Il centrocampo a due, tornato motivo di discussione dopo la disfatta azzurra, è un progetto tattico che non convince a pieno.
Probabilmente, nel corso di una partita, potrebbe anche rappresentare una variabile tattica efficace, ma di certo non può essere il modulo di partenza di una squadra che ambisce a giocare (e gestire) la gare.

Eppure, in Italia, questo modulo trova la sua massima espressione proprio nella Juve di Allegri, che ridisegnando la formazione con un 4-2-3-1 contro la Lazio (gennaio scorso) ha di fatto contribuito alle fortune dei bianconeri (fino a Cardiff).
Una svolta tattica resa necessaria al fine di sfruttare le caratteristiche dei suoi uomini più dotati tecnicamente e rendere, al tempo stesso, meno prevedibile la manovra.
Un’intuizione addirittura magnificata da tutti gli addetti ai lavori (stampa compresa). Tuttavia, analizzando nello specifico la manovra della Juve, il nuovo modulo non ha contribuito a migliorare le prestazioni in termini di gioco ma, sicuramente, ha permesso di sfruttare la fantasia e le giocate dei singoli fino a quel momento impantanati nelle logiche del turn over.

A mio avviso, trovo che alzare i terzini in fase di spinta o abbassare i giocatori offensivi in fase di non possesso e di costruzione dà solo l'impressione di una squadra tutto attacco e difesa (che se funziona garantisce transizioni veloci), che gioca a folate a seconda dell'inerzia della gara, ma che manca di capacità ragionata di gestire le fasi di gioco.
Il centrocampo resta il reparto più importante di una squadra e togliere un uomo in mezzo al campo – soprattutto nelle partite che contano – potrebbe portare più danni che benefici.
In fondo, avere come compagno di reparto una volta un terzino, un’altra un attaccante o un ala, non credo che contribuisca ad ottimizzare gli automatismi del centrocampo, anzi... 

Detto ciò, mi auguro che Ventura e Allegri, ovvero gli uomini che in questo momento sono tra i maggiori “esportatori” del made in Italy, riconsiderino le rispettive idee in chiave tattica perché, nemmeno tanto tempo fa, il centrocampo è stato il punto di forza del calcio nostrano, contribuendo alla solidità in fase difensiva e alla qualità in termini di costruzione.