Dopo calciopoli probabilmente stiamo vivendo la stagione più avvelenata di sempre. Dalla questione arbitri, alla questione calciomercato, alla questione criminalità, alla questione razzismo. Praticamente ve ne è per tutti i gusti, un gusto che sa di amaro, ma non di quelli che favoriscono la digestione. 

Nel campionato con la più alta percentuale di giocatori stranieri di sempre nella storia della SerieA, si fatica a costruire una Nazionale degna della storia dell'Italia, dove ci si esalta se si è primi in un girone da squadre mediocri. Ci siamo ridotti a questo. Ma il problema è se si gioca con la maglia verde e non con quella azzurra. Mentre sembra essere finita tutta l'euforia per il calcio femminile, ripiego per l'esclusione della Nazionale maschile dai mondiali in Russia, la questione parità dei diritti, riduzione delle discriminazioni non è più all'ordine del giorno, continuano a trovare spazio sugli spalti dei nostri campionati le oscenità del razzismo. Sempre più diffuse in un Paese che sta virando pericolosamente verso le estreme destre, quelle da ventennio per intenderci. C'è forse voglia di ventennio in Italia. Ma non sarebbe l'unica penisola felice nera da questo punto di vista. Saremmo in pessima compagnia con mezza Europa.

Il razzismo ritorna anche dove si pensava fosse stato debellato, in Premier League, solo che lì la mano dura c'è da tempo, qui da noi, no. Siamo ancora alla fase delle chiacchiere. Quando i razzisti, coloro che ostentano apologie del nazifascismo andrebbero buttati fuori dagli stadi con il DASPO societario prima che con quello dello Stato. Qualche esempio c'è stato, ma siamo ancora all'anno zero. 

VAR o non VAR si arriva all'estremo che in TV si sciopera, non se ne parla più, perchè tanto i veleni non andranno via. D'altronde che questo campionato sia "falsato" lo pensano in tanti. Le grandi del calcio stanno mancando, la Juve è sempre lì, ma non convince per niente, l'Inter sta rincorrendo con la lingua di fuori e siamo ancora a novembre, il Milan lotta quasi per non retrocedere, il Napoli si è smarrito nella selva oscura, Roma e Lazio se la giocheranno con l'Atalanta, che in Europa prende palate, ma in SerieA dà lezioni di calcio e il Cagliari, capitale di quella Sardegna dove lo spirito indipendentista non è mai venuto meno e sogna di dare lezioni alla SerieA e portare in alto il nome della Sardegna. Insomma, dopo calciopoli, stiamo vivendo certamente il campionato più avvelenato di sempre.