L'Italia del pallone vive un momento critico.
La qualificazione ai Mondiali di Russia del 2018 è a rischio e gli azzurri dovranno passare dai play-off per potersi ritagliare un posto nelle 32 che si giocheranno la vittoria finale, però non sarà facile perché la squadra guidata dal Ct Ventura sembra una squadra demoralizzata e senza gioco, soprattutto dopo la sconfitta subita a Madrid contro la Spagna. Ma la colpa, per non aver ancora raggiunto i Mondiali, non va data tutta all'ex tecnico del Torino, ma bensì a tutto il sistema calcio italiano.
In Italia, purtroppo, si hanno stadi vecchi e di proprietà dei Comuni che spesso e volentieri non hanno in cassa il denaro sufficiente per poterlo ammodernare. Le uniche società proprietarie del proprio stadio in Italia sono solo quattro, mentre in molti altri paesi europei sono molte di più. Sembra una banalità, però uno stadio di proprietà potrebbe portare a ricavi maggiori per i club; la dimostrazione ne è la Juventus che da ben 6 anni è indiscutibilmente la società più forte in Italia e che sia nel 2015 che nel 2017 ha raggiunto due finali di Champions League e che può tenere tranquillamente in squadra calciatori del calibro di Higuain o Dybala. Tutto questo grazie allo stadio di proprietà che da anni molti club in Italia cercano di poter costruire, ma puntualmente vengono bloccati dalla burocrazia che non permette tutto ciò. Sarebbe opportuno poter discutere con i politici italiani e magari fare una legge apposita che permetta di costruire non solo stadi, ma impianti sportivi di ogni genere, senza dover andare dietro tutta questa burocrazia.

Lo stadio però non è l'unico problema: i problemi del calcio italiano sono anche i molti stranieri che non permettono ai giovani italiani di poter crescere ed emergere. Le società preferiscono far giocare un calciatore straniero, per il quale vengono spesi soldi per acquistarlo, piuttosto che un italiano cresciuto nelle giovanili del club. Tutto questo perché ormai il calcio è diventato un vero e proprio business, ma una soluzione utile sarebbe quella di creare le squadre B, come accade in Spagna. In questa maniera i giovani avrebbero la possibilità di giocare in categorie come la serie B o la serie C e confrontarsi con calciatori più esperti dal quale potrebbero imparare, in maniera da arrivare pronti al grande salto. Purtroppo però anche su questo si discute da tempo ma le società italiane non hanno fin qui trovato l'accordo che permetta tutto questo. La speranza è che ben presto tutto ciò possa essere attuato e far tornare in calcio italiano ai fasti di un tempo.