Squadra che vince non si cambia...racconta il proverbio. Mai come quest'anno, la Juventus è arrivata ad un passo dalla conquista della vetta dell'Olimpo eppure, mai come quest'anno, c'è aria di cambiamento, di uomini ma non di prospettiva. A dire il vero, era anche abbastanza prevedibile che, considerata l'età di certi pilastri di questo ciclo vincente ormai da quattro anni, il tutto sarebbe potuto accadere proprio quest'anno con i proventi del nuovo sponsor tecnico e con gli introiti della Champions. Quando iniziavo a giocare a calcio, il mio primo allenatore mi disse che le squadre forti si fanno con almeno un campione in difesa, almeno un campione a centrocampo, almeno un campione in attacco. Pirlo, Tevez, insieme a Barzagli hanno davvero rappresentato il simbolo di questo nostro ciclo iniziato (senza Tevez) con la stagione fatata 2011/2012: calciatori finiti, infortunati, svenduti e, qualche volta, anche dal carattere un pò fumantino. Per due di questi tre, ora, l'avventura da timonieri del veliero sembra davvero giunta al capolinea e la Juventus sembra perdere completamente la sua spina dorsale. Adesso i fantastici tre vengono sostituiti, rispettivamente, da Khedira, Dybala e Rugani, questa volta troppo giovani, troppo costosi (Dybala) o ormai finiti (Khedira, tanto che Anchelotti gli ha preferito addirittura Ramos a centrocampo pur avendolo a disposizione). Insomma, una scommessa. Ad essere sincero non credo che i tre neo-bianconeri possano rappresentare, fin da subito, la spina dorsale della Juventus 2015/2016. Stiamo dimenticando, tuttavia, di tenere in considerazione un'altra grande legge della scienza del calcio: l'osmosi del campione. Si, perché giocando con i campioni si diventa campioni. Le sorti della Juventus sono in mano, da oggi, ai Bonucci, ai Morata e ai Pogba ancor più di quanto lo siano state solo fino a ieri. Affianco a loro Rugani e Dybala possono crescere, Khedira può ritornare. Mancherebbe il numero 10. Proprio quella 10 che è appartenuta, da sempre, ai grandi campioni della nostra storia non potrà rimanere di nessuno. Anche perché, nello scacchiere tattico, mi sembra palese che manca un collante tra controcampo e attacco, dinamico e con visione di gioco: a me sembra l'identikit di Hakan Çalhanoğlu, che, quanto a calci di punizione, peraltro, dovrebbe non far rimpiangere neppure uno come Pirlo. Mancherebbe ancora un terzino, grintoso fisicamente, capace di crossare e mettere la palla sulla testa di un altro nuovo arrivato, Mario Mandzukic, giovane ma con esperienza ed un prezzo non eccessivo, dal carattere deciso: per me si chiama Šime Vrsaljko. Uno sguardo ulteriore, infine, ancora al futuro con qualche segnalazione che va necessariamente fatta, volendo tralasciare i giocatori più reclamizzati e già noti ai più come (Ruben Neves, Tielemans, Gerson, Loftus Cheek, i tedeschi e via discorrendo): quanto ai difensori segnalo 1) lo spagnolo Adrian Marin, terzino sinistro scuola Villareal che grazie alla sua capacità di corsa, fa sembrare il campo lungo una quarantina di metri, 2) lo statunitense Erik Palmer-Brown, per cui, come ricorderete, la Juventus ha già presentato un'offerta concreta, senza successo, 3) il tedesco Benedikt Gimber che a me, personalmente, ricorda Rugani per lo stile nella giocata. Un difensore centrale elegantissimo, una tipologia di calciatore il cui padre non può che essere considerato Alessandro Nesta, una mosca bianca. Quanto ai centrocampisti segnalo: 1) il serbo Andrija Živković, ala offensiva dal carattere del campione, dribbling micidiale con superba visione di gioco: il calciatore che serve in prospettiva alla Juventus. Dimenticavo, è un classe 1996, 2) l'olandese Abdelhak Nouri, mezz'ala sinistra dalla tecnica sopraffina, piede destro, giocate e visione di gioco favolose, soprattutto quando rientra sul suo piede è sempre imprevedibile, 3) il danese Mikkel Duelund, ottimo piede, lui è un regista di quelli che costringono gli avversari a difendere basso perché sempre pericoloso, anche se è a 50 metri dalla porta, gladiatore caratterialmente con una buona media gol. Dimenticavo, ha inoltre un gran tiro. Quanto ai trequartisti segnalo ai lettori 1) il bulgaro Bozhidar Kraev, classe 1997, talento fulgido, sarebbe in prospettiva il trequartista titolare fisso con Allegri in quanto abile sia nel passaggio che fantastico negli inserimenti senza palla e nel dribbling palla al piede. Trequartista universale, ha svolto un provino con la Juventus nel Natale 2014, 2) il croato Ante Coric che si muove come Modric, più un trequartista con visione di gioco che un corridore dribblatore. Chi ha visto l'Europa League quest'anno lo avrà sicuramente notato, 3) l'olandese Jari Schuurman della cantera del Feyenoord, ancora un pò testardo e poco altruista ma con una media realizzativa spaventosa. Quanto agli attaccanti, tolti gli inarrivabili Solanke del Chelsea e Unal, appena preso dal City dal Bursaspor (occhio ai giovani provenienti dal Bursaspor) i migliori, secondo me, sono: 1) il colombiano Alveiro Sanchez, fisico esplosivo, veloce, dribbling ubriacante ma allo stesso tempo attaccante concreto sotto porta. 2) il polacco Dawid Kownacki, giocatore tatticamente duttilissimo, meno finalizzatore del primo ma sa fare l'esterno/seconda punta in quanto bravo nell'assist e sempre ordinato tatticamente, torna a difendere e morde quando lo fa (non come l'uruguaiano famoso) 3) il serbo Luka Jovic, grande dribbling, arriva sul pallone sempre coordinato. Per la sua capacità di centrare la porta da tutte le posizioni mi ricorda molto Trezeguet o Icardi ma, a differenza degli ultimi due, il serbo sa duettare velocemente. Può essere considerato sia un centravanti pivot, in grado di far salire la squadra che un finalizzatore vero. Ai posteri l'ardua sentenza....augurando un grande calciomercato a tutti gli italiani.