Il Benevento edizione 2016/17 ha stabilito un record: è la prima squadra che, da debuttante in B, è riuscita a guadagnare la promozione nella massima serie. Ci andò vicino, poche stagioni fa, anche il Carpi, che conobbe la A per la prima volta dopo appena due stagioni di cadetteria all’attivo, in seguito a una lunghissima trafila nelle serie minori. Un percorso, quello degli emiliani, che riporta alla mente il Mantova dei primi anni Sessanta guidato da Edmondo Fabbri, capace di gesta analoghe ben mezzo secolo prima e ribattezzato “il piccolo Brasile” per la qualità di un gioco che portò gli estensi a ben figurare ai massimi livelli del calcio nazionale.

Le storie delle cosiddette deb sono sempre affascinanti in quanto, a loro modo, rappresentano qualcosa di unico nella storia di uno sport e, volendo allargare il campo, talvolta addirittura di intere città e regioni. In tempi più recenti possiamo ricordare il primo Chievo di Del Neri che stupì l’Italia intera con il suo 4-4-2 e una formazione recitabile quasi come un mantra, il Parma di Scala, capace di conquistare l’Europa e di aprire un ciclo storico con un manipolo di giovani e, ad esempio, l’Avellino del presidente Sibilia capace di navigare nelle acque della Serie A per dieci anni consecutivi. E c’è il Lecce 1985/86 che, da retrocesso, impartì alla Roma di Pruzzo e Conti una sconfitta cocente al punto da costare uno scudetto, o il Cagliari del 1964/65 che tenne a battesimo nella massima serie un certo Gigi Riva, che ancora ignorava di poter diventare il simbolo di un’intera regione.

Al di là di tutte le storie che riguardano i singoli campionati, le stagioni delle esordienti nell’Olimpo del calcio italiano possono essere riassunte, come in tanti casi, in numeri. Questo pezzo si propone di sintetizzare il percorso di tutte le squadre che hanno preso parte per la prima volta alla A al girone unico, con dei precisi parametri e traendo, al termine, le dovute conclusioni.

Di seguito troverete la classifica all-time di tutte le compagini che hanno attraversato il loro primo anno di noviziato in serie A. Alcune precisazioni: non è stato tenuto conto del campionato 1929/30, il primo a girone unico, in quanto – evidentemente – tutte le partecipanti erano esordienti; si è invece tenuto conto della posizione assoluta in classifica a prescindere dal numero di squadre, che viene considerato solamente nel caso di parità di posizionamento;  se due squadre hanno la stessa posizione in classifica a parità di numero di squadre, viene privilegiata in classifica quella che ha esordito per prima in A. Inoltre, dal computo è stato escluso anche il campionato post-bellico del 1945-46 in quanto non a girone unico.

Nell’ordine: Posizione in graduatoria. Nome Squadra (Stagione) – Posizionamento/Numero di squadre partecipanti.

  1. Fiorentina (‘31/32) - 4/18
  2. Chievoverona (‘01/02) - 5/18
  3. Como (‘49/50) - 6/20
  4. Cagliari (‘64/65) - 6/18
  5. Parma (‘90/91) - 6/18
  6. Lucchese (‘36/37) - 7/16
  7. Perugia (‘75/76) - 8/16
  8. Udinese (‘50/51) - 9/20
  9. Spal (‘51/52) - 9/20
  10. Mantova (‘61/62) - 9/18
  11. Foggia (‘64/65) - 9/18
  12. Venezia (‘39/40) - 10/16
  13. Varese (‘64/65) - 11/18
  14. Cesena (‘73/74) - 11/16
  15. Avellino (‘77/78) - 11/16
  16. Palermo (‘32/33) - 12/18
  17. Sampierdarenese (‘34/35) - 12/18 (il Liguria prima e la Sampdoria poi avrebbero usufruito dello stesso titolo sportivo, pertanto non sono state prese in considerazione nella graduatoria)
  18. Vicenza (‘42/43) - 12/18
  19. Catania (‘54/55) - 12/18 (retr. per illecito)
  20. Reggina (‘99/00) - 12/18
  21. Ascoli (‘74/75) - 12/16
  22. Empoli (‘86/87) - 13/16
  23. Lecco (‘60/61) - 14/18
  24. Messina (‘63/64) - 14/18
  25. Reggiana (‘93/94) - 14/18
  26. Siena (‘06/07) - 15/20
  27. Piacenza (‘93/94) - 15/18 (retr.)
  28. Novara (‘36/37) - 15/16 (retr.)
  29. Atalanta (‘37/38) - 15/16 (retr.)
  30. Pisa (‘68/69) - 15/16 (retr.)
  31. Catanzaro (‘71/72) - 15/16 (retr.)
  32. Bari (‘31/32) - 16/18
  33. Casale (‘30/31) - 16/18
  34. Ternana (‘72/73) - 16/16 (retr.)
  35. Pescara (‘77/78) - 16/16 (retr.)
  36. Pistoiese (‘80/81) - 16/16 (retr.)
  37. Lecce (‘85/86) - 16/16 (retr.)
  38. Sassuolo (‘13/14) - 17/20
  39. Crotone (‘16/17) - 17/20
  40. Ancona (‘92/93) - 17/18 (retr.)
  41. Salernitana (‘47/48) - 18/21 (retr.)
  42. Carpi (‘15/16) - 18/20 (retr.)
  43. Legnano (‘30/31) - 18/18 (retr.)
  44. Verona (‘57/58) - 18/18 (retr.)
  45. Treviso (‘05/06) - 19/20 (retr., sul campo arrivato 20/20 ma scalato al penultimo posto dopo il declassamento della Juventus in coda alla graduatoria in seguito allo scandalo-Calciopoli)
  46. Frosinone (‘15/16) - 19/20 (retr.)

Molteplici le considerazioni che si possono fare a riguardo di questa graduatoria e altrettante sono le curiosità che ne possono derivare.

Innanzitutto possiamo constatare che delle 46 squadre prese in considerazione ne sono retrocesse 17, di cui una per illecito. Ciò significa che nel 37% dei casi una squadra che si affaccia per la prima volta in A è destinata a tornare immediatamente nella categoria inferiore.

Soffermandoci sulle 17 retrocesse possiamo inoltre analizzare che 8 di queste hanno conosciuto l’immediato ritorno in B nei campionati a 16 squadre, 5 in quelli a 18, 3 in quelli a 20 e una nel solo campionato a 21 squadre mai disputato nella storia. Com’è ovvio che sia, i campionati con meno squadre finiscono con il penalizzare le debuttanti, spesso meno attrezzate delle altre compagini che già conoscono e hanno affrontato un campionato di A e che inoltre, in caso di partenza falsa, non dispongono di un numero di partite sufficienti per tentare un possibile recupero.

La classifica si può inoltre analizzare per decadi.

Negli anni Trenta le squadre debuttanti sono state dieci. Il numero è inevitabilmente alto in quanto la formula del campionato a girone unico era fresca di creazione, di conseguenza era matematicamente scontato che le due neopromosse dalla B nelle stagioni 1929/30 sarebbero state delle debuttanti; inoltre era statisticamente più facile, negli anni a venire, che venisse promossa una squadra che ancora non aveva conosciuto la A rispetto a quanto potesse avvenire per le retrocesse, in ovvia inferiorità numerica.

Gli anni Quaranta videro appena tre debuttanti all’attivo, ma va tenuto conto del fatto che il conflitto bellico ha costretto a rinunciare a ben tre campionati di A; oggettivamente poche furono invece le deb nei Cinquanta (appena quattro). Più fortunati, invece, gli anni Sessanta e i Settanta: in entrambe i casi sono state ben sette le squadre ad affacciarsi per la prima volta al massimo palcoscenico calcistico nazionale. Si torna al minimo di tre, invece, negli anni Ottanta, per poi risalire a cinque nei Novanta. Dal 2000 al 2009 le esordienti furono nuovamente tre, mentre dal 2010 a oggi si arriva a cinque considerando il già citato Benevento. Basse le probabilità che dalla serie B 2017/18 venga fuori una nuova esordiente, in quanto solo due delle ventidue partecipanti non hanno mai conosciuto la gioia di disputare un campionato di massima serie a girone unico: si tratta di Spezia (che ha comunque già giocato in A prima del 1929 e si è aggiudicato lo scudetto del 1946 nella stagione qui non considerata) e Virtus Entella.

Continuando a ragionare in base ai decenni, le deb più virtuose sono quelle degli anni Sessanta, che sui sette casi citati videro una sola retrocessione immediata, quella del Pisa 1968/69. La parentesi più deficitaria è invece quella degli anni Ottanta: già poveri di casistica, hanno visto le retrocessioni senza appello della Pistoiese 1980/81 e del Lecce 1985/86; l’unica superstite, l’Empoli 1986/87, si salvò solo grazie alla maxi-penalizzazione di nove punti che colpì l’Udinese destinandola a un’inevitabile discesa in B.

Diverse, naturalmente, anche le curiosità in merito. Nel campionato 1964/65 ben tre squadre debuttarono insieme in serie A: si tratta di Cagliari, Foggia e Varese, tutte destinate a una salvezza più o meno agevole. Dal 1971 al 1975, inoltre, la A ha visto una debuttante ai nastri di partenza: nell’ordine hanno conosciuto il loro approccio con la massima categoria nazionale Catanzaro, Ternana, Cesena, Ascoli e Perugia; le prime due retrocessero senza appello mentre le altre riuscirono a mantenere la categoria con relativa serenità.

L’Emilia Romagna è la regione che ha regalato la maggior parte di deb a questa speciale classifica: nell’ordine hanno conosciuto la A per la prima volta Spal, Cesena, Parma, Reggiana, Piacenza, Sassuolo e Carpi.  Singolare notare come cinque di esse abbiano debuttato in tempi relativamente recenti, vale a dire dal 1990 in poi. Lombardia e Toscana hanno regalato sei esordienti, il Veneto si ferma a cinque.

Una menzione infine, per Cagliari e Pescara che restano a tutt’oggi le uniche rappresentanti della propria regione ad aver militato nella massima serie. Né Sardegna né Abruzzo hanno infatti avuto modo di regalare alla serie A nuove debuttanti, né tanto meno potevano contare su squadre diverse da quelle citate nel campionato 1929/30.