Scritto con la mia fidanzata Alice.

Ormai conosciamo tutti La Joya, un giocatore che molti ragazzini stimano ed imitano, non solo nell'esultanza, la celeberrima "Dybala-Mask", ma anche nei movimenti, nei tiri, nel dribbling... eppure Paulo non è stato ancora capito perfettamente da nessuno di noi: è una prima punta, un trequartista o una seconda punta? O magari, come dice Allegri, uno dei todocampisti più forti al mondo?

Dybala, da quando è arrivato alla Juventus, ha subito una brusca e repentina evoluzione, diventando un giocatore dalla classe cristallina, in grado di spaccare le partite con una singola giocata, dote propria dei più grandi campioni del calcio mondiale.
Ne è una prova la prima stagione in maglia bianconera, la seconda migliore, in cui riuscì a siglare la bellezza di 23 goal fra tutte le competizioni: numeri elevatissimi per un giocatore giovanissimo, che però veniva già da un anno vissuto da protagonista a Palermo.
Nella stagione 2015/2016 giocò principalmente da prima punta, ottenendo, quasi sempre, risultati degni di nota, che trascinarono la Juventus all'ambito Scudetto, ma già l'anno successivo i suoi numeri calarono, riuscendo a lasciare il segno solo in 19 occasioni, di cui solo 5 da prima punta (in 8 partite, a confronto con gli 11 goal in 33 partite da seconda punta).
Ciò certifica il fatto che Dybala, confinato ad ruolo non suo dall'arrivo di Higuain, pagato la cifra monstre di 96 milioni euro, non riuscì a dare il meglio di sé, messo in ombra da un giocatore tanto influente: l'anno dopo, grazie anche ad un calo drastico del Pipita, adattandosi al ruolo di seconda punta, riuscii a segnare ben 18 gol in 30 partite, risultando fondamentale tanto quanto Higuain, messo in ombra proprio dalla stessa  Joya.
Tuttavia vi è un altro dato da analizzare: Paulo giocò da prima punta solo 5 volte, realizzando però ben 5 goal e un assist. Quindi Dybala, a rigor di logica, sarebbe riuscito a ottenere il suo ruolo da prima punta nella Juventus, dopo l'addio di Higuain? Purtroppo no, o almeno, all'inizio ci sarebbe pure riuscito: infatti, l'arrivo di Ronaldo, ormai abituato a giocare come punto di riferimento principale di un attacco a 3, mutò ancora una volta gli schemi di Allegri, non utilizzando più il 4-2-3-1, in cui, seppur con i dovuti limiti, Dybala si era ambientato, danneggiando così la Joya, che venne obbligata a vagare per il campo nei ruolo più disparati, sempre con la massima abnegazione in tutti, facendo la dovuta fatica, e venendo costantemente criticato.
Tuttavia, oltre al fattore tecnico-tattico, va tenuto in considerazione anche quello psicologico-emozionale: dopo aver vissuto due stagioni all'ombra di Higuain, giustamente Dybala si sarebbe aspettato di essere reso centrale nel progetto bianconero, venendo duramente smentito dalla Vecchia Signora con l'acquisto del giocatore Pallone D'Oro, che ha messo fuori dai giochi il talento argentino, schierato persino da mezzala nelle ultime uscite stagionali, essendo i ruoli di ala occupati stabilmente da Mandžukić, sulla sinistra, e da uno fra Douglas Costa e Bernardeschi, sulla destra.

A riscaldare ulteriormente la già caldissima situazione Dybala ci ha pensato Marotta, ex AD della Juventus, che ha affermato di ritenere possibile (e sicuramente ben accetto) uno scambio con Icardi: paradossalmente quest'operazione sarebbe vantaggiosa anche per la Vecchia Signora, che si libererebbe di un giocatore molto forte, ma di collocazione impossibile nel 4-3-3 bianconero, e andrebbe a prendere uno dei più forti attaccanti al mondo, che aiuterebbe il reparto offensivo, permettendo a Ronaldo di svariare sulla fascia con maggiore comodità e ad Allegri di utilizzare anche un modulo a 2 punte, cosa impossibile al momento. Il grande vantaggio sarebbe soprattutto per Paulo, che verrebbe reso centrale in un progetto importante, in un modulo in cui ha dimostrato di saper fare la differenza, circondato da una squadra che si affiderebbe molto all'attaccante di Laguna Larga, non andandolo mai ad oscurare.

Proprio quest'ultimo punto, fino ad oggi, ha limitato fortemente il potenziale di uno dei (possibili) giocatori più forti al mondo: il venir costantemente oscurato da un giocatore più blasonato (non necessariamente più forte) di lui. Psicologicamente parlando, ciò si è tramutato in prestazioni sottotono, in cui Dybala vagava quasi "depresso" per il campo da gioco, cercando in maniera ossessiva la giocata vincente che lo avrebbe fatto uscire dall'ombra di Higuain prima e Ronaldo poi. Per questi motivi Dybala dovrebbe assolutamente cambiare realtà calcistica, passando o all'Inter, o ad un'altra squadra che ha dimostrato di volerlo a tutti i costi: il Bayern Monaco, che da tempo sta cercando un giovane attaccante che nel breve periodo sappia sostituire Lewandowski, ma che all’occorrenza possa anche giocare dietro il polacco. Il vantaggio/svantaggio di Paulo, infatti, deriva anche da questo: il suo ruolo, non essendo ancora definito, è plasmabile a seconda dei desideri dell'allenatore, ma non sempre questi ultimi sono in linea con il tipo di giocatore che incarna La Joya.

Dybala si trova adesso ad un bivio: scegliere di rimanere alla Juventus, giocandosi le sue carte anche l'anno prossimo, o sperimentare una nuova realtà calcistica, con la possibilità di sbocciare definitivamente e di confermarsi come uno dei migliori interpreti del suo ruolo?
Ai posteri l'ardua sentenza.