Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, il derby della Mole ha evidenziato come le squadre si costruiscano puntando sugli uomini e non sulle figurine. Qualità tecniche e valori morali devono andare a braccetto altrimenti risulta impossibile fare la differenza. In casa Juventus, tale concetto rappresenta da sempre una linea guida sacra: 6 Scudetti, 3 Coppe Italia vinte consecutivamente e 2 finali di Champions League raggiunte in tre stagioni non sono opera del caso bensì la dimostrazione pratica del ragionamento che ho sviluppato precedentemente.

Il successo conquistato domenica dalla Juventus contro i granata è la fotografia perfetta del lavoro portato avanti da Marotta, Paratici e Nedved che, in sede di campagna acquisti, non solo nella scorsa estate ma anche in quelle precedenti, hanno saputo costruire una rosa composta sia da uomini intrisi di umiltà, passione, entusiasmo, voglia di emergere, fame di vittorie, etica del collettivo e affidabilità ma anche da calciatori talmente duttili da consentire al mister di scegliere tra più sistemi di gioco in modo tale da esaltare al massimo le forze a disposizione e allo stesso tempo affrontare senza particolari ansie squalifiche e infortuni.

E’ quindi giusto sottolineare come l’assenza di Mario Mandzukic, messo ko dalla febbre, non si sia avvertita in quanto Alex Sandro schierato esterno offensivo ha sfoderato una prestazione a base di grinta, scatti e dribbling confermando di aver ritrovato lo smalto dei giorni migliori sia dal punto di vista psicologico sia sotto l’aspetto tecnico. E’ altrettanto opportuno affermare come l’uscita dal campo di Gonzalo Higuain, avvenuta al 14’ del primo tempo causa infortunio (distorsione alla caviglia sinistra) non abbia creato scompensi alla squadra visto che tanto Federico Bernardeschi quanto Douglas Costa, alternandosi, hanno agito da falsi nove con le dosi giuste di  umiltà, piglio e qualità.

A mio parere, tuttavia è soprattutto doveroso evidenziare come il derby abbia rilanciato Stefano Sturaro e ne abbia chiarito definitivamente il ruolo: si tratta di una mezzala di piede destro, quindi a proprio agio se schierato esattamente, come avvenuto domenic,a da mezzala destra (in precedenza quando Max Allegri lo ha utilizzato in questo ruolo ha chiesto al centrocampista ligure di agire sulla fascia sinistra), perché giocando lì ha modo di trattare il pallone con il piede preferito ma anche di esaltare il suo repertorio composto da grinta, corsa e quella capacità di attaccare lo spazio con i tempi giusti che lo rende una minaccia per le retroguardie avversarie. Recupera moltissimi palloni e pur non essendo un fine tessitore ha grandissimi margini di miglioramento dal punto di vista tecnico, ovvero nella gestione del pallone. Neppure lui conosce quali siano le sue reali potenzialità.

Il derby deve e può rappresentare per il ragazzo l’inizio di una nuova vita nella Juventus. Ciò sarà possibile esclusivamente se dirigenza e allenatore smetteranno di considerarlo un jolly, visto che secondo me il centrocampista non rientra nella categoria dei calciatori poliedrici e può brillare esclusivamente giocando come mezzala. Caro Allegri, basta esperimenti! Se continui a reputare Sturaro un tuttocampista impiegandolo una volta come terzino, un’altra come ala e un’altra ancora come esterno offensivo rischi di buttare a mare un talento che non ha la predisposizione per ricoprire ruoli differenti da quello di mezzala, però sa farsi trovare pronto e si conferma affidabile se messo nelle condizioni di esprimersi, come domenica quando non ha assolutamente fatto rimpiangere l’assenza di Blaise Matuidi. Qualora il mister, nelle prossime gare, continui a vederlo come un  jolly consiglio vivamente a Stefano di cambiare aria: sarebbe l’unico modo per ripartire e spiccare il volo. D’altronde il mercato non gli manca, se si considera come egli sia da tempo nella lista della spesa di Genoa e Atalanta.