Sembrava già tramontata l’ultima speranza in casa Chievo Verona, ma l’arrivo del nuovo allenatore Domenico Di Carlo, tornato sulla panchina clivense dopo le precedenti parentesi delle stagioni (2008/09, 2009/10, 2011/12), sta lentamente restaurando la fiducia sugli spalti dello stadio Bentegodi, teatro del punto conquistato nella 14esima giornata di Serie A nel match disputato con la Lazio.
Biancocelesti che partivano con il favore del pronostico, forti della propria posizione in campionato, ben distante dal fanalino di coda gialloblu, ancora fermo a quota 1 punto. 

La disamina del match racconta però di un esito della gara tutt’altro che scontato: infatti il Chievo trova il goal del vantaggio al 25esimo minuto con l’eterno Sergio Pellisier, che a 39 anni suonati sale a quota 132 centri in maglia clivense, una continua sorpresa la sua presenza costante nel vivo del match, anche per un’occasione nel finale che avrebbe potuto stendere la squadra di Simone Inzaghi; laziali che invece hanno dovuto inseguire i rispettivi avversari fino al 66esimo, quando il solito Ciro Immobile (9 goal in campionato per lui) ha timbrato ancora il proprio cartellino sul tabellino dei marcatori, centrando un palo pochi minuti più in là.  

Biancocelesti che hanno inseguito i 3 punti fino alla fine, rischiando però di subire nel finale un clamoroso svantaggio, che avrebbe alimentato ulteriormente una possibile rinascita del Chievo Verona, che passa anche e soprattutto dalla mano del proprio commissario tecnico, capace di incidere nell’anima dello spogliatoio nuova linfa vitale necessaria per permettere alla squadra di ritrovare una propria identità. 

Da segnalare sicuramente tra le note positive sfonda Chievo, il centrocampista dell’under 21 marocchina Sofian Kiyine, subentrato al 74esimo al posto di Joel Obi, il quale ha avuto un ottimo impatto sul match, regalando diversi strappi interessanti, che hanno permesso la creazione di situazioni di reale pericolo per la difesa avversaria, dando un seguito importante alla buona prestazione intravista sul terreno del San Paolo. Il ragazzo è dotato di una buona struttura fisica allegata ad una notevole velocità sul breve, il tutto condito da una discreta tecnica individuale che lo rendono un ottimo prospetto da tenere indubbiamente sotto la lente d’ingrandimento durante il corso della stagione. 

Sul fronte Lazio invece continua il periodo negativo, o meglio definibile “grigio”, con prestazioni al di sotto delle sue potenzialità per un abulico Sergej Milinkovic Savic, monitorato costantemente da Simone Inzaghi, consapevole del fatto che gli obiettivi della sua formazione dipendono principalmente dallo stato di forma del gigante serbo, vero trascinatore durante la scorsa annata, ma letteralmente trasformatosi quest’anno.  

Colpa forse delle chiacchiere estive su di un possibile trasferimento e della valutazione monstre di mercato? 
Personalmente non credo che un tale calo sia dovuto a ragioni talmente semplici e banali, alle quali i calciatori sono ormai abituati per ragione di forza maggiore, vivendo nel pieno dell’epoca in cui i social e i media fanno da padroni della scena, ma quello che sta mancando sia dal punto di vista fisico e tecnico, e soprattutto di atteggiamento alla stella del centrocampo biancoceleste resta al momento un vero mistero.