Messi e Ronaldo, gli dei dell’Olimpo del calcio, quelli che rendono possibile l’impossibile e che si divertono nelle grandi platee come facevano i Romani al Colosseo. Probabilmente un padre userà la stessa frase per spiegare al figlio l’essenza del calcio moderno, quella dove tutto ruota attorno a due calciatori, sia dal punto di vista sportivo che economico.

Ma se subentra la riflessione e se l’essere umano, che fa parte di un universo infinito e misterioso, analizza i minimi dettagli ecco che tra i due fenomeni esistono differenze tali da impedire di fare un confronto. Sì, perché la vita di tutti i giorni ci porta a fare ragionamenti logico-deduttivi che ci conducono inevitabilmente a fare delle scelte, nel bene e nel male; ma la soggettività di queste decisioni caratterizza in modo prettamente emotivo il dialogo con le persone e allora c’è chi dice che Ronaldo è il giocatore più forte della storia perché è della Juventus e chi invece si aggrappa alla danza calcistica della Pulce, troppo bella e armoniosa per essere vera. Eppure, Cr7 e Messi si differenziano per questioni tecniche, tattiche e culturali.

TIKI TAKA CONTRO GRINTA.

La fase embrionale del calcio spagnolo sembra essere proprio questa: il tiki taka guardiolano contro la grinta agonistica madridista. Ecco che subentrano differenze di approccio al match, dovute a visioni di calcio diverse e chissà a quali fantasie sportive per arrivare alla vittoria. Da una parte c’è Lionel Messi, fenomeno indiscusso del palleggio e capace di mettersi alle spalle una difesa intera con slalom e balli palla al piede. Tiri dalla distanza, punizioni battute con precisione chirurgica e capacità di smarcare l’uomo. Nella capitale spagnola invece si assiste ad un gioco totalmente diverso: abolizione di lanci lunghi che scavalcano il centrocampo e cambi di gioco frequenti, come faceva Zidane lo scorso anno. E quando Ronaldo vestiva il bianco del Madrid erano tanti i gol realizzati sulla corsa, su punizione e sui calci d’angolo. Adesso che Cr7 è arrivato a Torino, cambia qualcosa, ma questo è un altro discorso.

SERIE A E LIGA. 

Tralasciando i numeri strepitosi che caratterizzano Messi e Ronaldo in Champions, ciò che rende impossibile, ad oggi, il confronto tra i due fenomeni è il passaggio del portoghese in Italia, precisamente alla Juventus. Sì, perché come spesso succede nella vita i cambiamenti portano ad un processo di adattamento immenso, sotto tutti i punti di vista; vi è la mancanza della propria patria, la malinconia degli amici più stretti, ma anche la certezza che provare una nuova vita è fonte di crescita e arricchimento interiore. Tornando al calcio però tutti noi ci rendiamo conto che la Serie A è l’opposto della Liga e tutti gli spazi della massima divisione spagnola si trasformano in varchi chiusi nel nostro campionato. Il risultato è che risulta difficile andare a segno e quando a Barcellona si segna subito scatta il meccanismo del confronto. 

IL PARAGONE È DAVVERO POSSIBILE?

Se ci basiamo sulla soggettività ognuno può dire chiaramente chi preferisce, ma al momento l’unica via per decretare il vincitore sarebbe quella di vedere la Pulce in Italia. A quel punto, tutto si azzererebbe e la rivalità sportiva potrebbe abbracciare scenari clamorosi. Immaginate di rivedere Messi e Ronaldo rivali, ma in un altro campionato. Al momento è pura utopia, ma chissà che l’Inter, con la potenza Suning, non ci faccia un pensierino. In più, Moratti già a suo tempo provó a prenderlo senza però riuscire a chiudere la trattativa. 

Nel calcio, così come nella vita, non bisogna mai dare nulla per scontato e forse un giorno riusciremo a dire chi fra Messi e Ronaldo è il numero uno.