Prima del divorzio c'è la separazione, che può essere consensuale o giudiziale e poi, il divorzio.
Ma pare essere totalmente sconosciuto tutto ciò nel caso Icardi. Rimasti ancorati forse a valori che oggi non sono più valori. Quando una coppia scoppia, scoppia. Quando una delle parti dice che è finita, è finita. A che pro, insistere? Capricci? Dispetti? Tentativi di recuperare ciò che non si ha più alcuna intenzione di recuperare, almeno da una parte?

Non è amore questo. E' possessività. E' altra roba che non c'entra assolutamente niente con l'amore. Anzi, se una parte ti chiede di andare, e tu non vai, è proprio il contrario dell'amore. Icardi non appartiene più alla famiglia Inter. I tifosi lo hanno oramai in gran parte dimenticato. C'è ora Lukaku, c'è Conte. C'è una nuova squadra, un nuovo contesto.

Se Icardi vuole continuare a farsi del male, può continuare a rimanere nell'Inter. Non verrà mai convocato, e per rimettersi in moto ci impiegherà il doppio del tempo. Salvo che non abbia deciso di chiudere con il calcio. Allora, questa è altra storia. 

Mancano pochi giorni, alla chiusura della sessione estiva del calciomercato, e tanti nodi verranno al pettine.
Ma il caso Icardi non chiamatelo amore. Per amore devi saper anche divorziare.