Parliamo di un uomo considerato un rivoluzionario nella propria patria, tanto da rinominare simpaticamente la Bundesliga in "Rangnickliga". Questo grazie a una nuova visione e approccio del calcio che si sta espandendo anno dopo anno sempre di più, con la presenza di tanti allenatori che adottano la filosofia di Rangnick, parliamo per esempio del più celebre Klopp, passando per Tuchel e per il nuovo astro nascente Nagelsmann, giovane allenatore del Lipsia.
Ma da chi si è ispirato Rangnick per mettere appunto i suoi schemi?
Tutto nacque in seguito ad un amichevole disputata contro la Dinamo Kiev di Lobanovksi, che sembrava fosse in costante superiorità numerica grazie al forsennato pressing che adottava. Ralf si innamorò di quel modo di giocare e iniziò a studiarla e adattarla al calcio moderno. Il "professore" (soprannominato così per essersi presentato nel 1998 in una trasmissione sportiva per spiegare il suo rivoluzionario pressing e l'importanza di una difesa a 4, andando contro alla tradizione tedesca che adottava un modulo con il vecchio "libero") nella sua carriera vanta sicuramente il merito di essere una persona coraggiosa nell'intraprendere nuovi progetti, come avvenuto con l'Hoffenheim, portato dalla terza serie alla Bundesliga in soli 2 anni, e con il Lipsia, allenato per la prima volta nella stagione 2015/2016 conclusa con la promozione in Bundesliga, e per la seconda volta nel 2018 portando il Lipsia al terzo posto e di conseguenza alla qualificazione in Champions League. Da ricordare, inoltre, la sua parentesi allo Schalke 04 nel 2011 condita da una Coppa di Germania e da una semifinale di Champions League. Negli ultimi due anni invece ha cambiato ruolo, divenendo l'Head Of Sport And Development Soccer della Red Bull. Chiusa la parentesi della carriera, è il momento di spiegare come funziona il gioco e la politica di Ralf Rangnick.
La sua politica si spiega sostanzialmente con la regole delle "tre C": capitale, concetto, competenza, tutte e tre fondamentali e indispensabili per avere successo. È un uomo estremamente preparato, molto dedito allo studio e al continuo aggiornamento, e ciò lo porta a voler avere in tutte le sue squadre "cartabianca", ovvero avere il potere decisionale sia in campo come allenatore sia in ambito dirigenziale.
La sua fama, in tutte le squadre in cui ha allenato, è stata quella di scopritore di talenti stratosferici, acquistati a cifre contenute e rivenduti a top club: Werner, Firmino, Haaland, Naby Keita, Mané sono solo alcuni dei talenti scoperti dal tecnico tedesco, bravissimo soprattutto nel saperli allenare e lanciare, oltre che a scovarli. Veniamo ora alla parte più interessante, l'approccio alle partita che ha caratterizzato le squadre di Rangnick e che ci si auspica di rivedere al Milan.
La peculiarità del suo gioco si cela nel pressing, chiamato "gegenpressing" ("riaggressione). In cosa consiste? Consiste nell'aggredire gli avversari nella loro metà campo per un lasso di tempo che va dai 7/8 secondi, e una volta recuperata la palla si prosegue con una verticalizzazione che porta al tiro, quindi alla conclusione dell'azione, in circa 3 secondi. Il pressing, effettuato con molti giocatori (solitamente le 2 punte e le 2 ali, infatti Rangnick adotta un 4-4-2), ha lo scopo di bloccare le vie centrali di campo, per spingere gli avversari o indietro o sulle fasce, dove le opzioni di giocata diminuiscono, fino a costringere i difensori a spazzare la palla il più lontano possibile per non rischiare di perderla e concedere ripartenze. Il vantaggio è proprio quello di colpire l'avversario nel momento in cui è più vulnerabile, ovvero nel momento in cui deve decidere come gestire l'azione, in seguito alla riconquista del pallone.
Per adottare peró questo modo di giocare, tanto interessante quanto complicato, il tecnico chiede a sua disposizione dei calciatori con caratteristiche specifiche, che si adattino alla perfezione al suo calcio.
Prima di tutto l'età, che prevede un range che va dai 17/18 ai 24 anni (ciò non significa che non utilizza giocatori di età superiore, vedi Raul con lo Shalke 04, bensì che predilige acquisti che rientrino in questi parametri).
Nelle retrovie, Rangnick ha sempre utilizzato terzini fisici e soprattutto di spinta (Hernandez? Dumfries?), per quanto riguarda i difensori centrali , richiede giocatori possenti fisicamente e anche dotati di buona velocità, in grado di reggere i contrasti 1vs1 e di inseguire l'avversario nelle situazioni di sbilanciamento della squadra.
Come ali, nel suo 4-4-2, solitamente ha sempre schierato due giocatori di caratteristiche diverse: un giocatore più tecnico, capace di accentrarsi e giocare il pallone nelle zone centrali del campo (Szoboszlai? Castillejo?) e un giocatore più di corsa e meno di tecnica, in grado di spaccare la difesa con un incursioni lungo la fascia per condurlo al tiro o al cross.
Per quanto riguarda le mezzali, il suo stile prevede giocatori di quantità, dinamicità e corsa, abbinati anche a una discreta tecnica che consenta al giocatore di verticalizzare velocemente una volta riconquistato il pallone (Bennacer?).
Per concludere con l'attacco, i due attaccanti schierati da Rangnick non giocano proprio sulla stessa linea, bensì uno si comporta da prima punta e l'altro da "spalla", e predilige giocatori di tanta corsa per pressare, ben messi fisicamente, veloci e bravi ad inserirsi (Rebic? Jovic? Leao?).

Detto questo, a mio modo di vedere la mossa di puntare su Ralf sarà un ottima scelta, non possiamo sapere come sarà il suo operato, ma sicuramente sappiamo di affidarci a una persona competente e con idee innovative, comunque vada. O forse preferiamo continuare ad affidarci a vecchie bandiere "famose" solo per ciò che hanno fatto in campo e non in panchina/dirigenza?
Spero che questa descrizione vi sia servita ad inquadrare il personaggio, comunque vada, sempre forza Milan!!