È possibile che il calcio stia cambiando e noi non ce ne stiamo neanche accorgendo? Stiamo attraversando un periodo dove i cambiamenti non sono più lenti e graduali. Abbiamo perso la possibilità di adattarci e goderci le ere di transizione. Prima le rivoluzioni e i cambi generazionali avvenivano poco a poco permettendo l’inserimento dei più giovani in modo graduale. Guardando la Champions, ieri sera, dobbiamo ammettere che il cambiamento è già avvenuto. I giovani si sono già presi il centro del palco dei top club. Le grandi squadre sono sempre più dipendenti dal talento dei loro giovanissimi e sembra quasi che i giocatori più maturi, anziché accompagnarli e formarli per la gloria, fatichino a tenere il loro passo.

Andiamo ad analizzare l’organico di qualche “top club” e individuiamo i giovani che sono già fondamentali per l’equilibrio di queste squadre.

CHELSEA
Partiamo dai blues. Senza dubbio la squadra più rivoluzionaria del calcio internazionale. Quest’estate la squadra di Roman Abramovich, dopo due sessioni di attesa, ha finalmente sbloccato il suo mercato in entrata. Sappiamo che il presidente russo non è il tipo che si preoccupa di bilanci e di fair play finanziario; così il suo Chelsea è riuscito a condurre una campagna acquisti monumentale accaparrandosi i giovani più promettenti del calcio europeo. In Germania ha pescato Timo Werner e Kai Havertz. IL centravanti e l’ala più promettenti di tutta la Germania. Uno a Lipsia e l’altro a Leverkusen hanno incantato sia in Bundesliga che in Europa. Per completare il folle mercato il Chelsea è andato a pescare ad Amsterdam anche l’immensa classe di Hakim Ziech. IN difesa hanno deciso di affidarsi al giusto mix tra esperienza e freschezza. Il profilo individuato per portare corsa e freschezza è stato quello di Chillwell. Un acquisto dal rendimento sicuro che conosce già bene la Premier League. Il terzino ex-Leicester, infatti si sta rivelando uno dei migliori dell’organico blues. Per quanto riguarda l’esperienza hanno deciso di affidarsi ad uno dei migliori centrali del panorama calcistico: Thiago Silva. Il centrale brasiliano non ha bisogno di presentazioni e sarà il senatore che dovrà guidare tecnicamente e caratterialmente la squadra.

Oltre all’abbondanza provocata dal mercato ciò che stupisce dalle parti di Stamford Bride è l’inserimento e il valore dei giovani provenienti dalle giovanili del club che hanno trovato spazio e continuità grazie alla gestione di Lampard. Giovani come Abraham, Zouma,Hudson-hodoi,James,Mount ecc… non sono delle semplici alternative. Sono giocatori fondamentali che fanno parte della spina dorsale del club, grazie al blocco del mercato e l’influenza di Lampard il Chelsea si ritrova con un patrimonio dall’immenso valore in mano. Non dimentichiamoci poi di giocatori come Pulisic, Giroud. Rudiger, Christensen, E.Palmieri che possono rivelarsi sempre utili. Lampard ha davvero l’imbarazzo della scelta, i nomi sembrano quasi troppi per le maglie a disposizione, ma non bisogna mai dimenticare che le partite sono tante e la stagione è lunga. Il reparto più solido ed equilibrato dal punto di vista gerarchico e numerico è senza dubbio il centrocampo. Un centrocampo perfettamente bilanciato tra le qualità palla al piede e quelle senza. Kantè, incarna tutte le migliori qualità del centrocampista moderno; un motore continuo che corre dal primo al 90esimo senza mai fermarsi, sempre con la stessa intensità, sempre con la stessa concentrazione. Ad affiancarlo c’è Jorginho, il faro di Lampard. Un regista perfetto, un direttore d’orchestra in grado di dettare i tempi giusti. Decide lui quando e come aumentare il ritmo delle partite. Il centrocampista talo-brasiliano è un meraviglioso dispensatore di palloni. Oltre a loro due come alternativa abbiamo Mateo Kovacic, vecchia conoscenza interista e meteora dalle parti di Madrid. Il centrocampista croato sembra essere un buon compromesso tra i due titolari, un calciatore tuttofare che può affiancare entrambi i titolari, anche grazie alla sua estrema duttilità a fine stagione risulta sempre uno dei più impiegati.

BARCELLONA
Dopo l’8-2 subito contro il Bayern Monaco qualcosa in Catalogna è inevitabilmente cambiato. Tutti sono stati messi in discussione. Persino Messi si è fatto delle domande sulla propria condizione. Senatori che hanno vinto tanto come Busquets, J.Alba, Piquè solo per citarne alcuni, sono stati pesantemente attaccati dalla stampa e dai tifosi. Suarez è stato ceduto e acquisti carissimi dal rendimento altalenante sono stati fortemente criticati; Parlo di giocatori costati uno sproposito come Dembelè, Semedo, ma anche lo stesso Griezzmann. Tutte queste domande hanno portato a Koeman in panchina; L’olandese prima di essere l’allenatore del Barcellona è un uomo del Barcellona. Uno che sa come comportarsi e muoversi nel mondo Blaugrana meglio di chiunque altro. Ha avuto il coraggio di consegnare le chiavi del centrocampo a De Jong, di assegnare la fascia destra a Dest e di affidare il peso dell’attacco a giovani meritevoli come Pedri e Fati. Scelte coraggiose che gli sono costate punti in Liga, ma che gli stanno regalando soddisfazioni in Champions League. Il processo è lungo e siamo in una lunghissima fase di semina, ma Koeman ne è consapevole. L’ex-difensore Olandese sa che quando ci sarà da raccogliere i prodotti creati da una terra fertile come quella della cantera, saranno abbondanti e dal valore altissimo.

Il Barcellona, anche se di tanto in tanto, concede qualcosa di troppo, sembra aver ritrovato quella voglia di giocare e divertirsi che lo ha sempre contraddistinto. Il cambiamento da queste parti forse è arrivato in modo troppo repentino, gli stravolgimenti attuati forse sono stati troppo bruschi ma purtroppo estremamente necessari. Erano anni che qualche ingranaggio non funzionava in casa Barcellona; il primo avvertimento è arrivato nella prima clamorosa eliminazione contro la Roma. L’anno successivo ad Anfield è stato quasi peggio e pochi mesi fa a Lisbona è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

REAL MADRID
La squadra di Zidane è quella che forse sta affrontando meglio questo ricambio generazionale. Mantiene dei punti fermi ai quali tutti devono fare riferimento ma non ha paura di lasciare spazio ai più giovani. Grazie ad un processo estremamente curato in ogni dettaglio, calciatori come Valverde e Mendy si ritrovano già ad essere giocatori dal peso internazionale.

Mendy ormai è il titolare inamovibile sulla corsia di sinistra dei galacticos. Il Francese ha messo a sedere in panchina un giocatore come Marcelo. Mendy è una spina nel fianco in fase offensiva; sa giocare il pallone, sa crossare, all’occorrenza sa anche inserirsi ma la sua vera qualità è la fase di contenimento. L’ex- Lione non sbaglia una diagonale, è sempre ben posizionato e nell’uno contro uno non si fa superare quasi mai. Entra sempre in modo pulito e grazie a tutte queste qualità garantisce un equilibrio al quale Zidane non può rinunciare.

Valverde è già un centrocampista totale. Grazie alla versatilità può far riposare qualsiasi elemento del centrocampo capace di vincere 3 Champions League di fila. Oltre a dare tanta sostanza e dinamicità in mezzo al campo, risulta essere anche molto abile negli inserimenti in area. A dimostrazione di ciò abbiamo tutti in mente il goal nel Clasico in cui riceve uno splendido pallone da Benzema che lo lancia in profondità e lui con freddezza conclude insaccando con uno splendido diagonale alto a fil di palo.

L’ala protettiva di giocatori come Kroos, Modric, Casemiro, Benzema e soprattutto di capitan Ramos protegge i giovani dalla paura di sbagliare. Giocatori di questo tipo non hanno niente da dimostrare e per questo sono disposti ad assumersi tutte le responsabilità. Giocatori come Rodrygo e Vinicius hanno tutto il tempo e le possibilità per poter spiccare il volo, c’è una società, un allenatore e una squadra pronti a proteggerli da qualsiasi attacco.