Da Crotone a Torino

Arrivai nella terra calabrese nel bel mezzo dell'estate. Correva l'anno 2016 e il Crotone raggiunse il paradiso con la consueta promozione in Serie A. Un giorno, il signore dall'alto mi disse che avevo un compito importante:
"Devi aiutare i tuoi ragazzi a difendere la Serie A perchè la strada sarà difficile".
Ovviamente pensai che era tutto un sogno, ma invece era vero.
Accettai la chiamata del Crotone e dopo sei mesi di inattività, mi rimetto in panchina. Devo portare il club verso la permanenza in massima serie. Per me era un obiettivo molto difficile, ma forse non abbiamo ancora capito che "volere è potere." Le prime partite sono un totale disastro, i primi punti arrivarono verso l'autunno e notevolmente paghiamo l'inesperienza e lo scotto del battesimo tra le grandi. La mia grande gioia arrivò alla vigilia di Halloween. I nostri ragazzi hanno sconfitto il Chievo Verona per 2-0. Tre punti fondamentali al primo anno in Serie A, la strada pare essere in discesa, ma invece ci sono sempre degli ostacoli. Nella prima parte di campionato, il Crotone aveva racimolato soltanto nove punti. Io volevo qualcosa di più e per me erano dei risultati molto poveri.
Mi rimboccai le maniche, perchè io a questa città ci tengo tantissimo. Nel frattempo le altre squadre scapparono, mentre noi eravamo incollati alla zona retrocessione; già perchè nel mese di febbraio e marzo i nostri avevano un rendimento da caduta libera. Dopo la sconfitta contro la Fiorentina, decisi di fare una pausa di riflessione e preparare un piano per la permanenza in Serie A.

A Verona vinciamo per 2-1 e al termine del match feci una promessa alla squadra:
"Se noi ci salviamo, andrò in bici da Crotone a Torino."
Mi diedero del pazzo, ma io volevo compiere un lungo cammino per questa città e per il Crotone.
A sorpresa battemmo l'Inter e il mese di aprile era clamoroso. Seguirono vari pareggi contro Torino e Milan e una super vittoria contro la Sampdoria. Feci entrare in campo un ragazzo nigeriano, era colui che trovò il momentaneo 1-1 contro i Granata. Quel giovanotto si chiamò Simeon Tochukwu Nwankwo, detto Simy. 
In quell'istante, Diego Falcinelli fece un buon cross e indovinate chi segna davanti alla porta? Esatto. Proprio lui: Simy. Al fischio finale, esultai con grande felicità perchè avevo azzeccato la mia mossa. Non si molla mai.
Ormai era tutto nelle nostre mani, le altre due vittorie contro Pescara e Udinese hanno riacceso la speranza dei nostri tifosi.
Affrontammo la Lazio e alla vigilia dell'ultimissima partita mi presentai calmo e sereno in conferenza stampa e dissi:
"La storia del Crotone è una storia semplice, eppure non è facile da raccontare, insomma io ho rivissuto un anno intero. Negli ultimi periodi, negli ultimi mesi siamo stati definiti, hanno di noi come una favola. Se la devo pensare come una favola, beh, allora voi sapete, io, voi del lieto fine matematico. Siamo un grande gruppo, abbiamo grandi motivazioni e tanta passione. Arrivare all'ultima settimana a giocarci la salvezza è una gratificazione enorme. Il nostro è un messaggio ai giovani affinché capiscano che quando nella vita ci sono difficoltà, non devono smettere mai di inseguire i loro sogni".
Alla fine aggiunsi anche la citazione di Giovanni Falcone:
"Nel 25esimo anniversario della strage di Capaci, ho letto un concetto del giudice Giovanni Falcone che mi ha illuminato. Diceva pressappoco così: se le cose sono cosi, non è detto che debbano andare così. Quando c'è da rimboccarsi le maniche, quando c'è da cambiare, la stragrande maggioranza delle persone preferisce lamentarsi e non fare."

Le attenzioni si concentrarono sull'Empoli e Crotone. Allo Scida, disputammo una grande partita contro la squadra di Simone Inzaghi. A Palermo, i rosanero salutarono la Serie A con un secco 2-1 contro l'Empoli e condannarono i ragazzi di Martusciello alla matematica retrocessione nella serie cadetta. Una beffa colossale per i toscani che proprio nel mese di marzo avevano in pugno la salvezza. La notizia della retrocessione dell'Empoli fece gioire i calabresi. Al fischio finale la festa era grande. Il presidente inquadrò davanti alle telecamere un foglio con su scritto:
"Scusateci se siamo rimasti in Serie A"
Dedicai questa salvezza a mio figlio Alessandro scomparso in modo tragico nel 2014. La mia promessa venne mantenuta e nelle settiamane successive mi preparai per questa lunga camminata in bici da Crotone a Torino:
"Crotone-Torino in bici? E’ la parte più facile: lo farò con grande piacere, le promesse le mantengo. Sono disposto a fare di tutto per ottenere ciò che voglio, credo proprio che sarà una passeggiata. Questo è un gruppo che ha dei valori morali altissimi, anche nel girone d’andata siamo stati vicini a raccogliere i frutti del lavoro, come successo nelle ultime nostre nove partite."

Il viaggio in giro per l'Italia durò per 1300 chilometri, feci delle tappe intermedie nelle città a cui sono molto legato come Genova, Livorno e Pescara. Ho ricevuto molti messaggi di supporto e di alcune vicinanze come Allegri, Gasperini, l'ex ciclista Bartoli e il c.t. della nazionale di ciclismo Davide Cassani.
Nove tappe in nove giorni. Nove le giornate in cui il Crotone cambiò il suo destino e ottenne una salvezza strepitosa.

Un abbraccio Pasqui