La compagine bianconera è stata travolta negli ultimi anni da cicloni dalle proporzioni abnormi, quasi ingestibili a tratti: dalla turbolenta annata con Sarri all'altrettanto discutibile anno passato con l'acerba (e comprensibile) gestione di Pirlo fino all'ultimo, grande addio di Cristiano Ronaldo.

E' tornato alla base l'ultimo condottiero vincente della recente storia bianconera, Max Allegri, lo stratega toscano rimpianto dai tifosi juventini nei primi dopo la sua dipartita, riaccolto con entusiasmo quest'estate e ora, nuovamente, collocato al centro di un villaggio problematico, dove neanche Federico Chiesa può combinare qualcosa.

Perfino lo Stadium, considerato la fortezza per eccellenza della Juventus, è diventato traballante, non più garante di prestazioni gioiose ed emozionati, quanto divenuto il teatro di spettacoli per cui il prezzo del biglietto è esagerato.
I colpi di scena sono degli espedienti ben riusciti nel panorama seriale e filmico, poiché offrono allo spettatore la possibilità di godersi lo show senza sapere come andrà a finire, ma nel calcio la suspense non è sempre sinonimo di positività.

Anzi, in questa realtà cio che è sicuro è ciò che serve ad una società per primeggiare, per porre il proprio muso davanti gli altri avversari. Solidità e sicurezza, due qualità che mancano a questa squadra e che il suo conte Max, chiamato a calarsi nelle vesti di un cavaliere, è chiamato a riottenere.

Per salvare la sua signora.