La recessione tecnica che spesso abbiamo sentito riguardo all'economia italiana nel corso degli ultimi mesi ha colpito il nostro campionato ormai da anni, per buona pace dei giornalisti dei principali titoli nazionali, che ogni estate in pieno calciomercato scrivono di come il livello si sia alzato salvo poi scontrarsi con la realtà... una realtà che ci vede stabilmente dietro le principali leghe europee. Evitando di fare paragoni azzardati e inutili con Liga e Premier League, parliamo solamente delle squadre nostrane (gioie ma soprattutto dolori) che dovranno difendere l'Italia in Europa l'anno prossimo, e di come si sono comportate fino adesso prima dello sprint finale.

Partiamo dai freschi campioni d'Italia della Juventus.
A inizio anno le aspettative erano alte come non mai per motivi che tutti sappiamo, campionato praticamente mai in discussione con partite vinte persino giocandole 10 minuti su 90. Dopo l'eliminazione dalla Champions però è stata un'autentica caccia al colpevole. Molti parlano di scarsa competizione in Serie A dimenticandosi che anche nel 2014-15 la Juve vinse con 5 giornate d'anticipo lo scudetto ma in finale ci arrivò lo stesso e ben figurò contro il Barcellona, che dominò anch'essa nel proprio campionato... quindi la scusa non regge.
Ai tifosi che invece invocano il bel gioco va ricordato che la Juve non è mai passata alla storia per il calcio spettacolo stile Ajax o Brasile, ma per potenza fisica e tecnica individuale unita a una buona tattica. Basti vedere il cammino europeo 2016-17 con lo stesso allenatore di adesso in panchina.
A mio avviso i problemi principali sono stati in primis la condizione fisica con la quale la Juve si è presentata ai quarti, con un campionato già vinto era lecito aspettarsi una rosa completa e al massimo della forma per il momento decisivo della stagione, invece giorno dopo giorno aumentava la lista infortuni e chi si è salvato da questa epidemia è arrivato con la lingua di fuori al match contro l'Ajax.
Il secondo invece sta nella mancanza di personalità di alcuni dei giocatori che dovrebbero essere 'chiave'...

Analizzando il Napoli di Ancelotti invece bisogna iniziare dicendo che non è facile per nessuno andare ad allenare una squadra praticamente uguale a quella che sfiorò il tricolore con Sarri (zero mercato). Gli azzurri nelle griglie precampionato venivano messi addirittura quinti, ma con una prima parte di stagione da grande squadra hanno fatto ricredere tutti. Ennesima qualificazione in Champions praticamente raggiunta e consacrazione di un mostro sacro come Koulibaly sono i volti positivi, ma c'è anche qualche ombra nella stagione di cui vorrei parlare. Innanzitutto il problema che hanno avuto le punte nelle partite decisive come Anfield o Emirates, con dei gol clamorosamente mangiati che in campionato difficilmente non sono riusciti. La gestione della rosa da parte del mister è stata ottima, ma non si spiega allora perchè si è arrivati a marzo con una squadra scarica che poteva fare molto di più in Europa League così come hanno chiesto esplicitamente i tifosi, visto anche il bagaglio d'esperienza che si portava dietro Ancelotti. Forse su questo Sarri fu lungimirante a scegliere su quale competizione puntare e tralasciare le altre... nel bilancio stagionale va messo agli archivi anche una brutta eliminazione dalla Coppa Italia avvenuta un po' a sorpresa e con qualche rammarico.

Passando all'Inter sottolineo la grande compattezza avuta nella gestione dello spogliatoio durante la telenovela Icardi. Stagione nella norma simile alla scorsa, ma con degli ostacoli in più come appunto Icardi e le coppe europee.
Buon inizio nel girone con risultati inaspettati, ma l'unica partita in cui la squadra partiva favorita e di conseguenza aveva la pressione addosso del risultato è stata steccata. Come per la Juve probabilmente anche qui è mancata personalità nei giocatori chiave. L'eliminazione dalla Europa League invece arriva nel momento più difficile con numerosi infortuni e forse un eccessivo pensare al Derby poi vinto. Nel complesso una buona stagione con obbiettivi raggiunti dal quale ripartire e gettare le basi per l'anno prossimo, ma se a settembre sei etichettata come l'anti-Juve e poi ti ritrovi a 26 punti di distacco e con addirittura due punti in meno dello scorso anno bisogna innanzitutto ringraziare le rivali alla corsa Champions che invece di correre stanno camminando, e poi farsi qualche domanda su come fare il salto di qualità. 

Per ultimo, ma solo per ordine di classifica, parliamo del Milan, anche se non c'è molto da dire. L'acquisto di Higuain non ha dato i risultati sperati ma una toppa di lusso è stata messa grazie all'arrivo di Piatek e Paquetà, che con le loro prestazioni hanno portato la squadra al quarto posto. Pure i rossoneri come Juve e Napoli soffrono fisicamente (preparazioni sbagliate???) ormai da inizio marzo dopo una grade rimonta, e ora si ritrovano ad affrontare le ultime 5 partite come fossero finali. Unica big ancora dentro in coppa Italia, e con serie possibilità di riportarla a Milanello dopo 16 anni, ma anche unica big ad aver abbandonato l'Europa già nel 2018 in un girone non proibitivo con Olympiacos e Betis poi eliminate al turno successivo.
Col senno di poi forse è stato meglio così visto che la squadra già da un mese non corre più, ma i tifosi rossoneri sono abituati a ben altro soprattutto in Europa.