Calcio e storia possono suggerire incroci, forse anche abbastanza fantasiosi, come la prima sfida in un torneo dedicato alla memoria di Silvio Berlusconi. Simbolo di Monza è la Corona Ferrea una reliquia, probabilmente del V secolo, che ha viaggiato parecchio nella sua storia e che Napoleone si pose da solo sulla testa, non saprei come, visto che la corona potrebbe al massimo calzare la testa di un bambino. E da quel grande trafugatore di opere d'arte che era aveva pure brigato per portarsela a Parigi. In fondo Berlusconi ha una certa analogia come il Napoleone del calcio italico e in fondo il suo ultimo passaggio calcistico avviene proprio a Monza. Est sedes Italiae Regni Modoetia Magni. E' Monza sede del Grande Regno di Italia, e penso che Berlusconi profondo conoscitore della storia della Città magari se la sarebbe volentieri posta sulla testa come grande presidente calcistico. Nella sua gloriosa e penso irripetibile parabola calcistica entra davvero nella storia del nostro calcio in maniera davvero napoleonica. Rimane una parabola anche se solo nel finale, purtroppo, uscendo dal Milan, in maniera non molto eclatante per la verità. Andare a Monza è forse stata per lui una rivalsa di vero sapore storico visto che la A il Monza l'aveva solo sfiorata, portandola con il suo fido Galliani ad un eccezionale 11esimo posto. Un risultato sicuramente ancora di vero sapore napoleonico. La Corona Ferrea fa parte del Tesoro del Duomo di Monza che consiglio di visitare perché è un Museo magnifico, ricco di storia non solo della città, ma della nostra Italia. Venendo alla partita i motivi sono sicuramente molto interessanti, potendosi vedere pur in uno scontro sui generis ma sicuramente sentito e pure trasmesso in mondovisione dalla casa televisiva berlusconiana, che potrebbe costituire un test molto probante, seppure ancora in calcio estivo, del nuovo Milan. Con tutta l'aria di essere un derby vero, vista la audience sterminata, non solo di uno stadio tutto esaurito, non solo sentimentale oppure storico. Proprio una partita di questo genere intitolata al “Presidente”, potrebbe davvero essere intesa come l'inizio di un consolidato derby lombardo di particolare valore e interesse, visto che il Monza si pone come obiettivo sicuramente non una fugace apparizione in serie A. Quindi la squadra monzese metterà tutto quello disponibile in un confronto con una squadra più titolata in un vero derby lombardo, diventando magari secondo solo a quello milanese. Un modo molto bello di perpetuare la memoria di un uomo che comunque ha “rifatto” ancora più grande il Milan, dopo anni oscuri. L'atmosfera che si respira allo stadio gremito in una serata con ancora qualche luce di tramonto deve essere estremamente suggestiva con il figlio Pier Silvio in evidente commozione e pure un senso di fratellanza si coglie anche negli spalti dove l'incontro sembra voglia più assumere il significato di una vera ed intensa commemorazione sportiva. Pure a distanza da ex milanese e brianzolo ne colgo un significato molto intenso. Il Volo, l'ottimo trio di due tenori e un baritono intonano poi una più che congrua aria della Turandot, ormai celeberrima. Ne riprendo un passo perché si adatta alla circostanza:

Ma il mio mistero è chiuso in me

Il nome mio nessun saprà

No, no sulla tua bocca lo dirò

Quando la luce splenderà

Quind il Pioli/Calaf primo o poi svelerà come vuol far giocare questo Milan, zeppo di esterni, peraltro tutti buoni se non ottimi o addirittura eccezionali, portati, sempre rimanendo in scherzoso ambito pucciniano dal trio Ping Pang Pong rispettivamente Gran Cancelliere (Furlani), Gran Provveditore (Moncada) e Gran Cuciniere (Pioli). I tifosi di stampo talebanico che mi hanno ripreso nel mio turbolento post sul Milan non si indignino ancora. Ai vecchi, quelli da gettare nel rusco, secondo alcuni, in quanto totalmente rimbambiti, perché non “possono” capire niente del calcio, e magari sono buoni solo a giocare a briscola nel dopolavoro locale, oppure a tenere a bada i nipoti, sia almeno concessa un poco di ironia.

Un Monza molto rimaneggiato in difesa e sicuramente un poco più indietro nella preparazione rispetto ai rossoneri, magari ancora affetti dal terribile jetlag del ritorno dall'ovest, tiene molto bene testa a una squadra di tasso tecnico superiore. Nel secondo tempo addirittura prendono il controllo del gioco. I brianzoli si schierano un poco ad albero di Natale con un 3421 che trova nel croato Maric una sponda abbastanza consistente, sorretta dal duo Mota/Colpani. Di Gregorio conferma doti di portiere importante e di gran personalità e pure Carlos, con il portiere i migliori del Monza, ingaggia duelli di ottimo livello tecnico con Pulisic, gran giocatore e sicuramente il migliore del Milan. Pulisic però si dimentica Carlos in una sua ottima percussione che mette Colpani in splendida chiusura in una delle poche azioni manovrate del Monza. Il Monza non pressa alto per ovvie mancanze aerobiche a questo livello della stagione e permette al Milan un gioco piuttosto ruminato seppure di buon piede del suo centrocampo. Un Pessina molto indietro nella forma e un Ciurria molto preoccupato di tenere a bada Leao più che proporsi in avanti fanno risplendere più del dovuto l'inedito gioco di centrocampo del Milan. Leao davvero rispolvera la sua prima maniera, svagato, lezioso e pure molto impreciso nelle conclusioni a parte una bella sventola delle sue ben chiusa dal portierone del Monza. Per il resto il solito ciondolare d'antan e tiracci a casaccio nonostante i continui incoraggiamenti di Pioli. Che gli sta succedendo? Inedito perché, Pioli, il principe misterioso, presenta una soluzione veramente inedita scoprendo il vecchio “metodo” con Krunic madiano quasi sempre stabilmente davanti alla difesa che ha mostrato qualche recente incertezza. Ne consegue una maggiore solidità rotta solo da una buona fiammata monzese con due tiri consecutivi ben sventati da Maignan. Molto indietro, forse un poco troppo la condizione precaria di Giroud che oltre tutto subisce un pestone che lo esclude dalla partita. A centrocampo il nostro Bronzo di Riace Luftus, di passo piuttosto lento e costante a parte una incoraggiante accelerazione, e comunque di ottimo piede ingaggia duelli molto fisici con Gagliardini che con D'Ambrosio e i fratelli Carboni forma una vera colonia ex-interista nel Monza. Thiaw si trova a fare il terzino sulla fuga di Carlos e ovviamente viene bevuto sullo scatto che non ha. A Luftus si affianca Rejinders, entrambi in tipiche posizioni di mezzali dietro quindi a un trio molto offensivo di attacco. Quindi non un 433 ma un 4123 totalmente inedito e da verificare, visto che siamo in calcio di agosto, contro centrocampi magari più consistenti del duo Gagliardini Pessina. Pioli francamente avrà il suo daffare nel conciliare e accontentare la produzione industriale di esterni a disposizione, tutti buoni, se non ottimi. Come già rilevato manca una vera luce ispiratrice e a questo punto mi viene quasi una idea balzana, perché rinunciare a un Pulisic di questo ritrovato livello, l'unico capace di invenzioni, sopra quanto ci si può aspettare, non credo si possa rinunciare. Pertanto non sarebbe poi così fantasioso ritornare al vecchio schema pioliano con lui trequartista a meno che non si trovi qualche altra soluzione. Pioli a Rejnders, ottimo giocatore dal destro importante, chiede verticalizzazioni repentine ed in effetti Rejnders ci prova più volte, ma questo a mio parere non è il gioco di un centravanti alla Giroud ma piuttosto di un centravanti alla Morata. Da una giocata di gran classe di Pulisic, che viene steso inevitabilmente da D'Ambrosio, nasce il gol del Milan che da quattro partite fa un solo gol, se non mi sbaglio, su azione manovrata. Rigore calciato male ma l'americano è fortunato nella ribattuta. Hernandez mi è sembrato in ripresa e la sponda di sinistra ha funzionato poco per via della strana condizione di Leao. La partita si infiamma con qualche schermaglia in campo pure uscendo dal suo tono commemorativo, proprio per reazioni un poco fuori dalle righe dello stesso Leao molto nervoso. I calci di rigore, implacabili i rossoneri, decidono il trofeo che va al Milan. Magari il prossimo derby sarà di ben altra intensità agonistica e tecnica. In ogni caso una vera quadra nel gioco del Milan è ancora di là da venire e aspettiamo che il nostro cuoco cominci a pensare a qualche piattino diverso, magari con un innesto di una punta che finalizzi il nuovo lavoro di mezzali classiche schierate ieri sera, ammesso che si voglia continuare in questo modo. Un puzzle tecnico, bisogna riconoscerlo, di non facile soluzione.