Nell’ultimo mese ho seguito pochissimo le vicende della community. Nessun cruccio, nessuna anomalia, semplicemente un periodo di stop. Ci sta, è fisiologico, in qualsiasi contesto e situazione. Mi spiace molto aver interrotto la saga delle pagelle disordinate degli Europei, ma il capitolo finale uscirà: una promessa a Calatino è una promessa da mantenere. In differita, senza l’eco del momento della vittoria, ma ci sarà. Vorrei parlare del brivido che ci ha regalato questa Nazionale, del fatto che siamo riusciti a compiere qualcosa di straordinario che capiremo solo con il tempo, ma come ho appena scritto ci sarà tempo e modo.

Oggi voglio soffermarmi su un aspetto che ho notato negli ultimi giorni di VXL, da quando ho ricominciato a viverla in modo quasi tradizionale dopo il digiuno di qualche settimana. Ho intravisto dai titoli e anche da qualche pezzo che molti contenuti riguardano argomenti che nulla hanno a che vedere con il mondo del calcio. Si è scritto di tutto e di più, al punto che se un novello interessato dovesse passare di qui in queste giornate penserebbe di essersi ritrovato in un blog che utilizza lo sport più popolare al mondo solo come sfondo. Ora, in tempi normali, mi sarei scagliato contro questo corso, andando a ribadire con forza che questa piattaforma nasce per uno scopo ben specifico, sebbene il fatto di poter allargarlo ad altri temi sia un plus e non una deminutio. Perché uso il condizionale? Perché comprendo benissimo chi decide di affrontare altre questioni, in quanto, terminate le manifestazioni continentali più importanti (Europei e Coppa America) e con i Giochi Olimpici che tradizionalmente non hanno mai offerto grossi spunti al mondo pallonaro, è evidente che non si possa parlare di molto altro. La carne al fuoco è veramente poca, quasi nulla verrebbe da dire con pessimismo leopardiano. Sì, è inutile girarci intorno, e lo ribadisco: il calciomercato, allo stato attuale, è morto. Attenzione, non solo lui, sia ben chiaro. Le estati infinite, quelle che iniziavano il 30 giugno e terminavano il 31 agosto, con viaggi spensierati, serate, concerti: tutto ciò, per ovvie ragioni, non esiste. Per la seconda volta consecutiva, ci troviamo di fronte ad un contesto totalmente nuovo e che, stavolta con ottimismo umanistico, ci auguriamo possa essere solo passeggero. In realtà, lo sappiamo, i tempi dei colpi sotto l’ombrellone, del quotidiano rosa sfogliato prima di una bella giornata in spiaggia sono spariti da un pezzo. Le news arrivano su smartphone, e si ha la possibilità di riceverle tanto a mare, quanto in montagna, quanto sommersi dal condizionatore per trovare refrigerio quando la temperatura supera il numero di scudetti della Juventus (cioè oltre 36 gradi). Quindi, che il calciomercato non sia più quello che io ricordo quando ero bambino e ancor di più decenni or sono, è un fatto. Ciò che però voglio affermare nello specifico è che la crisi che attanaglia il mondo intero e, conseguentemente, anche il mondo del calcio, sta spiegando i suoi effetti e lo si nota proprio in queste fasi di mercato in cui le notizie sono davvero contate sulle dita di una mano. Fossero solo le ufficialità a mancare non sarebbe un dramma, ma il fatto è che anche gli interessi concreti delle varie società, con il massimo rispetto, sono contenuti e danno il senso di quello che è lo scenario economico e finanziario del momento. 

Locatelli è uno degli eroi della spedizione azzurra, un centrocampista eccellente e dal futuro ancora da scrivere. Nandez è un buonissimo calciatore, che si spende molto e che può garantire professionalità e verve. Ma se qualcuno ci avesse detto appena due estati fa che le due squadre più forti del calcio italiano attuale avessero avuto come principali obiettivi questi due calciatori avremmo rispedito al mittente questa affermazione catalogandole come operazioni importanti ma non top. Nel 2018 è arrivato Cristiano Ronaldo, nel 2019 Lukaku e nel 2020, nel bel mezzo della pandemia, sono giunti Chiesa e Hakimi. E proprio quest’ultimo, suo malgrado, si candida ad essere il protagonista di questa sessione: la sua cessione, infatti, si può definire l’unico vero sussulto del calciomercato nostrano. E ciò la dice lunga. Attenzione, non che dalle altre parti siano messi meglio. Tolti PSG e le due di Manchester, il resto sta andando a rallentatore, in particolare Barcellona e Real Madrid, sempre meno “ingombranti” nel panorama internazionale. Oggettivamente, è un peccato, se si pensa che avremmo potuto approfittare dello stato calante delle squadre iberiche, andando a prenderci gli spazi che potrebbero aprirsi in ambito UEFA. Con questo andazzo rischiamo di aumentare il dislivello rispetto al campionato inglese, che potrebbe amplificare le distanze e mettere la freccia in modo deciso. Dunque, a meno di una rivoluzione estiva di agosto, che cosa ci ha dato e che cosa potrebbe prospettarci il mercato italiano?

La Juventus riparte da Allegri: questo è forse il vero grande acquisto, cosa comune a tante altre società. Ci sarebbe da discutere anche su questo: gli allenatori sono i veri colpi di mercato e questo non è un bene. Al netto di ciò, la Juve è in realtà potenzialmente già formidabile. Serve un centrocampista, forse anche due: arrivassero Locatelli e Pjanic credo diventerebbe la concorrente privilegiata per la corsa al titolo.

Le milanesi si sono invece indebolite. L’Inter campione d’Italia ha sacrificato l’esterno succitato finito sotto la Tour Eiffel. E parliamoci chiaro: è insostituibile. Per sopperire alla sua assenza, il cagliaritano è un’opzione più che valida, magari replicando l’effetto Barella, ma nessuno è Hakimi. Calhanoglu non mi convince appieno, ma il passaggio stracittadino potrebbe regalare qualche sorpresa, mentre a sinistra la promozione di Dimarco potrebbe rappresentare una interessante novità per Simone Inzaghi, che si misura con un palcoscenico completamente diverso da quello laziale ma che, perlomeno a livello tattico, potrebbe vederlo avvantaggiato. Per il resto, non mi attendo nulla, neanche un quarto attaccante: puntare su Satriano potrebbe non essere così un azzardo. L’unica cosa lecita che un tifoso neroazzurro potrebbe richiedere è l’assenza di altre cessioni: restassimo così, con un innesto sulla destra, saremmo ancora una delle favorite per il tricolore.

Sulla sponda rossonera del Naviglio, il portiere più forte del mondo è stato sostituito con Maignan, assolutamente valido, ma che comunque diminuisce il valore della squadra per differenza. Qualche rinnovo pesante (Tonali e Tomori) e l’arrivo di Giroud che personalmente mi lascia perplesso: che senso ha prendere un vice-Ibra di soli cinque anni più giovane? Theo Hernandez e Kessie diventano a questo punto imprescindibili se si vuole mantenere una squadra che possa riqualificarsi in Champions League.

L’Atalanta è quella che invece si sta comportando meglio, portando avanti la sua filosofia: preso un portiere di qualità come Musso dall'Udinese (a proposito, vera regina del mercato: ceduto De Paul all'Atletico Madrid e preso un portiere tra i più forti della categoria quale Silvestri dall'Hellas Verona) e due rinforzi difensivi che possono dare profondità alla rosa gasperiniana quali Pezzella e Lovato. Arrivasse qualche altro rincalzo di valore, lo dico oggi, potrebbe anche coronare il percorso andando a compiere qualcosa di storico: vincere lo Scudetto. Utopistico?

Le romane e il Napoli ripartono da tre mostri comunicativi in panchina: può incidere così tanto sui risultati? Perché anche da queste parti il mercato langue: in casa giallorossa è arrivato Rui Patricio (signor portiere) tanto voluto da Mourinho e Zaniolo si può considerare come fosse nuovo; Sarri si auspica di blindare i big e nel frattempo ha trovato Hysaj e Felipe Anderson, mentre Spalletti attende nuove.

Questo è il quadro delle sette sorelle a meno di tre settimane dall’inizio del campionato. Sostanzialmente, tutte le rose si stanno poggiando sulla continuità e sulla stabilità, che sarebbe un bene di base, ma che, nella realtà, si traduce in una forzatura. Vendere è complicato, svendere è sconsigliato e acquistare… neanche a parlarne. Il sistema è oggettivamente in difficoltà, e come al solito torniamo al solito punto: ridurre i costi non è più un’operazione rinviabile. Non abbiamo alternative.

Se vogliamo tornare a vivere di sogni, dobbiamo tornare coi piedi per terra.

 

Indaco32