Quando l’Etihad chiama, il Manchester City risponde sempre presente: nell’incontro che apre la 17esima giornata di Premier League, i cityzens si impongono per 3-1 sull’Everton nel match che vale la nona vittoria casalinga consecutiva per la formazione che guida la classifica a 42 punti; risultato non banale per gli sky blues, che rialzano la testa dopo il pesante k.o. esterno per 2-0 maturato nello scorsa giornata sul campo del Chelsea di Maurizio Sarri.

Per i ragazzi di Pep Guardiola, costantemente alla ricerca di successi da aggregare ad un glorioso presente, l’avvenire della stagione presenta un percorso incerto e pieno di insidie, rappresentate in primo luogo da avversarie pronte a tutto pur di trionfare, in un contesto di grande livello che avvolge il campionato e le coppe, in cui anche poche eventuali defaillances potrebbero intaccare le ambizioni con un costo carissimo per chiunque.

In Premier League la principale antagonista dei cityzens sembra essersi già delineata nella figura del Liverpool di Jurgen Klopp, appena a due lunghezze di distanza dalla capolista con una partita ancora da giocare in questo weekend, in un match dal sapore intensissimo, che lo vedrà ospitare il Manchester United dello special one José Mourinho, nella splendida cornice di Anflied Road, che si tingerà ancora una volta di rosso per l’occasione che permetterebbe ai Reds di riportarsi al comando della classifica.

Così mentre gli avversari si preparano ad un altro assalto indiretto, il Manchester City non si lascia trovare impreparato, centrando un importante vittoria, che nel suo insieme anima anche gli spettatori neutrali in un risultato che comprende fasi di dominio assoluto, alternate alle consuete mancanze di connessione tra i reparti, le quali rappresentano il principale limite per questa formazione dal potenziale incredibile, che dovrà necessariamente cercare di migliore secondo quest'aspetto.

 

IL RACCONTO DEL MATCH

Le due formazioni scendono sul terreno di gioco secondo un atteggiamento totalmente differente: da una parte il Manchester City con un assetto spregiudicato alla fase offensiva, con il classico 4-3-3 di Guardiola che si affida al tridente leggero Sane-Jesus-Mahrez;

dall'altra l'Everton che invece opta per una scelta molto più prudente, con il tecnico Marco Silva che schiera un 5-4-1 ultra compatto, con il solo Carlwet-Lewin lì davanti, sostenuto dal talento brasiliano Richarlison, chiamato a rivestire entrambe le fasi per l’occasione, con la dovuta attenzione al ripiegamento difensivo.

Tattica che però non paga per gli ospiti, che si ritrovano ben presto in sofferenza, schiacciati nella propria metà campo, a differenza dei padroni di casa che flirtano varie volte con il goal riuscendo anche a sfondare la retroguardia avversaria al minuto 25 con l’acuto dell’attaccante verdeoro Gabriel Jesus, il quale imbeccato da un pregevole assist di Leroy Sane, si muove alla perfezione sul filo del fuorigioco, ritrovandosi a tu per tu con Pickford, il quale in uscita viene battuto da un beffardo sinistro rasoterra.

Match messo dunque in carreggiata per la formazione casalinga, che però continua ad attaccare per allargare il proprio margine di vantaggio sugli avversari: al minuto 42 è ancora Gabriel Jesus a metterla dentro, ma il guardalinee interrompe la gioia del brasiliano sventolando la bandierina del fuorigioco.

Nella ripresa non cambia il copione della gara, con il Manchester City intento a chiudere i giochi per non rischiare di concedere agli avversari l’opportunità di riagganciare il risultato: basta poco infatti agli uomini di Guardiola per trovare il 2-0 che arriva al 52esimo con un ispiratissimo Gabriel Jesus, doppietta per lui che ritrova confidenza con il goal in campionato, servito (neanche a dirlo) ancora una volta da un eccezionale tocco di Sane, che gli spalanca la possibilità di colpire di testa e freddare nuovamente un non impeccabile estremo difensore avversario.

Match che sembra dunque messo in cassaforte con la doppia lunghezza di distanza dagli ospiti, non pervenuti fino al 65 esimo, quando il neo entrato Lookman riesce a servire l’avanzata del terzino sinistro Digne che mette dentro un cross perfetto per la girata di testa di Carlwet-Lewin, il quale riesce a rubare il tempo a Delph collocando il pallone nell’angolino della porta difesa da un impalpabile Ederson: 2-1 e risultato riaperto, con i toffees che riescno a concretizzare una delle pochissime occasioni avute durante la gara, con una perla del proprio riferimento centrale, mai trovato prima di allora.

Con il parziale che cambia gli ospiti cambiano atteggiamento e alzano il proprio baricentro in avanti, commettendo però l’errore di scoprirsi troppo, lasciando enormi spazi al micidiale attacco avversario, che con il subentrato Raheem Sterling ritrova il doppio vantaggio pochi minuti più tardi, al 69 esimo, quando Fernandinho mette in area un pallone perfetto sul quale si avventa il talento ex Liverpool che realizza il suo 58 esimo goal in 206 presenze in Premier League, migliorando uno score che cresce di partita in partita.

Nonostante ciò la gara non si spegne ancora del tutto per la gioia dei tifosi neutrali, che vedono i toffees cercare di riaprire un’altra volta il discorso mostrando uno spirito del tutto diverso rispetto alla prima frazione di gioco, che quasi li premia con Richarlison che però spreca da pochi passi un’ottima occasione in contropiede. Sul finale è ancora l’Everton a rendersi pericoloso con l’ex Arsenal Walcott che inseritosi furtivamente nel cuore dell’area avversaria, spara alto da distanza ravvicinata, graziando Ederson che ben poco avrebbe potuto fare in opposizione.

Da segnalare inoltre il ritorno in campo di Kevin De Bruyne, rimasto ai box recentemente per un infortunio al ginocchio, ma rientrato adesso a disposizione del proprio allenatore, che conoscendo le immense qualità del talento belga, gli offre un ultimo spezzone di partita, utile per rimettere minuti preziosi nelle gambe.

Match che termina dunque con il Manchester City che si impone sugli avversari e sulla classifica, lanciando un chiaro messaggio alla compagnia di Klopp, in uno spettacolo mozzafiato entrato ormai nel vivo dell’azione.