La decisione della Lega Calcio di rinviare le partite che - con tanto di comunicato ufficiale era già state programmate a porte chiuse - è diventata ancor più grottesca e ridicola, per i goffi tentativi di giustificarla.

I match in questione sono Milan-Genoa,Parma-Spal,Sassuolo-Brescia,Udinese-Fiorentina e ovviamente il derby d'Italia Juventus-Inter.

A seguito delle note vicende legate all'esplosione del coronavirus, la chiusura al pubblico degli stadi andava nella direzione di tutela sanitaria, indicata dalle disposizioni del Governo. Se non che a solo 48 ore da questa comunicazione, l'ineffabile Paolo Dal Pino presidente della Lega di Serie A decide il rinvio urbi et orbi, senza convocare nemmeno uno straccio di Consiglio.

Anzi, davanti alle rimostranze di Beppe Marotta. AD sport del FC Inter, il presidente di Lega afferma che l'Inter ha poco da lagnarsi, visto che non ha voluto giocare di lunedì a porte aperte.

Ora posso capire che Lega e Juventus abbiano una scarsa considerazione dell'intelligenza del tifoso medio, ma facciamo alcune serene considerazioni: è noto che i virus siano come i parrucchieri, non lavorano la domenica, mentre lunedì ai tifosi provenienti da Milano, è impedito l'accesso senza nessun fondamento scientifico, visto che nessuno saprà mai se chi è residente da Torino e limitrofi, abbia mai frequentato zone a rischio.

Possiamo affermare, senza sbagliare di molto, che  giocare di lunedì con affluenza di pubblico significava per la Juve a non rinunciare all'incasso, visto che spudoratamente senza ritegno i biglietti della partita erano ancora in vendita anche dopo la comunicazione ufficiale del match a porte chiuse, significava anche poter disputare una partita senza tifo avversario. Per inciso anche Juve-Milan di Coppa Italia sarà aperta al pubblico piemontese.

In un momento difficile per i bianconeri, diciamo che questa decisione non è certamente libera e priva di pressioni. Tra l'altro ora ci sono da chiarire le indiscrezioni sulle presunte telefonate tra il Ministro dello Sport Spadafora e il presidente della Juventus Agnelli, visto che il ministro si è mostrato piuttosto imbarazzato a Rai sport mentre le perplessità di Marotta sul neo presidente sono note da tempi non sospetti, probabilmente Dal Pino non ha perso l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa.