Joao Mario Naval Da Costa Eduardo, noto al pubblico calcistico semplicemente come Joao Mario, centrocampista portoghese nato ad Oporto nel gennaio del 1993, attuale numero 10 della compagine nerazzurra guidata da Luciano Spalletti, sta vivendo il momento più buio della sua giovanissima carriera all'ombra della Madonnina.

Il talento di Oporto messosi in luce nel campionato portoghese con la maglia dello Sporting Lisbona, ma soprattutto con la maglia della sua nazionale, con cui si è laureato campione d'europa nel 2016 dopo un torneo giocato ad altissimi livelli, alla sua seconda stagione in nerazzurro, sta vivendo il suo periodo più buio in carriera culminato con la prestazione a dir poco impalpabile di ieri sera nel derby di coppa Italia perso dall'inter per 1 a 0 in favore degli odiati cugini rossoneri.
Proprio la partita di ieri è sembrata lo specchio dell'attuale stagione del numero 10 nerazzurro, pochi guizzi mai concreti tanta imprecisione e poca, pochissima, cattiveria da distribuire sul campo da gioco, come testimonia la colossale occasione sprecata dal portoghese nelle fasi iniziali del secondo tempo in cui avrebbe potuto indirizzare la partita e forse la sua stagione in modo molto diverso. Ma andiamo per gradi, il portoghese accasatosi all'Inter nell'estate del 2016 per la cifra record di 40 milioni più 5 di bonus, doveva essere il colpo ad effetto regalato da Suning, che proprio quell'estate era appena diventata azionista di maggioranza del club di Corso Vittorio Emanuele, ai propri nuovi tifosi.
Le voci provenienti dal Portogallo accompagnate dallo splendido europeo conclusosi con l' incredibile vittoria della competizione con la propria nazionale, parlavano di un calciatore di livello superiore, un centrocampista moderno capace di giocare a tutto campo con classe ed intelligenza calcistica e di tenere il peso dei contrasti più duri, come testimonia la finale vinta con la Francia nel quale il portoghese uscì vincitore dal duello fisico con un certo Pogbà, nonostante la diversa stazza fisica.

E a dire il vero Joao Mario nella sciagurata stagione passata si dimostra un calciatore brillante, capace se messo nelle giuste condizioni di far girare con facilità la palla, di avere strappi interessanti e visione di gioco niente male. Nel marasma della stagione nerazzurra conclusasi con l'avvicendamento di ben 4 allenatori, Mancini abbandonò il progetto nerazzurro in estate con il campionato alle porte, dopo di lui Frank De Boer Stefano Vecchi Stefano Pioli e infine ancora Vecchi siedono sulla panchina del biscione, in verità Joao è uno dei pochi che lascia intravedere qualità importanti, palleggio tecnica visione e strappi da giocatore vero che il portoghese ha mostrato ad intermittenza, ma sopratutto con Stefano Pioli in panchina; negli occhi ancora oggi le due prestazioni di livello contro la Juventus sia a San Siro che allo Stadium oltre al Derby di ritorno che sfuggì all 'inter proprio dopo l'uscita dal campo del portoghese.
La stagione passata, nonostante l'amara conclusione per l'Internazionale lasciava comunque fiducia sul proseguo del portoghese in maglia nerazzurra.

Oggi quella fiducia è del tutto scomparsa, quella che doveva essere la stagione della consacrazione per il campione d'Europa non è stata altro fin ora che una grossa delusione, con l'avvento di Luciano Spalletti e la numero 10 sulle spalle in molti si aspettavano il definitivo salto di qualità dal portoghese, ma questo ad oggi non solo non si è mai visto, ma anzi abbiamo assistito e continuiamo ad assistere all'involuzione a dir poco allarmante di Joao Mario. Gli interrogativi ed i dubbi sul portoghese rimangono tanti, troppi, per un calciatore costato la bellezza di 45 milioni bonus compresi, probabilmente il ruolo di trequartista cucitogli addosso da Spalletti non fa per il ragazzo, più avvezzo in carriera a destreggiarsi da mezz'ala se non anche de ala vera e propria come spesso fa nel suo porogallo.
Sarebbe facile dire oggi che il numero 10 di Inter e Portogallo è semplicemente uno dei tanti calciatori sopravvalutati da un sistema calcio mai come oggi drogato a dismisura, ma il tempo è galantuomo e saprà darci risposta.