ANNO 2001-2002
Il Chievo Verona è stato il primo club italiano a completare la scalata di tutte le categorie calcistiche, presentandosi alle porte della Serie A 2001/02 dopo 15 anni tra i professionisti.
Ad allernarli c'è Luigi Delneri con il suo fedele 442, fu anche uno dei primi a sdoganare la tradizione di rivelare prima della partita la formazione che scenderà in campo. Celebri le sue interviste dove recitava la formazione che oggi anche noi sappiamo come se fosse una filastrocca imparata alle elementari: Lupatelli, Moro, D'Anna, D'Angelo, Lanna, Eriberto, Perrotta, Corini, Manfredini, Marazzina e Corradi, con Cossato e Preziosi che spesso subentravano lasciando il segno.

La squadra subito nel girone d'andata dimostrava solidità, la squadra puntava su compattezza nei reparti e un ampio sfruttamento della trappola del fuorigioco con di conseguenza una linea difensiva alta. L’atteggiamento posizionale del Chievo era di matrice conservativa, nonostante le sue tendenze con la palla fossero iper-verticali e la copertura della profondità veniva affrontata con un’applicazione a tratti estrema della tattica del fuorigioco.
La fortezza gialloblu si basava soprattutto su intercettazioni, duelli aerei e cattiveria sulle seconde palle.
Ovviamente questo stile difensivo portava con sé delle difficoltà che spesso esponevano la difesa a situazioni difficilmente gestibili, come quando veniva puntata in campo aperto, a palla scoperta, e doveva difendersi da un inserimento in profondità.

Il Chievo debutta al Franchi, Firenze dove a sorpresa s'impone per 2-0, stesso risultato maturato in casa contro il Bologna. Prima sconfitta 3-2 per la Juventus rimontati da un risultato di 2-0. Il Chievo fa uno strepitoso girone d'andata contendendosi fino all'ultimo il titolo di Campione d'Inverno, che andrà alla Roma uscita vincendo proprio nello scontro diretto contro gli 11 di Del Neri.
La squadra si muove a memoria, è divertente da vedere ed attira la simpatia degli sportivi di tutta Italia, che iniziano a sperare che la favola Chievo possa chiudersi con un successo che sembrava impossibile, la qualificazione ad una coppa europea.
Il Chievo cala nel girone di ritorno dopo aver perso fiducia, condizione fisica e morale per la morte del calciatore Jason Mayèlè, tragicamente scomparso in un incidente stradale.
I veneti concluderanno quinti, a solo un punto dal Milan, cosi ottenendo la qualificazione alla Coppa Uefa, non accadeva dal 1987 che una neopromossa centrasse quest'obbiettivo con l'Empoli.
L'anno successivo il Chievo uscì nel primo turno di Coppa Uefa contro la Stella Rossa e arrivò settimo in campionato, rivelandosi comunque una sorpresa.
Negli anni a seguire i giocatori di quello storico Chievo non riuscirono a sfondare al di fuori di quella realtà, probabilmente solo Corradi trasferitosi alla Lazio e Legrottaglie alla Juve riuscirono a militare in una big, ma di quel Chievo si parlerà ancora a lungo...